Quattro nuove piattaforme per il futuro elettrico di Lotus

Quattro nuove piattaforme per il futuro elettrico di Lotus
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Il primo teaser della Lotus Emira ci ha lasciato un gusto agrodolce in bocca. La nuova sportiva inglese ha un design mozzafiato e si preannuncia entusiasmante da guidare, ma ci ricorda che, proprio con lei, l’azienda fondata da Colin Chapman abbandonerà i motori termici in favore dei propulsori elettrici.

Dopo 73 anni Lotus ha deciso di cambiare strategia orientando il marchio verso scelte votate all’ecologia, ma l’utilizzo della propulsione elettrica apre le porte a nuove sfide e mostra soprattutto nuovi orizzonti. Primo tra tutti l’espansione della gamma, che al momento è espressamente dedicata ai veicoli sportivi e ad alte prestazioni.

Nell’articolo dedicato al primo reveal della Lotus Emira, abbiamo nominato la Sports Car Platform, il telaio su cui è costruita appunto l’auto, che rappresenta solo la prima di quattro nuove piattaforme su cui potrà contare la casa di Hethel per ampliare la sua gamma. La seconda piattaforma si chiama Hypercar ed è chiaramente quella montata sulla Lotus Evija da 2.000 cavalli.

La terza variante si chiamerà Evolution e sarà espressamente dedicata a un nuovo tipo di modelli che la casa racchiude sotto al termine di lifestyle vehicles, tra i quali dovrebbe esserci anche il primo SUV marchiato Lotus. L’ultima piattaforma non ha ancora un nome specifico, ma all’interno dell’azienda viene chiamata E-Sports. Questa verrà condivisa con Alpine per la creazione di diverse vetture sportive, grazie a un’architettura modulare e flessibile, che molto probabilmente incarnerà lo spirito originario delle auto Lotus, che da sempre è un punto di riferimento nell’handling grazie al peso contenuto delle sue auto.

Secondo il costruttore, la piattaforma E-Sports contiene il vero carattere Lotus, e dovrà garantire un’esperienza “For The Drivers”, con l’obiettivo di produrre vetture EV che abbiano un peso paragonabile alla gamma attuale. Il vero tallone d’Achille delle auto elettriche sta proprio nel peso, ma con l’avanzamento tecnologico le case costruttrici potrebbero riuscire a immagazzinare energia anche nella carrozzeria delle auto.