Mario Andretti e l'ultimo giro sulla Honda IndyCar a due posti

Mario Andretti e l'ultimo giro sulla Honda IndyCar a due posti
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Mario Andretti ha fatto la storia dell'automobilismo, il pilota italoamericano è uno dei pochi profili vincenti sia nel vecchio che nel nuovo continente. Nel 1969 vinse la Indy 500 e nel 1978 divenne campione del mondo di Formula 1, due perle in un palmarès sconfinato.

Da dieci anni Andretti è il pilota ufficiale della Honda IndyCar a due posti, una bizzarra vettura a ruote scoperte che permette di vivere il brivido di una gara IndyCar da passeggeri. Questi ultimi sono ovviamente o molto fortunati o molto famosi, ad esempio il secondo sedile è stato occupato da Lady Gaga e Nick Cannon. Il destino ha voluto che Steve Cole Smith, giornalista presso The Drive, sia stato l'ultimo passeggero di Andretti: dopo un decennio Honda ha sollevato dall'incarico la leggenda italoamericana. Pur non essendoci stato un comunicato ufficiale sulle motivazioni è probabile che le 80 primavere del campione, saranno 81 a febbraio, non abbiano giovato al proseguimento della collaborazione.

Smith ha saggiato le abilità di una IndyCar, e della guida di Andretti, prima del Grand Prix di St. Petersburg, svolto nel tracciato cittadino in Florida. In un cittadino le cose più spaventose sono le barriere, che sembrano sfiorarti, e le carreggiate ridotte. Mario, per sua stessa ammissione, ha spinto la vettura all'85% delle sue capacità, quanto basta per raggiungere i 265 km/h nel rettilineo principale.

Nella chiacchierata avvenuta tra Smith e Andretti a fine prova era evidente l'amore che il pilota nutre verso automobili e motorsport: “Qui possiamo correre in modo sicuro all'80 o all'85 percento delle nostre capacità, si spera che così tu possa apprezzare ciò che fanno i nostri piloti in gara. Questo è il motivo per cui lo faccio. Perché lo adoro.” Questa è stata l'ultima volta di Andretti nella Honda IndyCar a due posti, una sorta di ritiro dopo il ritiro dalle competizioni, l'ultimo giro di un campione senza tempo.

Mentre la IndyCar vive la sfida tra Dixon e Newgarden e la Formula 1 è dominata da Hamilton, si aprono spiragli sul futuro di nuovi promettenti piloti, per Mick Schumacher in Haas si attende solo il comunicato ufficiale. Il rookie dovrà sfidare in griglia anche Fernando Alonso, al ritorno in Formula 1 dopo due anni di pausa. (foto copertina Howard Walker)