Dalla 500 Elettra alla Electrovette: i primi esperimenti di auto elettrica della storia

Dalla 500 Elettra alla Electrovette: i primi esperimenti di auto elettrica della storia
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Tralasciando i primissimi veicoli elettrici risalenti agli inizi del '900 (la primissima auto elettrica risale addirittura al negli anni '30 dell' '800), ecco gli "esperimenti" di auto elettriche a cavallo tra gli anni '70, '80 e '90. Questi rappresentano i primi passi verso l'elettrificazione.

BMW presentò nel 1972 la 1602e, dotata di dodici batterie da 12 V collegate. La VAZ2801, una Lada elettrica del 1976, fu creata per i Giochi Olimpici del 1980 in sole 47 le unità e adottavano batterie al nichel-zinco. La Chevrolet Elettrovetta del 1977, successore dell'Electrovair, era alimentata anch'essa da batterie al nichel-zinco e raggiungeva una velocità massima di 85 km/h con un'autonomia di 80 chilometri.

La Mercedes-Benz S123 del 1982 ospitava un enorme pacco batterie al nichel-ferro nella stiva, aumentando l'autonomia a 100 km ulteriormente estendibile con un range extender a benzina. L'Audi 100 Avant Duo del 1989 era invece la prima auto ibrida (l'unica di questa lista), con un motore a benzina per le ruote anteriori e un motore elettrico da 12 CV per quelle posteriori.

La Fiat Cinquecento Elettra del 1992, insieme alla versione Elettra della Panda, presentavano batterie sotto il cofano e sotto il sedile posteriore. Infine, la GM EV1 del 1996 rappresentò uno sviluppo successivo della futuristica Impact del 1990. Anche se fu testata da ben 1.000 consumatori, il programma fu interrotto dopo il periodo di prova.

Oggi in Italia le auto elettriche faticano a prendere davvero piede, complici senz'altro i prezzi. Secondo uno studio il 70% degli italiani sarebbe favorevole a passare a un'auto elettrica, ma solo il 3.9% lo fa.

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