
Scarsa diffusione auto elettriche in Italia? 'Gli stipendi andrebbero alzati del 50 o 60%"
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Secondo il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, le auto elettriche non stanno prendendo piede in Italia per via degli stipendi troppo bassi degli italiani: di fatto considera gli EV ancora troppo cari.
In Italia il mercato delle auto elettriche pesa solamente il 3,9 per cento, numeri ancora molto bassi se rapportati alle big d'Europa e soprattutto ai Paesi nordici, e secondo il noto esponente del governo Meloni, il prezzo è ancora oggi uno scoglio insormontabile per molti.
Un problema purtroppo noto e risaputo, evidenziato anche da un recente rapporto secondi cui il 70% degli italiani vorrebbe acquistare un'auto elettrica, ma nei fatti la acquista solo una piccolissima percentuale.
"La natura del ritardo in Italia della transizione verso le auto elettriche è un fatto principalmente di ordine economico perché il salario medio italiano avrebbe bisogno di un'integrazione almeno del 50 o 60% per essere alla pari del salario tedesco", le parole di Fratin intervenendo all'Automotive Business Summit 2023 organizzato da Il Sole 24 Ore.
Come risolvere tale situazione quindi? "Si dovrebbe di fatto avere un incentivo, una contribuzione pubblica per l'elettrico di dimensioni, triple, quadruple rispetto all'attuale stanziamento che, però, fa parte del bilancio del mio ministero precedente, il Mimit. Questo credo che sia uno degli sbarramenti principali. Noi abbiamo anche un bilancio dello Stato che non può permettersi interventi di questo genere, quindi il percorso è quello che riguarda il sistema industriale, il sistema produttivo per arrivare a dei prezzi che siano compatibili con il mercato. È una questione di tempi, di salari, di cultura".
Fratin ha poi fatto l'esempio della Spagna: "Anche in Spagna, ad esempio, non tira così tanto l'elettrico perché naturalmente se il mezzo costa 70.000, 80.000, 60.000 euro con un salario medio di 1.200 euro vuol dire che ci vorranno 4 o 5 anni di lavoro per raggiungere quell'obiettivo. E' una questione di tempi, di salari, di cultura. Peraltro, nel piano nazionale integrato energia e clima, io ho previsto sei milioni al 2030 perché sono convinto che andando avanti ci sarà una crescita molto più accentuata".
Il ministro ha infine parlato del parco auto italiano alquanto datato: “L’Italia ha 40 milioni di veicoli, ha due milioni e mezzo di Euro 1 e Euro 2 che inquinano 28 volte un Euro 6. Quando ero al Mise abbiamo incentivato il cambio verso Euro 5 ed Euro 6 nel quale chi cedeva una Euro 1 o Euro 2 prendeva l’incentivo per rinnovare il parco auto. È un’azione che va fatta compatibilmente col bilancio dello Stato”, ha concluso.
FONTE: rainews
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