Uber, Taxi e mezzi pubblici sopravviveranno al covid-19?

Uber, Taxi e mezzi pubblici sopravviveranno al covid-19?
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Che ne sarà di Uber, Taxi, e mezzi pubblici nell'era post covid-19? Due sondaggi negli USA hanno cercato di capirlo. Il risultato non si discosta molto da quello che potete immaginarvi: nessuno vuole saperne più nulla, e in genere la gente ora è meno propensa ad usare mezzi di mobilità condivisa.

Due indagini di due istituti diversi, una di CarGurus e e l'altra di IBM, hanno chiesto agli americani se continueranno ad usare Taxi, Uber e mezzi pubblici come prima. La risposta media è stata: "scherzate, vero?".

Ovviamente il covid-19 ha avuto un forte impatto sulle nostre abitudini, e probabilmente gli effetti della pandemia continueranno a perdurare a lungo. Secondo lo studio di IBM, che ha coinvolto 26.000 americani, il coronavirus provocherà un aumento nell'uso quotidiano dei mezzi strettamente privati come le auto di proprietà. È un importante inversione di rotta, se si considera che ultimamente i servizi di car sharing stavano acquistando una forte popolarità.

Da entrambi gli studi risulta che più di un intervistato su due dice di aver sviluppato una diffidenza per i servizi di mobilità condivisa (come Uber), e il 39% dice di voler ridurre o non usare affatto questi servizi. Lo studio dell'IBM evidenzia che il 24% degli intervistati ha scelto di non voler utilizzare più i taxi.

Il 28% degli intervistati ha poi detto di voler utilizzare meno gli autobus o gli altri mezzi pubblici.

Morale? Aumenterà l'uso delle auto private: scelta che dice di aver fatto il 49% degli intervistati da CarGurus e il 70% di quelli sentiti da IBM. Il 25% annuncia di voler usare esclusivamente l'auto di proprietà per gli spostamenti.

A Milano, proprio per evitare quest'ultimo scenario, è stato predisposto un piano di potenziamento delle piste cicabili: si chiama operazione Strade Aperte.