BMW e Toyota nel mirino degli ambientalisti: poster inquietanti nelle città

BMW e Toyota nel mirino degli ambientalisti: poster inquietanti nelle città
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Gli ambientalisti tornano a mettere nel mirino le case automobilistiche e nelle scorse ore se la sono presa con i tedeschi di BMW e i giapponesi di Toyota. In numerose cittadine europee sono così apparsi dei poster fake, in sostituzione ai classici manifesti pubblicitari, a sottolineare la negligenza sui temi climatici.

Dopo il blitz degli ambientalisti a Milano per bucare le gomme dei SUV, una nuova manifestazione di protesta è andata in scena in numerose città di Francia, Germania, Inghilterra e Belgio. Come riferisce il tabloid britannico Guardian, alla fine sono state sostituite più di 400 affissioni pubblicitarie dei due noti marchi, con dei poster confezionati ad hoc. In uno, ad esempio, si vede una Toyota RAV 4 con la scritta “Let’s ruin everything“, che tradotto significa “Roviniamo tutto!“, ma anche il viso del boss Toyoda con gli occhi sanguinanti. In un altro poster si vede invece quello che sembrerebbe essere un X5 di BMW con delle fiamme al suo interno e la scritta “Climate breakdown guaranteed“, “Crollo climatico garantito”.

L'intervento degli ambientalisti è giunto dopo che è stato pubblicato il rapporto di InfluenceMap, una lista delle aziende che sarebbero più restie ad affrontare la sfida del cambiamento climatico. Proprio per questo tre associazioni di ambientalisti, leggasi The Subvertisers’ International, Brandalism ed Extinction Rebellion, hanno messo nel mirino in particolare i giapponesi con delle azioni che ovviamente risultano essere illegali. Tona Merriman, portavoce di Brandalism, ha commentato: “Toyota ha spinto i suoi annunci ‘Beyond Zero’ sulla sostenibilità mentre esercitava pressioni sui governi per indebolire i piani per l’aria pulita”.

E ancora: “Minacciando azioni legali per proteggere i loro profitti a spese di un clima vivibile. Le loro pubblicità sono disoneste”. Gli attivisti hanno preso di mira lo storico marchio giapponese per la sua riluttanza a passare alle auto a zero emissioni, ma anche per dei finanziamenti al Partito Repubblicano degli Stati Uniti in particolare durante la presidenza Trump, in difesa dei carburanti tradizionali di origini fossili.

Gli attivisti se la sono infine presa in generale con la moda dei SUV, che a loro modo di vedere rappresentano dei modelli di auto totalmente inefficienti per quanto riguarda i consumi. Si tratta solamente dell'ultimo intervento degli attivisti del clima, che in questi ultimi mesi hanno dato vita ad una serie di azioni a dir poco scellerate, come quando hanno imbrattato una Ferrari esposta al Salone di Parigi.