Dieselgate, Volkswagen ora è indagata per manipolazione del mercato

Dieselgate, Volkswagen ora è indagata per manipolazione del mercato
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Non sono ancora finite le grane per Volkswagen, a distanza di anni continuano ad accumularsi accuse e sanzioni relative allo scandalo Diselgate. Ora la magistrature tedesca, per tramite della procura Braunschweig, ha aperto una nuova indagine sulla casa automobilistica tedesca. Questa volta l'accusa è di manipolazione del mercato.

La procura di Braunschweig, si apprende dalla stampa tedesca, sospetta che la dirigenza di Volkswagen avrebbe scientemente avvisato gli investitori in ritardo sui rischi del dieselgate.

Volkswagen, secondo la tesi della procura, avrebbe quindi omesso di comunicare tempestivamente ai partner finanziari la possibile portata del caso dieselgate sugli affari del gruppo. Dito puntato contro il Presidente del Consiglio di sorveglianza Dieter Poetsh, l'amministratore delegato Herbert Diess e l'ex dirigente Ad Martin Winterkorn. La vicenda risale allo scorso 2015.

Quello che VW non ha comunicato in tempi utili: i "rilevanti obblighi di pagamento del gruppo, nell'ordine di miliardi, risultanti dalla scoperta del cosiddetto 'scandalo-diesel'".

L'effetto della mancata comunicazione in tempi rapidi: "l'aver influenzato illecitamente le quotazioni in Borsa dell'azienda".

Un atto di accusa da 636 pagine, dove la procura collega ad ogni dirigente una data precisa, quella a partire dalla quale "sappiamo che non potevano non sapere". Winterkorn: maggio 2015. Poetsch: 26 giugno 2015. Diess: 27 luglio 2015.

Il dieselgate continua ancora a costare caro a Volkswagen: in Australia l'azienda rischia di pagare un risarcimento da 80 milioni di euro.