La cancellazione del superbollo si può fare, il governo ci pensa

La cancellazione del superbollo si può fare, il governo ci pensa
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L'attuale governo ha promesso già da un po' una sostanziale riforma fiscale, con la quale semplificare la gestione delle imposte e rivedere i cosiddetti micro tributi territoriali, tra i quali troviamo anche il superbollo.

Allo stato attuale dei fatti, i micro tributi trasferiscono nelle casse del nostro Paese appena lo 0,01 percento delle entrate tributarie complessive, e per i bilanci economici di Regioni e Comuni la faccenda assume connotati molto simili.

E quindi risaputo che, oltre ad avere una utilità economica alquanto dubbia, in linea di massima i micro tributi "presentano costi gestionali elevati e contribuiscono alla complessità del sistema." Fin dal principio il governo Draghi ha messo sotto i riflettori l'intenzione di semplificare il sistema di imposte e di sburocratizzare i vari apparati, e questo si potrebbe tradurre in una cancellazione del superbollo (il precedente tentativo del 2018 fallì).

Il superbollo è stato attuato dal governo Berlusconi nell'ormai lontano 2011 con l'intenzione di scoraggiare alcuni automobilisti dall'acquisto di autovetture con potenza superiore ai 306 cavalli o 225 kW attraverso una stangata non da poco: 10 euro in più per ogni kW al di sopra della soglia prestabilita. Per non bastare il successivo governo Monti rincarò la dose abbassando il limite a 185 kW o 252 cavalli e incrementando l'esborso da 10 a 20 euro per kW eccedente.

Evitando di scendere nel dettaglio su come questa tassa cambia pian piano nel tempo in base alla data d'immatricolazione, non sembra che i benefici della sua applicazione siano stati quelli sperati, e un'eventuale cancellazione definitiva del superbollo potrebbe quindi arrivare nel corso dei prossimi mesi.