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Al Salone dell'Automobile di Parigi svoltosi nel 2008 Lamborghini mostrò al pubblico la fantastica Estoque. Si trattava di una potentissima ammiraglia di lusso, la quale avrebbe coniugato uno stile esterno fantastico, interni opulenti e comodi e prestazioni fuori dal comune.
La vettura sfruttava il telaio in alluminio della Audi A8 e il poderoso motore V10 della Lamborghini Gallardo, che mandava verso tutte e quattro le ruote ben 560 cavalli di potenza tramite un cambio a doppia frizione e sette rapporti. All'epoca si parlava di uno 0 a 100 km/h da supercar e di una velocità di punta pari a 305 km/h.
Ancora oggi molti a molti appassionati torna l'acquolina alla bocca ripensando alla Estoque, ma per qualche motivo la casa di Sant'Agata Bolognese decise di non avviarne la produzione in serie. All'epoca Lambo era già di proprietà del Gruppo Volkswagen, e a quanto pare i dirigenti di alto livello del colosso tedesco non erano particolarmente convinti del progetto, e hanno piuttosto preferito puntare tutto sulla Porsche Panamera, apparsa più convincente ai loro occhi.
Tra il 2009 e il 2010 la macchina rimase nel limbo dell'incertezza, con i deludenti dati di vendita di Lamborghini a spingere verso la commercializzazione e i dubbi a tenerla ancorata di fianco alle concept car. In quel momento l'idea era di renderla disponibile al pubblico entro la fine del 2012, con tanto di crash test di sicurezza già in programma e il completo rispetto delle norme per la protezione dei pedoni in un eventuale incidente.
Dopo varie riunioni decisionali i dirigenti, capeggiati da quello che all'epoca era il CEO della compagnia, Stephan Winkelmann, propesero per accantonare il progetto relegandolo ad una semplice esplorazione tecnica e di mercato.
Un modello Lamborghini accogliente e a quattro porte è rimasto nell'aria per molto tempo, e con ogni probabilità ha portato alla attuale Urus, che senza alcun dubbio ha riscontrato un grande successo. Allo stesso tempo però il super SUV ha spaccato gli appassionati, poiché a molti non è andata giù l'idea di un SUV sportivo a soppiantare una performante berlina.
Adesso il brand italiano sta attraversando un periodo di forte trasformazione, durante il quale passerà dal produrre esclusivamente modelli con motore termico ad affidarsi per intero alla propulsione elettrica. Questo però non deve preoccupare i sostenitori della combustione interna, perché l'erede della Aventador si affiderà una certamente una soluzione ibrida, ma la stragrande maggioranza dell'output deriverà da un V12 nuovo di zecca.
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