Il vero Drift King, Keiichi Tsuchiya, rimasto impressionato dalla Dodge Challenger Hellcat

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La Dodge Challenger Hellcat Redeye Widebody non è così comune da avvistare per la strada anche negli States, figuriamoci in Giappone. Eppure Keiichi Tsuchiya, il vero Drift King, è riuscito a metterci le mani sopra grazie ad un amico che l’ha acquistata e importata un anno fa, e l’ha portata in pista per vedere come si comporta.

Sul suo canale YouTube intitolato Drift King TV, DK si è messo quindi alla guida della muscle car, rimanendo basito di fronte a quello che mette sul piatto. La Challenger SRT Hellcat è una muscle car di nome e di fatto, e il suo motore V8 da 6.2 litri eroga 800 CV e soprattutto 958 Nm di coppia, scaricati violentemente sulle ruote posteriori, tanto da farle pattinare anche quando si accelera in autostrada a 100 km/h. Una forza della natura che bisogna saper domare, anche se vi chiamate Tsuchiya: il pilota giapponese infatti l’ha definita come un’auto a cui piace il pericolo, proprio a causa del suo comportamento.

Ciò nonostante, i tecnici Dodge sapevano che l’auto poteva diventare una trappola mortale nelle mani sbagliate, e infatti come messo in luce dl re delle sbandate, l’auto non è mai completamente libera dalla supervisione dell’elettronica. Keiichi ha provato in tutti i modi ad esibirsi in derapate degne del suo nome, ma quando l’auto raggiunge un certo angolo l’elettronica interviene rendendo impossibile andare oltre.

Il pilota ha poi notato un peso non indifferente che limita in maniera evidente la vettura, e ad essere onesti abbiamo perso il conto di quante volte ha ripetuto “è pesante, non si ferma!”. In ogni caso DK è rimasto sbalordito da quanto sia muscolosa e cattiva, e l’ha trovata estremamente divertente da portare al limite.

Prima di chiudere vogliamo ricordarci che Keiichi Tsuchiya non è soltanto celebre per il drift, ma anche nelle altre discipline del motorsport: è stato due volte vincitore di categoria alla 24 ore di Le Mans, e ha corso anche nel Super GT e altri campionati minori, dove ha sempre messo in mostra questa sua innata capacità di mettere “di traverso” la vettura per farla andare ancora più forte. Solo dopo è nata la vera e propria disciplina del drift che tutti conosciamo.