Ecco perché puntare solo sul Full Electric è sbagliato: Toyota invoca la scienza

Ecco perché puntare solo sul Full Electric è sbagliato: Toyota invoca la scienza
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Dopo la decisione della UE di vendere solo nuove auto elettriche a partire dal 2035 il mondo automotive si è di fatto spaccato in due: chi è completamente d’accordo con la decisione opposto invece a chi pensa che puntare solo su EV sia sbagliato. Fra questi ultimi anche Toyota che continua la sua battaglia contro il Full Electric.

L’atteggiamento “ostile” tenuto negli ultimi anni da Toyota nei confronti delle Full Electric è costato il posto allo storico CEO Akio Toyoda appena una settimana fa, con la società intenta a svecchiarsi leggermente e a dare più spazio alle nuove tecnologie. Nonostante questo l’azienda sembra non demordere e a supporto delle sue tesi ha persino chiamato in causa la scienza.

Secondo lo scienziato Gill Pratt, Chief Scientist proprio di Toyota Motor Corporation, puntare solo e soltanto su auto Full Electric è sbagliato, del resto è ciò che pensa anche Mazda… Secondo Pratt per avere davvero un futuro sostenibile bisogna diversificare le tecnologie, dunque mescolare gli EV a vetture ibride e ad altre motorizzazioni green. Dunque non si può dire che Toyota sia completamente contraria al Full Electric, pensa piuttosto a un giusto mix di motorizzazioni per non puntare tutto su auto a batteria.

Le grandi batterie delle auto elettriche sarebbero infatti le responsabili degli scarsi benefici di questo storico switch. Pratt ha preso ad esempio una flotta di 100 auto a combustione interna con emissioni medie di 250 g/km di CO2: creando una sola grande batteria da 100 kWh, il risparmio in termini di CO2 sarebbe soltanto di 1,5 g/km per l’intera flotta, producendo invece 90 batterie da 1,1 kWh con la stessa quantità di litio per sfruttarle all’interno di auto Full Hybrid farebbe scendere le emissioni medie dell’intera flotta a 205 g/km, pur lasciando nel mix 10 auto Full ICE.

Pratt ha anche fatto l’esempio della Tesla Model X, una vettura elettrica enorme la cui batteria offre 480 km di autonomia: considerando che il tragitto quotidiano di un utente medio sia di soli 48 km, i restanti 432 km disponibili sarebbero soltanto “peso morto”, mentre i 48 km originari potrebbero essere coperti da una Full Hybrid a bassissime emissioni. Un discorso davvero complesso che potrebbe in effetti avere un senso, a patto però che le Full Hybrid diventino la motorizzazione più diffusa. Certo qualcuno potrebbe anche far notare che Pratt lavora per Toyota, l’azienda leader nel settore del Full Hybrid, una tecnologia su cui investe da decenni e che ancora oggi ha pochi validi concorrenti, questa però è un’altra storia…