Viaggio al Circolo Polare Artico: così nasce una gomma invernale Goodyear

Siamo stati al Goodyear Arctic Center nella Lapponia finlandese, un viaggio ai confini del mondo per capire come vengono testati gli pneumatici invernali.

Viaggio al Circolo Polare Artico: così nasce una gomma invernale Goodyear
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Mentre scriviamo questo articolo siamo al caldo di una grande stanza d'albergo, nel balcone che abbiamo di fronte però ci sono 15 cm di neve e il paesaggio mozza il fiato - così come la temperatura. Al di là del vetro possiamo infatti ammirare migliaia di alberi bianchi, ghiacciati dal freddo del Circolo Polare Artico. Siamo a Saariselkä, all'estremo nord della Lapponia Finlandese, un luogo magico e sperduto che appena scesi dall'aereo ci ha accolto con -31 gradi centigradi, una temperatura che potremmo definire quasi mistica.
Causa vento, la temperatura realmente percepita secondo il servizio metereologico scendeva addirittura a -38 gradi; ciò che si dice sul freddo secco del Nord Europa è sicuramente vero, non arriva alle ossa come potrebbe fare il nostro classico freddo umido, vi assicuriamo però che -31 gradi sono più che sufficienti a congelare i vestiti più esterni, a ghiacciare la parte scoperta del volto e a rendere inutili le mani prive di guanti già dopo pochi secondi di esposizione all'aria aperta. Inutile aggiungere che un cappello di lana è d'obbligo da queste parti, magari da rinforzare con il cappuccio di un giaccone o di una tuta termica. Ma cosa ci facciamo al Polo Nord?

Beh il prossimo 21 dicembre inizia ufficialmente la stagione più fredda dell'anno, inoltre dallo scorso 15 novembre è già obbligo di legge montare gomme invernali o quattro stagioni in determinate aree d'Italia, noi però ci siamo posti una domanda: come fa un produttore di pneumatici a testare i propri prodotti invernali? E dove?
Goodyear ci ha così portati al suo Arctic Center finlandese per mostrarci come lavora un tester di gomme invernali e come i prototipi diventano poi prodotti commerciali di massa. Ci si è aperto davanti un intero mondo che prima potevamo soltanto immaginare, fra piste di neve, cerchi di ghiaccio e strutture di ricerca. Indossate i vostri abiti più caldi e venite con noi a scoprire come nasce un pneumatico invernale.

Perché Goodyear lavora al Circolo Polare Artico?

Partiamo da un concetto basilare: perché la Lapponia finlandese? C'è davvero bisogno di un luogo così estremo per mettere alla prova delle gomme da neve? In realtà si, perché un tester ha bisogno di un clima che sia costante e stabile nel tempo, non può rimanere in balia dei cambiamenti giorno per giorno.

Gli uomini di Goodyear passano al circolo polare artico circa tre mesi all'anno, tre settimane a dicembre, tre settimane a gennaio e infine altre tre settimane a febbraio; pochi luoghi al mondo permettono di avere un clima costante per tutto questo periodo e Saariselkä è uno di questi. Qui i driver di Goodyear possono contare su temperature e umidità pressoché stabili per tutta la stagione, così da provare le gomme in una sorta di ambiente protetto.

Immaginate il lavoro in un clima più "ballerino": i dati ottenuti un giorno verrebbero falsati in un altro, rendendo così impossibile raggiungere l'obiettivo dell'azienda entro le scadenze prefissate - e al Circolo Polare Artico i ritardi non sono ammessi per svariati motivi.

Da una parte abbiamo un luogo ostile, con temperature ultra rigide che alla lunga possono mettere alla prova il corpo umano; in secondo luogo l'inverno della Lapponia finlandese è duro da digerire, la luce del sole si fa vedere solo per 3-4 ore al giorno, dalle 10:30 alle 14:30 circa, e vivere in questa notte perenne è alienante. Noi ci siamo fermati solo per tre giorni e già abbiamo riscontrato qualche problema, con la notte alle 14:30 che induce spossatezza, stanchezza e senso di spaesamento, immaginate a fermarvi in un luogo del genere per più di tre settimane in modo continuativo. Ovviamente i locali sono abituati, per chi viene da un altro Paese però non è affatto semplice - e gli uomini di Goodyear che lavorano all'Arctic Center vengono quasi tutti dal Belgio. In terzo luogo, come ci ha fatto notare scherzosamente il Performance Test Driver di Goodyear Julien Deluc, "Passare più di tre mesi all'anno in un posto simile ci farebbe divorziare dalle nostre mogli", visto che non è un luogo ospitale in cui portare l'intera famiglia. Dura la vita di un test driver al Circolo Polare Artico, dunque, non mancano però momenti più divertenti in cui si può finalmente guidare e provare sul campo i prototipi sviluppati da Goodyear Europe.

Dal laboratorio alla neve della Finlandia

Come ci hanno spiegato gli uomini dell'azienda americana, la creazione dei prototipi e il loro test sul campo non sono che gli ultimi tasselli di un processo più lungo.

Tutto parte ovviamente dalla fase di progettazione in laboratorio, con i ricercatori che mettono in campo vari disegni per aggredire in maniera marcata la neve, il giacchio e le complicate condizioni invernali in generale. Successivamente si passa alla guida su simulatore: in Belgio Goodyear possiede un avanzato simulatore di guida che permette di testare i nuovi pneumatici prima della fabbricazione vera e propria dei prototipi. Questa fase permette ai ricercatori di affinare i disegni ed eseguire tantissimi test a bassissimo prezzo, senza consumare gomma, con una precisione eccezionale visti i numerosi parametri che il simulatore permette di impostare. Individuati i design maggiormente performanti, arriva finalmente il momento di produrre fisicamente i prototipi migliori e portarli in Finlandia. All'Arctic Center ne abbiamo visti diversi, di ogni misura, per ovvi motivi però non abbiamo potuto fotografarli, le gomme che vedete nelle immagini sono già in commercio e fanno parte della rinomata serie UltraGrip, nello specifico abbiamo guidato con le UltraGrip 9+, UltraGrip Performance+ e la novità di questo 2021 UltraGrip Performance+ SUV.

Tre le tecnologie che caratterizzano maggiormente questi pneumatici: la Winter Grip Technology promette un grip eccezionale sia su ghiaccio che su neve, la Traction Protect Technology assicura una frenata più breve sia sul bagnato che sull'asciutto, infine la Mileage Plus Technology aumenta i chilometri che è possibile percorrere con i pneumatici (rispetto alla generazione precedente). Sempre in Finlandia abbiamo provato anche gli pneumatici chiodati che Goodyear produce per i mercati nordici, anche se non sono disponibili in Italia.

Il controllo del grip sul ghiaccio

Il nostro giorno da test driver Goodyear al Circolo Polare Artico è iniziato proprio con una Volkswagen Golf dotata di pneumatici chiodati. Ci siamo lanciati all'interno di un circuito ghiacciato e abbiamo giocato con il grip, con la vettura perfettamente in grado di rimanere in strada a velocità contenute ma non solo.

Alzando un po' il ritmo Julien Deluc ci ha permesso di mettere il posteriore leggermente di traverso a ogni curva, per una guida più sportiva e divertente. Su questo circuito di ghiaccio, suggestivo all'estremo anche grazie alla buia mattina finlandese, i test driver Goodyear provano l'Ice Handling, dunque la tenuta del pneumatico su ghiaccio. Superata questa prova, ci siamo fermati per un piccolo cambio gomme al volo sempre a bordo della Golf: abbiamo installato le UltraGrip 9+ per tuffarci nella neve. Questa volta niente traversi però: abbiamo sfruttato le gomme Goodyear per eseguire una Snow Challenge, composta da slalom & break. La prima parte ha richiesto uno slalom fra coni, la seconda invece un'accelerazione massima e di seguito la frenata - il tutto cercando di rimanere entro un certo spazio e di non "uccidere" la finta renna di gomma posta alla fine del tracciato. Si tratta di un test ufficiale degli uomini di Goodyear, che in questo modo testano grip e frenata su neve calcolando tempo sul giro e lunghezza di frenata.

Un altro test che è possibile fare su questa distesa di neve a pochi metri dall'hub principale dell'Arctic Center è la frenata su neve: i tecnici portano la vettura a 5 km/h, poi accelerano fino a 55 km/h e frenano immediatamente per tornare a 5 km/h - con un computer di bordo che segna tutto, accelerazione, velocità, tempo e spazio di frenata. Solo i prototipi con le migliori performance diventano poi prodotti da commercializzare su vasta scala.

Snow Handling e Snow Circle

Se la nostra giornata è iniziata con un test di Ice Handling, è il momento di alzare l'asticella con lo Snow Handling. Si tratta di una prova che avviene in un suggestivo circuito di neve fra gli alberi di Saariselkä, con Julien Deluc che ci ha fatto saggiare il suo lavoro a bordo di una BMW Serie 5 a trazione posteriore con gomme UltraGrip 9+.

Qui il piede dell'acceleratore va decisamente più a fondo rispetto alle altre prove e la tenuta della gomma invernale viene testata a velocità più sostenute. Incredibile il grip che si può ottenere sulla neve con i prodotti Goodyear di ultima generazione, la vettura procede quasi come fosse sull'asfalto senza perplessità, inoltre i tester provano anche le partenze in pendenza per vedere come si comporta ogni pneumatico in condizioni precarie.
La risposta dello sterzo nelle curve si è dimostrata precisa e divertente, non c'è stato nessun problema neppure in fase di accelerazione repentina, con l'auto che non ha mai perso aderenza. Dove invece si perde aderenza - ma volutamente - è nell'ultima prova del giorno: il temuto Snow Circle.

Un cerchio di neve all'esterno e di ghiaccio all'interno, che abbiamo testato prima con un'Audi e-Tron a trazione integrale e poi con la BMW Serie 5 a trazione posteriore. Grazie al suo peso e alla trazione integrale, l'elettrica tedesca si è dimostrata davvero stabile sullo Snow Circle, con la BMW invece ci siamo addentrati in un cerchio di ghiaccio e ci siamo divertiti con la trazione posteriore - con gli UltraGrip Performance+ 9 che ci hanno permesso di driftare in maniera precisa e sicura senza mai uscire dal cerchio. All'uscita dallo Snow Circle il nostro orologio segnava le 14:51 ed era già praticamente notte.

La vita del Test Driver Goodyear

Abbiamo così imparato che la vita dei test driver Goodyear al Circolo Polare Artico non è affatto semplice. In ogni giornata di test si hanno a disposizione pochissime ore di luce, e quasi sempre velate da un fitto strato di nuvole - in tre giorni di viaggio non abbiamo visto il sole diretto neppure una volta.

Fino alle 10:30 circa è notte fonda, come vi abbiamo raccontato; notte che torna prepotente nel primo pomeriggio. Nel frattempo bisogna portare a termine numerosi test e con la massima precisione, senza pensare troppo ai -20 gradi esterni e rimanendo concentrati sul da farsi. Fortunatamente ogni area test ha una casa in legno riscaldata in cui tecnici e driver possono trovare ristoro fra una guida e l'altra, complete di stufe a legna, tavoli e sedie. Nell'hub principale ovviamente c'è tutto il necessario per eseguire breafing prodotto, cucinare, prepararsi una tazza di caffè o tè caldo al di sotto di uno schermo che mostra continuamente i dati dei sensori climatici posti in tutte le aree - che indicano la temperatura del ghiaccio e della neve a terra. Il tutto immerso in un'atmosfera che lascia a bocca aperta. Ci siamo ritrovati all'interno di un centro di ricerca esteso e ben organizzato, a cui non manca neppure una zona per testare pneumatici invernali per mezzi pesanti. Acquistando un treno di gomme invernali Goodyear sapete ora da dove provengono. Sono il frutto di mesi e anni di lavoro, prima in laboratorio, poi sul terreno ghiacciato dell'Arctic Center di proprietà dell'azienda americana.

Esistono ovviamente anche altri "Provìng Ground" del marchio, difficilmente però toccano le vette di fascino del centro di Saariselkä, un luogo in cui il buio ti divora per più di 18 ore al giorno (in inverno almeno) e il vento gelido ti graffia il volto nelle giornate più complicate. Un prodotto sviluppato in queste condizioni può garantire prestazioni massime in qualsiasi altra parte del mondo, con la neve e il ghiaccio che alla guida smettono di essere problemi e diventano nostri alleati.
Come nostro alleato è il caldo della camera d'albergo in cui si torna a sera, dopo una giornata di lavoro sotto lo zero; un lavoro difficile ma appassionante, quello del Test Driver Goodyear, che si ha il privilegio di svolgere ai confini del mondo.