La Toyota bZ4X sarà il futuro o il crac: il Giappone trattiene il fiato

Dagli USA arrivano le prime prove di ricarica della bZ4X: l'auto ha sulle spalle il futuro di Toyota e forse del Giappone intero.

La Toyota bZ4X sarà il futuro o il crac: il Giappone trattiene il fiato
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Attorno alla nuova Toyota bZ4X c'è tantissima curiosità, del resto si tratta della prima vera elettrica del marchio giapponese. Una vettura attesa a lungo, giunta sul mercato in ritardo per via dell'amore di Toyota verso le motorizzazioni termiche e ibride. Ora che la società è stata in qualche modo "costretta" dai tempi allo switch elettrico, come andrà con la bZ4X? Aspettando di poterla ammirare dal vivo ed eventualmente guidarla, del resto la bZ4X arriverà negli USA, Giappone e nella nostra Europa (la Toyota bZ4X elettrica è pronta per l'Europa), qualcuno negli Stati Uniti è già riuscito a provarla.
Nello specifico oggi parliamo della sua velocità di ricarica: quanto tempo impiega l'auto costruita su piattaforma e-TNGA a ricaricare la propria batteria dallo 0 all'80%? Da questo aspetto partiremo poi per una considerazione generale, cercando di capire quanto il futuro del Giappone sia sulle spalle della bZ4X e di modelli simili.

Batterie e potenze di ricarica della Toyota bZ4X

Partiamo col dire che in Europa la bZ4X avrà una versione FWD e una AWD, entrambe con batterie da 71,4 kWh prodotte da Panasonic (tramite la Prime Planet Energy & Solutions). Sulla carta questa batteria può raggiungere i 150 kW di potenza in DC, a noi europei dunque è andata meglio che agli americani. Negli USA la batteria da 72,8 kWh della variante AWD prodotta dalla CATL arriverà soltanto a 100 kW.

La batteria che arriverà in Europa dovrebbe ricaricare dallo 0% all'80% in 30 minuti, dati però da verificare sul campo, qualcuno invece ha messo alla prova la variante americana da 100 kW. Connessa alla colonnina DC la vettura ha iniziato sin dallo 0% a caricare a 86 kW, che non è affatto male su un massimo di 100 kW, a ricarica appena cominciata. Si capisce che non è affatto male guardando l'andamento della ricarica. Il picco di 88 kW è stato raggiunto al 16% dopo circa 7 minuti di ricarica, poi il crollo.

Dopo 25 minuti e la batteria al 50% si è scesi a 51 kW, con l'80% raggiunto dopo 62 minuti a 18 kW. Per toccare il 90% ci sono voluti 93 minuti con la carica ormai scesa a 7 kW, mentre - udite udite - per il 99% presso una colonnina DC ci son volute 4,4 ore, con la carica che già al 94% era scesa a 1 kW. Probabilmente Toyota deve ancora affinare la carica via software, e quasi sicuramente andrà meglio col modello europeo, una curva di ricarica simile però potrebbe destare più di qualche preoccupazione, rendendo inoltre la carica fino al 100% "proibitiva" alle colonnine pubbliche. (Tabella: InsideEVs)

Tutte le auto rallentano la loro carica dopo il 50% e soprattutto dopo l'80%, anche le Tesla, le elettriche di Elon Musk però mantengono comunque una potenza sufficiente a caricare velocemente fino all'80% e in poco tempo dall'80% al 95%, spesso infatti con la Model 3 Long Range ci è capitato di avere la batteria pienamente carica dopo esserci fermati a mangiare un boccone per strada. Con la Toyota bZ4X presa in esame negli USA sarebbe stato impossibile. Le Tesla però esistono sul mercato da 10 anni, la bZ4X deve ancora uscire e dunque va ancora affinata per bene...

Trovarsi indietro 10 anni dopo...

Questa di Toyota è un'anomalia che in realtà affligge anche altri produttori di prim'ordine del settore automotive. Tendenzialmente una tecnologia in uscita oggi dovrebbe essere più efficace, efficiente e performante di tecnologie arrivate sul mercato anni fa, eppure non è così in campo elettrico.

Non sono pochi i produttori che stanno avendo difficoltà con le batterie e le loro potenze di ricarica, mentre aziende come Tesla hanno raggiunto un tale grado di ottimizzazione che batterle sul campo oggi è molto molto difficile. Per fare un paragone forse più comprensibile al grande pubblico tecnologico di Everyeye, è come se Tesla fosse la Apple dei motori, capace di chiudere i suoi dispositivi in una bolla e farli funzionare sempre al massimo delle loro possibilità. Ricordiamo infatti che l'affidabilità delle Tesla in fase di ricarica si deve anche agli efficienti Supercharger (superate le 50 stazioni Supercharger in Italia), e non serve cercare sempre i V3 da 250 kW, in viaggio anche i V2 da 150 kW si comportano egregiamente. Gli altri produttori sono maggiormente schiavi della frammentazione esattamente come Android, che deve ottimizzare il suo sistema operativo per mille marche differenti. I produttori non-Tesla devono far funzionare le loro auto con decine e decine di colonnine di ricarica differenti e magari non tutte sono in grado di ottimizzare i tempi di ricarica.

Questo ovviamente vale come "giustificazione" fino a un certo punto, perché poi subentrano anche le batterie e i caricatori di bordo delle auto, che talvolta si fermano a 100/150 kW in scheda tecnica e poi nella realtà caricano anche a meno per una miriade di fattori. Può sembrare banale finché si ricarica in casa, con potenze fino a 3/7 kW, con tutte le elettriche che diventano uguali, ma quando si parte per un lungo viaggio l'affidabilità della ricarica veloce fa tutta la differenza del mondo fra un'esperienza appagante e una disastrosa.

Talvolta l'efficienza della ricarica fa dire a noi del settore se un'auto elettrica è adatta a viaggiare oppure è meglio che vi rinunci del tutto, rimanendo confinata in ambito cittadino. La nuova Toyota bZ4X rischia grosso con le attuali premesse e il produttore giapponese non può permettersi più alcun passo falso. Questi nuovi modelli elettrici del Sol Levante hanno l'onere di risollevare un'intera industria locale e prepararla ad affrontare il futuro.

Le auto elettriche rischiano di far perdere milioni di posti di lavoro al Giappone, indietro sull'elettrico con praticamente tutti i suoi top player; secondo gli analisti più esperti nei prossimi anni il Paese si gioca con le EV il 14% del PIL e 1,72 milioni di posti di lavoro nel settore. Modelli come la bZ4X dunque smettono di essere semplici automobili e diventano veri e propri simboli, assieme alla Nissan Ariya o alla Subaru Solterra. Simboli di una rinascita che non può più attendere, non può più sbagliare neppure un colpo. Per citare Ritorno al Futuro Parte III: saranno il futuro o il crac!