TSMC vuole mettere fine alla crisi dei semiconduttori: le cose stanno per cambiare?

TSMC vuole mettere fine alla crisi dei semiconduttori: le cose stanno per cambiare?
di

E' circa un anno ormai che la crisi dei semiconduttori si fa sentire in tutto il pianeta. Dalla fine della scorsa estate infatti ha cominciato a palesarsi una scarsità di prodotti tecnologici senza precedenti, ma il fenomeno è arrivato alla portata del grande pubblico con l'arrivo dell'autunno.

Una concomitanza di fattori ha portato i semiconduttori ad avere un'offerta infinitamente inferiore alla domanda: riduzione produttiva per via del coronavirus, lancio di nuovi processori NVIDIA e AMD, debutto delle console di ultima generazione e moltiplicarsi di prodotti facenti uso di chip complessi.

Fino a pochi anni fa le linee produttive delle autovetture non avrebbero subito più di tanto la carenza di semiconduttori, ma adesso i veicoli moderni godono di sistemi avanzati ed infotainment tuttofare che non possono prescindere da processori all'ultimo grido.

Ecco che in men che non si dica alcuni modelli di auto sono diventati praticamente irreperibili e, giusto per fare un esempio, possiamo tirare in ballo non solo lo stop alla produzione per gli stabilimenti di Ford, Stellantis, Honda eccetera, ma anche i forti rincari inerenti sia le auto nuove che quelle usate. La situazione peggiore è forse quella in cui si trova la Chevrolet Corvette, la quale ha sempre avuto una forte domanda e un prezzo effettivo superiore a quello consigliato, ma nell'ultimo periodo è diventata inacquistabile.

I produttori di chip ovviamente non se ne stanno con le mani in mano, e mentre leggete questo articolo i colossi del settore stanno aprendo nuove linee per soddisfare la domanda. A questi si aggiunge anche TSMC, che ha messo nei propri piani la costruzione di nuovi stabilimenti in Giappone e Stati Uniti. Purtroppo gli effetti della recentissima decisione non si faranno sentire in poche settimane, ma l'investimento supera i 10 miliardi di dollari, per cui si spera che entro il 2022 la crisi globale della tecnologia volga al termine.

Avviandoci a chiudere senza cambiare argomento vogliamo citare una stima pubblicata non molte settimane fa da AlixPartners, una società americana di consulenza: la crisi dei chip potrebbe costare 90 miliardi di euro all'industria automobilistica. Nel frattempo Tesla si muove sempre con uno stile tutto suo: una lettera agli azionisti palesa un tentativo di dribbling del fenomeno.