L'allarme dell'ANFIA: nel 2020 nuovo aumento delle tasse per le auto

L'allarme dell'ANFIA: nel 2020 nuovo aumento delle tasse per le auto
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Il carico fiscale ai danni dei possessori delle automobili nel 2018 è cresciuto su base annua dell'1,5%, per raggiungere quota 76,3 miliardi di Euro, che rappresenta il 15,8% delle entrate tributarie a livello nazionale. A riferirlo uno studio pubblicato dall'ANFIA, che ha lanciato l'allarme.

Secondo Paolo Scudieri, "siamo di fronte al rischio di ulteriori vessazioni in discussione nella Legge di Bilancio 2020. Il prossimo anno sarà cruciale per la transizione verso la mobilità elettrificata".

Nel 2018 il prelievo fiscale derivato dal settore automotive ha superato quota 76 miliardi di Euro, il che segna un nuovo rialzo nel primo anno di flessione del mercato delle auto, dopo quattro consecutivi di ripresa. "Gli introiti derivati dall'acquisto di autoveicoli (IVA ed IPT) risultano in crescita dello 0,5 e 2,1% rispetto al 2017, per effetto combinato di un andamento negativo delle immatricolazioni complessive di autoveicoli (-3,1%) e di un incremento del 4,7% del mercato delle auto usate nell'anno 2018" si legge nel rapporto, secondo cui il gettito generato dall'acquisto e dal possesso di un autoveicolo sarebbe cresciuto rispettivamente dello 0,7% a 9,4 miliardi di Euro e 4,6% a 6,8 miliardi di Euro.

Gli oneri maggiori sono però quelli rappresentati dall'uso dell'autoveicolo, in aumento dell'1,3% rispetto al 2017. Hanno concorso alla realizzazione di questo incremento i carburanti (in crescita del 2,1%) e l'IVA su manutenzione e riparazione, acquisto ricambi, accessori e pneumatici (+2,5%).

Scudieri sottolinea che "nel Disegno di Legge di Bilancio 2020, infatti, è previsto un innalzamento della tassazione sull'auto aziendale in fringe benefit che, anche se declinata su tecnologie o fasce emissive, è semplicemente una nuova tassa che pagheranno i lavoratori dipendenti e le aziende. Nuova tassa che, a nostro avviso, avrà anche effetti controproducenti in termini ambientali, perché colpisce quella parte del mercato che più supporta lo svecchiamento del parco circolante, oltreché effetti recessivi sul PIL dovuti all'impatto diretto sulle vendite del nuovo e sulla relativa produzione nazionale".