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Formula 1, la 'legge bavaglio' non piace a Bottas: 'Vogliono controllarci, perchè?!'
Continua a far discutere la 'legge bavaglio' introdotta dalla Federazione Internazionale dell'Automobile che obbliga i piloti di Formula 1 a non trattare argomentazioni politiche nel corso del weekend di gara: l'ultimo a storcere il naso è stato Valtteri Bottas.
Come fatto sapere negli scorsi giorni dal numero uno della FIA, Ben Sulayem a cui Liberty Media ha dichiarato guerra dopo alcune recenti esternazioni sulla possibile cessione del circus, il nuovo articolo 12.2.1. pone il divieto assoluto ai piloti di condividere pensieri a livello politico e sociale a meno che non vi sia stata esplicita autorizzazione da parte della Federazione: in poche parole, prima di esporsi i piloti dovranno chiedere il permesso.
“Credo che la FIA debba rimanere neutrale – sono le parole del numero uno della FIA in merito alla nuova legge - non può essere usata per un’agenda politica personale. I piloti devono fare lo sport, se vuoi fare altro dovrai avere un permesso, altrimenti è come fare un infrazione in pista. È molto chiaro quello che otterresti”.
Storce il naso Valtteri Bottas, che uscendo allo scoperto nelle scorse ore, intervistato da Expressen, ha spiegato: “Personalmente non mi piace la politica. Mi piace fare ciò che amo, ovvero correre, ma allo stesso tempo la politica fa parte della società di oggi. Penso che la Formula 1 abbia fatto un buon lavoro prestando attenzione ad alcuni di questi tipi di problemi e molti piloti hanno alzato la voce, incluso Sebastian Vettel. Non capisco perché vogliano controllarci. Penso che dovremmo avere il diritto di parlare di ciò che vogliamo. Io la vedo così, ma vedremo cosa accadrà”.
Diverso invece il parere di Zak Brown, team principal di McLaren, secondo cui: “La FIA ha il diritto di dire che questo è il codice di condotta che si aspettano che tu segua durante un fine settimana del Gran Premio". Infine il pensiero a metà di Toto Wolff, la cui Ferrari F40 è stata di recente messa all'asta, e che secondo cui sarebbe necessaria una maggiore mediazione fra la FIA e i piloti: "Ogni volta che Mohammed (Ben Sulayem ndr) ha parlato con Lewis (Hamilton ndr), e viceversa, è finita in modo positivo. Quindi non ho dubbi che quando le persone si siedono ad un tavolo assieme le cose appaiono meno dure rispetto a quando vengono scritte”.
FONTE: racefans
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