La Cina indaga su Tesla per batterie che prendono fuoco, accelerate improvvise e altro

La Cina indaga su Tesla per batterie che prendono fuoco, accelerate improvvise e altro
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L’Europa passa spesso come il continente “brutto e cattivo” che ha troppe leggi e regolamentazioni, mentre negli USA e in Cina tutto (o quasi) è permesso. In realtà non è proprio così, anche nel Paese asiatico esistono severi controlli per quanto riguarda la sicurezza delle auto e Tesla è ora sotto osservazione.

Il produttore californiano è arrivato in Cina relativamente da poco, da quando la Giga Shanghai è stata messa in funzione, le auto vendute nel Paese però stanno avendo non pochi problemi - pensiamo a batterie che si incendiano, accelerate improvvise e impreviste e molto altro. Già lo scorso anno inoltre la grande T si era vista costretta a richiamare pressoché tutte le Model S e Model X importante in Cina per via di un problema alle sospensioni, insomma l’azienda di Elon Musk è più che mai osservata speciale.

Ora la conferma di una nuova inchiesta da parte del governo cinese: “Gli ufficiali del governo cinese hanno incontrato i rappresentati del produttore americano Tesla per alcuni problemi segnalati dagli utenti in merito a batterie che prendono fuoco, accelerazioni inaspettate, aggiornamenti software OTA non andati a buon fine” ha scritto l’agenzia Reuters. Immediata la risposta di Tesla: “Siamo profondamente rispettosi delle leggi e delle regolamentazioni cinesi, inoltre rispettiamo sempre i diritti dei clienti”, mettendosi a disposizione per collaborare con le autorità.

Statisticamente parlando, le Tesla non prendono fuoco più delle auto termiche, gli incendi che coinvolgono grandi batterie agli ioni di litio però possono avere conseguenze differenti. Per quanto riguarda le accelerazioni improvvise, anche la NHTSA americana ha indagato sulla questione tempo fa, arrivando alla conclusione che gli incidenti sono spesso e volentieri causati dagli stessi conducenti che utilizzano il pedale sbagliato. Anche in Cina dunque dovrebbe chiudersi tutto con un “nulla di fatto” ma staremo a vedere.