
Quanto sono affidabili le colonnine di ricarica? Non molto, salvi solo i Supercharger
Spesso le auto elettriche vengono attaccate per la pessima infrastruttura di ricarica: la gente ha paura di non trovare abbastanza colonnine, oppure di trovarle non funzionanti. Com’è la situazione attuale? Dopo anni avremmo diverse storie da raccontare, il The Wall Street Journal però ha deciso di affrontare la cosa in maniera più “scientifica”.
In un nuovo video del quotidiano americano l’editor Joanna Stern prova a ricaricare un Rivian R1T presso 126 stalli DC Fast Charge in 30 location differenti nella Los Angeles County. La Stern ha evitato appositamente gli stalli Tesla Supercharger, considerati notoriamente fra i più affidabili in assoluto; obiettivo del video era proprio verificare come funzionassero le colonnine al di fuori del parco di Elon Musk.
Ebbene potremmo tradurre i risultati con “bene ma non benissimo”. I problemi non sono stati pochi, anzi, più di un quarto di tutte le colonnine testate (il 27%) visualizzava il messaggio Out of Service sullo schermo, insomma erano fuori servizio. Si tratta di un numero parecchio alto, soprattutto in questo preciso momento storico in cui la gente si fida ancora poco delle colonnine e pensa che non ce ne siano abbastanza in giro. Mentre gli investimenti per nuove colonnine salgono, il pubblico americano dimostra - tramite un recente sondaggio - di essere sempre meno soddisfatto del servizio di ricarica.
Ma cosa succede quando una colonnina risulta non funzionante? Beh se ne cerca un’altra, peccato che presso un 10% delle colonnine ci siano stati problemi di pagamento. Pensiamo a POS di pagamento non funzionanti, oppure funzionanti ma non in grado di stabilire una connessione, e dunque permettere al pagamento di andare a buon fine. In Europa siamo abituati a collegare una carta di credito a un’app e pagare in automatico a fine ricarica, i POS per il pagamento “live” però si stanno diffondendo a macchia d’olio e presto potrebbero essere obbligatori per legge (colonnine ogni 60 km e pagamenti contactless), è importante però che questi funzionino... La Stern conferma che associare una carta di credito a un’app di fiducia sia oggi il metodo migliore, pensiamo però a chi noleggia un EV e magari non possiede abbonamenti, e dunque ha bisogno di pagare sul posto.
Tra gli altri problemi riscontrati, anche la pessima affidabilità di alcune colonnine, incapaci di dialogare velocemente con il software di bordo dell’auto (e viceversa eh...). Più volte la Stern ha dovuto inserire il cavo, rimuoverlo a seguito di un errore e infine riprovare, per far partire correttamente la ricarica. Ovviamente tutti questi problemi non dipendono direttamente dalle auto elettriche ma sono comunque collaterali e noiosi, sono le compagnie che offrono servizi di ricarica che devono aggiornare i software delle colonnine e mantenerle in funzione. Anche se l'esperimento è avvenuto in California, per esperienza i dati italiani sono abbastanza sovrapponibili!
Sappiamo che stiamo vivendo anni “sperimentali”, fra un po’ però non ci saranno più scuse, soprattutto in vista del 2035... Nel frattempo utilizzare la rete Tesla Supercharger potrebbe significare andare a colpo sicuro: non vogliamo certo fare uno spot a Elon Musk, i suoi charger però hanno un tasso di funzionamento di oltre il 99%, una buona notizia visto che ora chiunque può ricaricare la propria auto ai Supercharger, anche i clienti di altri brand (per saperne di più: quanto costa una ricarica presso i Supercharger?).
FONTE: InsideEVs
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