SsangYong vicina al fallimento, Mahindra la invita a cercare un nuovo socio

SsangYong vicina al fallimento, Mahindra la invita a cercare un nuovo socio
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Un orribile natale in casa SsangYong. Mahindra, controllante della casa coreana, prosegue nel suo "piano di abbandono". Nella primavera 2020, in piena crisi pandemica, Mahindra ha chiuso i rubinetti di SsangYong annullando un piano di investimenti per 400 milioni di euro.

Il nuovo programma di ristrutturazione di Mahindra, appena presentato, ufficializza di fatto il disinteressamento verso SsangYong, che è invitata a cercare un nuovo socio. Ancora nessuna trattativa ufficialmente avviata, le voci di corridoio indicano Hyundai come possibile soluzione. Il gruppo coreano comprende anche Kia Motors, con l'acquisto di SsangYong si creerebbe quindi un mega gruppo contenente i tre maggiori produttori della Corea del Sud. Non è scontato che qualcuno si faccia avanti per rilevare l'azienda, le condizioni economiche in cui versa potrebbero spaventare gli acquirenti: SsangYong recentemente non ha rispettato la scadenza di un prestito, e relativi interessi, per 66,3 milioni di euro. Nessun accordo in vista con i creditori per la proroga dei termini di rimborso. Per evitare lo stop della produzione è stata presentata un'istanza per l'amministrazione controllata.

Se nessun pretendente si farà avanti è probabile che SsangYong fallisca e chiuda. Nel 2010 l'azienda coreana è andata vicina ad uno scenario simile e proprio Mahindra l'aveva salvata.

SsangYong nel 2018 era a capo del Satisfaction Index: il brand era quello che soddisfaceva più i clienti. Da allora un continuo calo delle vendite e poi la crisi economica globale scaturita dalla pandemia, proprio nel momento in cui era previsto il rilancio. In Italia è presente con cinque modelli: la crossover compatta Tivoli, la XLV, la Korando (di cui era attesa una versione elettrica), la Rexton e il pick-up Rexton Sports.