Gli effetti del coronavirus per l'automotive: in Italia crollano le immatricolazioni

Gli effetti del coronavirus per l'automotive: in Italia crollano le immatricolazioni
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Il settore automotive è sempre stato uno dei più esposti alle grandi crisi economiche. Ma quella indotta dall'epidemia covid-19 non ha precedenti per portata ed effetti. Le registrazioni di nuove auto sono crollate a picco, ed è proprio in Italia che è stato registrato uno dei cali più drammatici.

È ovviamente un grosso guaio per chi vive grazie all'automotive, dalle concessionarie ai dirigenti dei principali brand passando ovviamente per i dipendenti — come testimonia un utile approfondimento di Autocar che il magazine aggiorna su base quotidiana.

Jaguar Land Rover, ad esempio, ha confermato che sarà costretta a tagliare gli stipendi dei suoi dipendenti in via temporanea. Il brand ha registrato un calo delle vendite del 30,9% nei primi tre mesi del 2020.

PSA (Citroën, DS, Peugeot e Opel) prevede di chiudere il 2020 con un calo alle vendite del 25%. PSA fornisce anche una fotografia completa su quello che si aspetta per l'automotive a livello globale: il mercato cinese perderà il 10%, in America Latina si perderà il 25% mentre in Russia il 20%.

Lo stesso gruppo PSA ammette che si tratta di dati provvisori, e che al momento è difficile quantificare le perdite complessive per il 2020.

A marzo sono state immatricolate il 55.1% di auto in meno in Europa. Il dato è dell'EMEA, l'European Automobile Manufacturers Association. Il crollo più grave si registra proprio nel nostro Paese: in Italia le immatricolazioni sono crollate dell'85.4% su base annua. Seguono la Francia (-72,2%) e la Spagna (69.3%).

FIAT-FCA ha subito una bella botta: a Marzo i suoi brand (che includono anche Jeep, Lancia, Alfa Romeo e Dodge) hanno chiuso con un -76,6% alle vendite su base annua.

Nel frattempo c'è chi sostiene che il crollo del traffico stradale porterà dei risparmi per gli Stati. In California si parla di un risparmio di oltre 1 miliardo di dollari. L'altra grande questione è quella del crollo del prezzo del petrolio, che però in Italia sembra non avere effetti sul costo dei pieni. È soprattutto colpa delle accise sulla benzina.