Auto elettriche, Salvini: 'Chi le compra poi le restituisce, sono care e inquinano'

Auto elettriche, Salvini: 'Chi le compra poi le restituisce, sono care e inquinano'
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Dopo il vertice sulle auto elettriche a seguito dello stop a nuove auto a benzina e diesel dal 2035 voluto dall'UE, il ministro dei trasporti e delle infrastrutture Matteo Salvini è stato intervistato dai microfoni di 24 Mattino su Radio 24, ribadendo il pensiero del governo italiano nei confronti delle vetture a zero emissioni.

Il leader del Carroccio ha sottolineato, come una sorta di leit motiv, alcuni problemi che vengono associati alle auto elettriche, spiegando: "L'elettrico in questo momento costa di più e nel suo ciclo completo a volte inquina anche di più, dall'inizio alla fine della vita di una batteria".

Secondo Salvini bisognerebbe raggiungere la strada della carbon neutrality percorrendo altre vie, a cominciare dagli e-fuel, opzione su cui sta spingendo in particolare la Germania: “Ci sono altre modalità – ha detto ancora l'ex ministro degli interni - come gli e-fuel e i biocarburanti ugualmente poco inquinanti e chiediamo di aggiungerli al dossier".

Dichiarazioni che lasciano un po' perplessi, a cominciare da quella sui più alti costi degli EV: se è vero che a oggi una full electric costa circa il 25% in più rispetto a una vettura con motore termico, è logico pensare che da qui al 2035 molte cose cambieranno, soprattutto con la diffusione sempre più massiccia proprio delle elettriche. Sembrano errate anche le considerazioni sull'inquinamento delle auto elettriche, come dimostrato da numerosi studi.

Più reali invece le considerazioni sugli e-fuel anche se gli esperti sottolineano come gli stessi carburanti sintetici non siano totalmente a zero emissioni, ma anche in questo caso non sono da escludere progressi da qui ai prossimi 12 anni.

Stando a Matteo Salvini, inoltre, chi compra oggi un'auto elettrica la tiene poco: “Quanti italiani hanno preso in passato un'auto elettrica e l'hanno ridata indietro perché mancano le stazioni di ricarica?", aggiungendo comunque che l'Italia si sta muovendo celermente in tal senso: “Noi al ministero stiamo correndo come matti, è un dossier che io ho in mano, stiamo cercando di installare più colonnine di ricarica possibile e ovunque ma è complicato e non lo puoi fare per imposizione di Bruxelles, nell'arco di poco tempo, spendendo miliardi che non ci sono".

Il ministro ha infine parlato della forte concorrenza cinese, leader nel campo delle batterie, che sarebbe ovviamente favorita dall'obbligo di produrre motori a zero emissioni: “Costringere tutto il continente a passare solo all’elettrico senza altre soluzioni significa consegnarsi mani e piedi alla Cina e quindi col ministro portoghese, slovacco, rumeno, ceco, e contiamo di essere la maggioranza per dire che la transizione ecologica è fondamentale ma non può essere fatta con imposizioni, obblighi e divieti”.