Benzina, l'evasione dilaga e danneggia fortemente il mercato
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L'evasione è uno dei problemi più gravi del nostro Paese, il quale soffre ormai da parecchi decenni di un atteggiamento estremamente negativo. Il comportamento è purtroppo diffuso e neanche il campo della logistica e del rifornimento di carburanti la scampa.
Una delle soluzioni al problema potrebbe essere quello di cercare di contrastare questo tipo di frodi nel settore della distribuzione tramite "l'assimilare il più possibile l'iva con l'accisa, questo significa far pagare l'iva all'estrazione, cioè all'uscita delle autobotti dai depositi". E' una proposta di Assocostieri divulgata pubblicamente durante l'audizione alla Camera sull'adeguamento Sen al Piano clima 2030. L'azienda è un punto di riferimento per chi lavora nel campo della distribuzione energetica. Ne fanno parte le società attive nel campo del bunkeraggio marittimo, i proprietari di depositi costieri, doganali e fiscali di oli minerali, prodotti chimici e Gpl, biodiesel eccetera.
Martino Landi, presidente nazionale del sindacato dei gestori Faib, ha inoltre dichiarato che "nel settore della distribuzione dei carburanti c'è una evasione contributiva di 200-300 milioni di euro", e in seguito ha anche evidenziato un altro grave problema che affligge questo mercato, ed è rappresentato dal fatto che "esiste un caporalato petrolifero. Nel settore della distribuzione dei carburanti si stima una evasione del 10%. Stimiamo che circa 4-5 miliardi siano frutto di evasione di iva e accise. Questo non favorisce la trasparenza ed è tra i motivi che hanno spinto alcune grandi compagnie come Esso o Shell ad abbandonare il mercato italiano. Chiediamo un maggior coinvolgimento delle istituzioni, che il governo intervenga per dare legalità al settore."
Insomma i problemi sono tanti e difficili da sradicare, e inoltre i prezzi al consumatore spesso possono aumentare, come testimoniato dall'attacco alle raffinerie in Arabia Saudita di pochi giorni fa. L'elettrificazione d'altro canto potrebbe spingere il settore a destarsi, cercando strade legali per restare competitivo. In Norvegia e negli Stati Uniti infatti vari distributori di benzina si sono convertititi a centri di ricarica Fast Charge.
FONTE: ansa
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