Jeremy Clarkson vs rivoluzione green: 'Le auto termiche non sono razzi nucleari!'

Jeremy Clarkson vs rivoluzione green: 'Le auto termiche non sono razzi nucleari!'
di

Jeremy Clarkson torna a rubare la scena, del resto lo storico conduttore di Top Gear, noto giornalista britannico e volto di The Grand Tour, è pubblicamente senza peli sulla lingua e ogni volta che parla o scrive, sgancia delle vere e proprie bordate.

Recentemente Jeremy Clarkson ha giudicato la guida autonoma una follia, e soltanto pochi giorni fa ha pubblicato una foto del trio, che potrebbe far presagire un ritorno a Top Gear.

Le ultime parole sono state contro la rivoluzione green, che Clarkson sembra giudicare in maniera eccessiva. Nel suo ultimo editoriale pubblicato sul Sun, il volto noto del piccolo schermo si è schierato apertamente contro l'amministrazione di Londra, sottolineando ciò che a suo modo di vedere non sta girando a meraviglia.

Jeremy Clarlson si è lamentato del sistema di trasporto, che lo stesso definisce senza speranza e citando il caso di alcuni ingegneri che hanno notato un treno traballante nell'Oxfordshire a inizio aprile e che prima hanno deciso di imporre un limite di velocità e quindi hanno deciso di chiudere lo stesso per effettuare delle riparazioni.

Il conduttore di The Grand Tour dice di rimpiangere i bei tempi andati quando, a suo modo di vedere, la Gran Bretagna funzionava bene e non ci sarebbe voluto fin troppo tempo per sistemare le cose. Cita ad esempio il caso di alcuni ingegneri che hanno ridotto lo scartamento sulla linea Londra-Bristol in una sola notte, mentre oggi, a suo avviso, servirebbero tre mesi.

Ma non finisce qui, visto che Clarkson sgancia bombe anche contro i detrattori dell'auto con motore termico, sottolineando che alcuni considerano l'automobile con il motore a combustione interna quasi come se fosse un missile nucleare, di conseguenza è molto complicato muoversi ad esempio lungo la tangenziale di Oxford. L'unica alternativa, precisa e conclude Clarkson, sarebbe quella di prendere delle strade secondaria, ma che per il giornalista inglese sono rimaste ai tempi del Medioevo.