La diatriba fra Tesla e una sua cliente non accenna a placarsi: emergono nuovi dettagli

La diatriba fra Tesla e una sua cliente non accenna a placarsi: emergono nuovi dettagli
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Alcuni giorni fa, in occasione del Salone dell'automobile di Shanghai, vi abbiamo raccontato della donna cinese di nome Zhang la quale, proprio in occasione dell'evento, ha deciso di schierarsi pubblicamente contro Tesla a causa di un episodio verificatosi tempo addietro.

La cliente del brand di Elon Musk si è quindi arrampicata sul tettuccio di una Model 3 in esposizione per gridare a tutti:"i freni delle Tesla non funzionano!" La donna faceva riferimento ad un episodio per il quale, mentre si trovava a bordo di una Tesla Model 3, venne coinvolta in un incidente ad alta velocità. Alla guida della berlina elettrica c'era suo padre, che insieme a lei si è sempre difeso affermando che il sistema frenante dell'auto non avesse svolto il suo lavoro, additandolo quindi come causa scatenante dello schianto.

Il brand di Fremont è di recente passato al contrattacco condividendo tutti i dati tratti dalla vettura, i quali permettevano di capire che i freni erano stati efficacemente utilizzati più di quaranta volte nella mezz'ora precedente l'incidente, e soprattutto che un istante prima dell'increscioso evento la Model 3 si trovava abbondantemente oltre il limite di velocità per il tratto di strada in questione.

Adesso la compagnia di Elon Musk è tornata all'attacco rivelando al pubblico le varie interazioni che ha avuto con la donna. Attraverso la pagina ufficiale gestita tramite il social Weibo, il brand californiano ha dichiarato di aver avuto un'interazione con Zhang lo scorso 27 aprile nel tentativo di comunicare e trovare finalmente una soluzione al problema. Dopo una serie di contatti con la polizia in seguito alle proteste, Zhang sarebbe tornata a casa e si sarebbe espressa come segue con alcuni rappresentati Tesla:"Sono appena tornata. Ho bisogno di riparazioni. Spero che possiate mostrare un atteggiamento utile alla risoluzione del problema. Quando lo farete, potremo comunicare."

Tesla ha rivelato che Zhang si trovava sul sedile del passeggero anteriore nel momento dello schianto, e la polizia afferma che suo padre sia totalmente responsabile di quanto accaduto, in quanto non avrebbe mantenuto la distanza di sicurezza col veicolo che lo precedeva. Alcuni giorni dopo il traporto della Model 3 in officina, Zhang applicò dei sigilli su tutte le portiere affermando che altrimenti i dati sarebbero stati manomessi. Successivamente la vettura fu trasportata, per ordine di Zhang e senza ancora esser stata riparata, presso la concessionaria Tesla di Zhengzhou Fotamen, dove sarebbe stata esposta al pubblico come testimonianza dell'episodio.

Il giorno seguente la donna applicò alla fiancata della macchina uno striscione che recitava "i freni non funzionano", e dal quel momento Tesla cominciò ad offrire a Zhang la possibilità di far esaminare la Model 3 da un team di terze parti. Zhang rifiutò mettendo in dubbio la legittimità dell'analisi minacciando il brand di ripercussioni in termini di immagine pubblica.

Se credete che sia finita qui vi sbagliate, poiché Zhang tornò dopo poco tempo alla concessionaria per scrivere la solita frase direttamente sulla fiancata della macchina non ancora riparata tramite una bomboletta spray rossa:"i freni non funzionano." In seguito a un tentativo da parte di Tesla di appianare le divergenze tramite una discussione col marito di Zhang, quest'ultima fece spostare nuovamente la EV per portarla all'esterno di un altro salone espositivo, in modo tale da riaccendere la visibilità mediatica.

Il resto della storia è di dominio pubblico: lo scorso 19 aprile Zhang ha fatto la sua comparsa al Salone di Shanghai per gettare altra benzina sul fuoco, e a quanto pare l'incendio è divampato con tale violenza da interessare i notiziari di tutto il mondo.