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Luca De Meo, numero uno di Renault e presidente di ACEA, Associazione Europea dei Costruttori di Automobili, è sempre stato scettico nei confronti del ban dell'Ue a benzina a diesel dal 2035, e negli scorsi giorni ha ribadito i suoi dubbi.
Parlando con i microfoni di Repubblica il manager milanese si dice convinto che l'Unione Europea debba rivedere la sua legge, posticipandola di cinque anni: “Il treno ha già lasciato la stazione, non possiamo più tornare indietro perché non conviene dal punto di vista del business. Abbiamo già investito decine e decine di miliardi e altrettanti ne metteremo. L’unica cosa che dobbiamo fare è cercare di vincere questa sfida e noi come Renault lo stiamo facendo. Entro la fine dell’anno ci sarà lo spinoff di Ampere, la società dedicata all’elettrico. La strada ormai è segnata. Questo non vuol dire che la Ue non debba ripensare alcuni paletti: uno slittamento, dal 2035 al 2040, permetterebbe di far crescere ancora il mercato dell’elettrico. E se poi ci sarà un riconoscimento della neutralità tecnologica, ancora meglio”.
Ma i prezzi delle vetture, tenendo conto che oggi un'auto nuova in Italia sfiora i 30mila euro, si abbasseranno? De Meo la vede dura: “Non vedo questa dinamica. Dopo un anno di inflazione, immagino un periodo deflattivo su energia, logistica e materie prime. Situazione che si può gestire in due modi: o si abbassano i costi e i prezzi o si abbassano i costi e si tengono i prezzi stabili. Credo che noi, ma anche molti dei nostri competitor, opteremo per questa seconda strada. Non ci sarà una rincorsa ai volumi. Facciamo più soldi adesso che vendiamo 2 milioni di auto di quando ne vendevamo 3,5 milioni. C’è stato un aumento strutturale dei prezzi ed è difficile che si possa tornare indietro. Vogliamo mantenere i margini”.
Una politica molto differente quindi rispetto a quella di Tesla: “Quella di Tesla si basa sull’ipotesi che un giorno, non tanto definitivo, una macchina su quattro sul pianeta sarà una Tesla. Vuol dire arrivare a 20 milioni di auto. Ora sono a 1,8 milioni, c’è ancora un po’ di strada. I loro margini si sono ridotti, il 20% è lontano. Ecco, diciamo che se avessi fatto io una cosa del genere sarei già a casa. Ma io gioco ancora con le regole del vecchio testamento”.
Critiche anche nei confronti dell'Euro 7: “Non ha senso, da tutti i punti di vista – spiega schietto De Meo - anche il governo francese si oppone. Le regole vanno riviste, conservando comunque la nuova attenzione all'inquinamento che proviene da freni e pneumatici. Per i motori è assolutamente impossibile soddisfare entro il 2025 i limiti imposti da Euro 7 con regole che non sono state ad oggi ancora definite. Ed è la dimostrazione che c’è un baco nel sistema: sulle auto da un po’ di anni a questa parte si sta aggiungendo tecnologia, si stanno aumentando i pesi, si incrementano i costi, si alzano i prezzi. In realtà si dovrebbe fare esattamente il contrario per ridurre l’impatto ambientale e renderle più accessibili”.
Chiusura dedicata alla Cina, che sta guadagnando sempre più fette di mercato a livello mondiale. Ma il CEO di Renault non è spaventato: “Abbiamo affrontato le case statunitensi, poi le giapponesi e le coreane. Certo, la Cina ha vantaggi su materie prime, capacità produttiva delle batterie e parte dalla produzione di 6 milioni di mercato interno. America è chiusa da regolamenti stringenti. La cosa più naturale è che vengano in Europa. Saranno un competitor importante. Noi con Ampere vogliamo mettere di fronte a Tesla, Byd , Geely, una società che giochi con le stesse regole e talenti. Questo è un nuovo sport. Ci motiverà a essere migliori. La competizione dovrà essere però simmetrica, per me questo è l’importante. Se accogliamo i costruttori cinesi qua, come è giusto che sia, noi dovremmo poter accedere al mercato cinese e approfittare del della loro tecnologia”.
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