La guerra peggio della Pandemia e della crisi dei chip: intervista al CEO Volkswagen

La guerra peggio della Pandemia e della crisi dei chip: intervista al CEO Volkswagen
di

Evidentemente non bastavano due anni di pandemia e una terribile crisi dei semiconduttori, alla Russia serviva anche una sgangherata guerra che non riguarda soltanto l'Ucraina ma il monto intero. Lo conferma anche il CEO del Gruppo Volkswagen, secondo cui una guerra prolungata sarebbe peggio di ogni altra cosa.

L'Ucraina sta sicuramente pagando il prezzo più alto dell'ultima follia Made in Russia, con perdite civili e città rase al suolo. Sul piatto c'è la sua stessa libertà, tutto il mondo occidentale però deve fare i conti col conflitto, con prezzi del carburante alle stelle (il diesel costa più della benzina e si vola verso i 2,50 euro al litro) e il rischio di rimanere senza scorte di gas e petrolio, almeno in Europa.

Secondo Herbert Diess, CEO del Gruppo Volkswagen, una guerra prolungata in Ucraina sarebbe decisamente peggio di due anni di pandemia e della crisi dei semiconduttori - situazioni di fatto non ancora risolte del tutto. Le catene di produzione rischiano di rimanere senza prodotti e materie prime e questo può portare a un innalzamento dei prezzi, a una scarsità di energia e un'inflazione in salita. Lo ha detto il manager al Financial Times, confermando una volta di più come l'invasione voluta dal governo di Putin possa tramutarsi in un disastro epocale - dopo due anni già terribili.

Diess ha ricordato come la Germania sia estremamente dipendente dalla Russia sul fronte energetico e delle materie prime: "Chiudere i rapporti commerciali con la Russia a causa di un conflitto senza fine sarebbe un disastro, non potremmo più comprare energia da loro e questo potrebbe mettere in difficoltà la Germania come tutta l'Europa", e da italiani lo sappiamo bene, visto che dipendiamo dalla Russia per oltre il 40% del nostro fabbisogno energetico.

Volkswagen, come tanti altri marchi occidentali, ha fermato la produzione di automobili in Russia per protestare contro l'invasione in Ucraina, la stessa Russia però ha risposto che nazionalizzerà le fabbriche che non continueranno a lavorare, una situazione davvero surreale che pone l'intera Europa sotto una cappa oscura di incertezza e tensione.