Renault-Nissan: alleanza a rischio dopo l'arresto di Carlos Ghosn

Renault-Nissan: alleanza a rischio dopo l'arresto di Carlos Ghosn
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Il recente arresto di Carlos Ghosn, che resterà in custodia per almeno altri 10 giorni senza possibilità di cauzione, rischia di mettere in serio pericolo la storica alleanza tra Nissan e Renault che, dopo aver acquisito il controllo di Mitsubishi, ha iniziato a contendersi il titolo di primo costruttore al mondo del settore automotive.

Le reazioni all'arresto di Ghosn da parte delle due parti dell’alleanza sono state decisamente differenti. Renault, infatti, punta a nominare un sostituto temporaneo di Ghosn mentre Nissan e Mitsubishi progettano l’estromissione completa del dirigente accusato di “atti significativi di cattiva condotta” secondo il punto di vista nipponico.

Il consiglio di amministrazione di Renault ha già nominato Philippe Lagayette, CEO di JP Morgan France e membro del consiglio di amministrazione Renault, come presidente ad interim, mentre il ruolo di CEO è stato affidato al COO Thierry Bollore.

Da notare come la scelta di Renault di sostenere Ghosn vada contro le raccomandazioni del ministro delle finanze francese Bruno Le Maire, che reputa il manager non più adatto a guidare il gruppo francese, che rappresenta una parte considerevole dell’industria transalpina. Il parere del Governo d'oltralpe, proprietario del 15% di Renault, è comunque rilevante per le decisioni del gruppo e potrebbe pesare, nel prossimo futuro, sul definitivo allontanamento di Ghosn.

Prima di procedere con decisioni definitive, il management di Renault ha chiesto a Nissan di fornire tutte le informazioni relative all'indagine interna, in corso da diversi mesi, sul comportamento del presidente dell’alleanza. Il consiglio d’amministrazione della casa transalpina, inoltre, ha specificato come l'alleanza con Nissan e Mitsubishi resti una priorità per il gruppo.

In conclusione, specifichiamo che l’arresto preventivo di Ghosn potrà durare sino a un massimo di 23 giorni. Scaduto questo termine, le autorità nipponiche dovranno formalizzare un’incriminazione contro il manager.