Il CEO di Daimler è pessimista: la carenza nelle forniture si estenderà fino al 2023

Il CEO di Daimler è pessimista: la carenza nelle forniture si estenderà fino al 2023
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Ola Kallenius, il CEO di Daimler, la società che controlla brand del calibro di Mercedes-Benz, ha appena suggerito che l'industria automobilistica potrebbe soffrire la scarsità di forniture ancora per molto tempo. Qualcuno crede ancora che la situazione possa distendersi in pochi mesi, mentre altri si sono detti più pessimisti.

Tra questi c'è di sicuro Kallenius che, durante una discussione tenutasi con un paio di giorni di anticipo rispetto al Salone dell'Auto di Monaco di Baviera, ha espresso la sua opinione in merito alla questione. A riportare le sue parole è Auto News:"Numerosi fornitori di processori stanno riferendo di problemi strutturali nel soddisfare la domanda. Questo potrebbe influenzare tutto il 2022, e la situazione andrebbe a distendersi nel 2023."

Ovviamente i microprocessori sono fondamentali in numerosi settori tech. Non c'è neanche il bisogno di menzionare tutto il mondo dei desktop e dei laptop, poi c'è tutta l'industria dei videogiochi e delle console fisse e portatili (sono ancora difficili da reperire), ma di recente anche ambiti che non hanno mai avuto bisogno di una grande potenza di calcolo stanno andando in direzione di un'infusione tecnologica non da poco. Da qualche anno tra queste rientra anche la parte automotive.

Ora come ora all'interno di una vettura moderna servono almeno 10-15 chip per il corretto funzionamento di tutti i sistemi elettronici (spesso molti di più), ed è chiaro che le auto elettriche stanno spingendo ulteriormente in tale direzione. Le Mercedes-Benz EQS ed EQE ad esempio fanno uso di un gigantesco display estremamente avanzato definito come Mbux Hyperscreen (ecco un primo video), e per un funzionamento fluido dello stesso occorre una potenza di calcolo non indifferente. Tesla poi ha puntato ancora più in alto, in quanto le nuove Model S e Model X potranno disporre di una GPU non troppo dissimile da quella di una PlayStation 5.

Nel frattempo anche un colossi come Toyota e General Motors hanno accusato il colpo: durante la scorsa settimana la compagnia americana ha annunciato che la scarsità di semiconduttori ha forzato l'interruzione della produzione presso quasi tutti gli impianti di assemblaggio proprietari situati in Nord America.

Per intuizione è lecito credere che le società specializzate nella produzione di processori non se ne stiano con le mani in mano, e in effetti TMSC sta provando a forzare la mano per ripristinare rapidamente il rapporto tra domanda e offerta.