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Al fianco di leggendari produttori l'Italia delle quattro ruote può rivendicare marchi altrettanto iconici specializzati nella realizzazione di carrozzerie per terzi. Fra queste, dal 1919, figura la milanese Zagato, un'eccellenza dell'eleganza italiana della quale sveliamo i suoi modelli più iconici lungo oltre un secolo di storia.
Evoluzione della 6C 1500, l’Alfa Romeo 6C 1750 SS Zagato è una pietra miliare dell’automobilismo sportivo. A quell’epoca la regina delle gare a livello mondiale è la Mille Miglia e l’edizione del 1930 rimarrà negli annali per la vittoria di Nuvolari e Guidotti che per la prima volta coprirono i 1.600 chilometri superando la media dei 100 km/h (100,430 km/h). Il motore progettato da Vittorio Jano è un sei cilindri in linea da 1.752 cc, con due alberi a camme in testa e sovralimentato con compressore volumetrico a lobi. Inizialmente il sei in linea ha una potenza di 85 cavalli, che diventano 102 nelle versioni cosiddette “testa fissa”. Con un peso contenuto in 840 kg, la 1750 GS raggiunge i 170 km/h. La 6C 1750 Gran Sport più famosa è proprio una di quelle carrozzate da Zagato e la sua fama riecheggia ancora oggi tanto nelle riviste patinate quanto nei più grandi eventi rievocativi delle gare storiche: quel muso caratterizzato dai tre fari con le calotte rosse è ormai entrato nel cuore di tutti gli appassionati di motori.
Prodotta dal 1960 al 1963 in soli 19 esemplari sui 23 previsti, era la variante alleggerita di una già splendida Aston Martin DB4 alla quale la Carrozzeria Zagato di Milano ha aggiunto la leggerezza che serviva per entrare nella storia. Sotto il cofano un sei cilindri in linea in alluminio a benzina da 3.670 cc e 314 CV in grado di accelerare da 0 a 100 km/ in 6,1 secondi. Un DNA racing e un'estetica da far perdere la testa al miglior agente segreto fanno della DB4 una delle auto più costose e desiderate dai collezionisti. Alla DB4 Zagato originale faranno inoltre seguito due serie consecutive realizzate a decenni di distanza: la Sanction II (1991) e la Sanction III (2000).
La prima Ferrari realizzata da Zagato e presentata al salone internazionale di Ginevra del 1993 è un vero e proprio esercizio di stile ispirato a due emblemi della velocità: i caccia militari e le auto di Formula 1. La vettura, infatti, è caratterizzata da linee molto tese, prese d'aria ispirate a quelle dei velivoli da guerra, elementi stilizzati che ricordano le monoposto della massima formula. La vettura è stata presentata originariamente in veste bicolore, nera e rossa, per poi essere riverniciata in tinta unita, rossa. Un'unico esemplare che sotto la sua veste cela la meccanica della Testarossa e il suo poderoso V12 da 5 litri capace di esprimere 428 CV, raggiungere la velocità massima di circa 315 km/h e di passare da 0 a 100 km/h in soli 4,8 secondi.
Prodotta in 5 esemplari, il prototipo è solo l'ultimo risultato della lunga collaborazione tra Zagato e Maserati che dura dal lontano 1931. Ispirata alle linee della storica 450 S Coupé soprannominata "The Monster” dal pilota Stirling Moss che l'aveva commissionata per partecipare alla 24 Ore di Le Mans 1957. Alla tradizione però si aggiunge anche tanta modernità, con un telaio in fibra di carbonio, e ancor più potenza. La Mostro Barchetta Zagato è disponibile infatti con motore Maserati nelle versioni 4.2 V8 aspirata e 3.0 V6 biturbo con potenze rispettivamente di 420 CV e 630 CV. Il peso di appena 1.200 kg favorisce inoltre le prestazioni, all’altezza dei modelli più performanti della Casa del Tridente. A esaltare ulteriormente il lato sportivo della Mostro vi sono infine il cambio sequenziale meccanico a 6 rapporti con innesti frontali e sospensioni anteriori e posteriori regolabili di tipo push-rod.
Come l'Alfa e l'Omega della tradizione cristiana il nostro viaggio si conclude nel segno del principio. L'ultimo modello griffato da Zagato vede infatti ancora protagonista la Casa del Biscione, in una collaborazione che ha visto i due marchi stringere un legame per ben 18 vetture differenti. Nel 2021 la carrozzeria Zagato ha festeggiato i cento anni dalla sua prima collaborazione con l’Alfa Romeo e per celebrare questo storico traguardo ha dato vita a un progetto giustamente ambizioso, capace di affondare le sue radici nel passato ma, al contempo, di abbinare soluzioni tecniche di ultima generazione. È nata così l'idea della Giulia SWB Zagato realizzata in esemplare unico. Con questo suo ultimo lavoro, Zagato ha voluto unire suggestioni di epoche diverse, abbinando al 2.9 V6 da 540 CV della Giulia GTAm il cambio manuale della Quadrifoglio e una carrozzeria in fibra di carbonio, inedita nelle sue forme da coupé. Un modello a sua volta influenzato dallo “sguardo” dell’Alfa Romeo SZ, la grintosa coupé allestita alla fine degli anni ’80 da Zagato sulla meccanica transaxle dell’Alfa 75 3.0 V6.
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