La nascita di Stellantis segnerà la fine del marchio Chrysler?

La nascita di Stellantis segnerà la fine del marchio Chrysler?
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La fusione tra PSA e FCA, che darà vita al gruppo Stellantis, non sarà indolore per tutti i marchi del gruppo. Carlos Tavares, attualmente a capo di PSA, sarà probabilmente la figura che avrà l'onere di staccare la spina ai brand meno redditizi.

Sarà innanzitutto interessante capire come il gruppo gestirà i marchi Fiat e Peugeot in Europa, sovrapponibili in molti mercati. La piattaforma CMP di PSA diventerà la base per molti vetture facenti parte dei brand FCA, come ad esempio la futura Fiat Punto, e lo stabilimento di Tychy, Polonia, sarà un punto di riferimento nel futuro di Stellantis. In tutto ciò le fabbriche italiane operano al di sotto della capacità produttiva, le speranze di mantenere la forza lavoro in Italia sono affidate soprattutto ai marchi Maserati ed Alfa Romeo, seppur voci di corridoio indicano una futura Alfa polacca.

Il contesto nordamericano appare molto meno intricato e di facile lettura: i marchi Jeep e RAM sono redditizi, mentre Chrysler è da anni abbandonata al suo destino. Sul listino lo storico marchio nato a Detroit nel 1925 è rimasto soltanto con la vecchia 300 e il minivan Pacifica. Le vendite, già non entusiasmanti, hanno visto un ulteriore calo del 19% nell'ottobre 2020. Parte della forza del gruppo FCA nella fusione deriva dalla rete di concessionari negli Stati Uniti, mercato a cui Tavares ambisce col marchio Peugeot. Le operazioni nelle Americhe di Stellantis saranno gestite da Mike Manley, attuale CEO FCA.

Nonostante Lancia vanti un record ancor più negativo, con la sola Ypsilon in commercio, la sua sopravvivenza sembra garantita dai volumi venduti e dalla sua redditività. Non desta quindi stupore la possibilità che sorga una nuova generazione di Ypsilon su pianale CMP.