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20.000 euro. E' questo il prezzo che le case automobilistiche hanno messo nel mirino in vista della produzione di auto elettriche nell'immediato futuro. Dopo che Volkswagen ha annunciato l'ID 1, che dovrebbe costare la cifra di cui sopra, anche Renault ha spiegato di essere al lavoro su una “piccola” non troppo cara.
Al momento non esiste sul mercato un EV così economico visto che, se si guardano le auto elettriche meno care in Italia si parte da 21mila euro, di conseguenza si tratta di un obiettivo ambizioso e nel contempo interessante, che potrebbe far avvicinare la massa al mondo dell'elettrico.
L'idea di Renault, come scrive Autocer è quello di produrre una vettura che possa sfidare proprio l'ID 1 e che dovrebbe fare la sua comparsa sul mercato però solo fra 4 anni, nel 2027. "È una delle cose che consentirà la democratizzazione dei veicoli elettrici e che potenzialmente aumenterà il volume", le parole del CEO De Meo in riferimento all'introduzione di un'auto dai prezzi contenuti.
Il numero uno di Renault ha poi strizzato l'occhio alle Keicar, fenomeno che spopola in Giappone, sottolineando: "Mi piace molto l'idea di tradurre in un linguaggio europeo il concetto di kei car in Giappone. Penso che sia intelligente, perché non si tratta solo di un problema di prodotto. È una questione di prodotto e di regolamentazione per consentire una mobilità umana efficiente e a basso impatto".
Si tratta di vetture estremamente compatte, quindi poco inquinanti e dal costo contenuto, e sull'isola nipponica spopolano tenendo conto che nel 2022 ne sono state vendute 4,2 milioni, una su tre.
In ogni caso tutto tace in merito alla futura auto elettrica economica di Renault e non è da escludere possa prendere spunto dalla Spring EV del marchio “fratello” Dacia, offerta ad un prezzo molto interessante.
De Meo ha concluso il suo intervento dicendo: “In questo momento sono presidente dell'Associazione europea dei produttori di automobili. Stiamo combattendo contro alcune delle cose che non consideriamo giuste per l'industria ma d'altra parte, siamo totalmente consapevoli che dobbiamo anche portare soluzioni ai problemi, dalla qualità dell'aria alla decarbonatazione e penso che essere in grado di produrre un'auto di sottosegmento D, o segmento A, a basso impatto, sia probabilmente una delle soluzioni che l'industria europea può portare".
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