Tesla vuole imporre il suo standard di ricarica: Pro e Contro del NACS

Quali vantaggi e soprattutto quali svantaggi nasconde lo standard di ricarica promosso da Tesla, il famigerato NACS? Scopriamolo...

Tesla vuole imporre il suo standard di ricarica: Pro e Contro del NACS
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Lo scorso 11 novembre Tesla ha dato uno scossone non da poco all'intera industria automotive, annunciando in pompa magna la volontà di voler aprire a tutti i produttori la sua tecnologia NACS (North American Charging Standard) per cavi e connettori. La notizia ovviamente ha sollevato un enorme polverone, per fare una sorta di parallelismo è come se Apple dalla notte alla mattina annunciasse al mondo di aprire a tutti i produttori di smartphone e tablet il suo connettore Lightning, da usare al posto dell'ormai diffuso USB-C. Ovviamente il corrispettivo dell'USB-C in ambito mobilità elettrica è il CCS Combo 2, ormai uno standard per decine di produttori.
Passare al connettore Tesla avrebbe ovviamente dei vantaggi intrinsechi, e non soltanto per la società californiana, gli svantaggi però sono lampanti. Cerchiamo di fare chiarezza sulla vicenda e capire se davvero la tecnologia Tesla possa essere un'opportunità per tutti oppure sia il nuovo capriccio di una società che ama stare sotto ai riflettori - e sogna di rimanerci per sempre.

I vantaggi del connettore Tesla NACS

Abbiamo già detto che il connettore Tesla NACS avrebbe degli evidenti vantaggi, quali esattamente? Il primo riguarda la costruzione: rispetto a un connettore CCS Combo 2, che integra anche un connettore di bordo di Tipo 2, il NACS è grande la metà, di conseguenza anche i connettori sul cavo sono più compatti, più maneggevoli, più leggeri.
In auto i cavi Tesla occupano meno spazio e sono più maneggevoli, ai Supercharger richiedono meno sforzo e sono dunque facilmente utilizzabili da tutti, mentre per smuovere un cavo CCS Combo 2 ci vuole decisamente più forza.

Lo standard NACS è oggettivamente un piccolo capolavoro d'ingegneria, al di là delle sue dimensioni infatti offre anche caratteristiche tecniche irraggiungibili dagli attuali connettori CCS Combo 2. Non solo offre la ricarica classica in AC connesso a una wallbox casalinga, presso una colonnina DC può raggiungere la mostruosa potenza di 1 MW, ovvero 1.000 kW a 1.000 V, mentre con il CCS Combo 2 oggi si è arrivati a un massimo di 350 kW a 800 V.
In ottica futura, una ricarica da 900-1.000 kW potrebbe annientare le differenze fra una ricarica di energia e un pieno di carburante, richiedendo praticamente lo stesso tempo. È sopratutto questa la caratteristica che Tesla sta sponsorizzando maggiormente per convincere gli altri produttori del mercato.

Gli svantaggi attuali del Tesla NACS

Visti i vantaggi, verrebbe voglia di adottare immediatamente lo standard Tesla, sicuramente più avanzato e versatile dell'ingombrante CCS Combo 2, scegliere uno standard comune per un'industria sterminata come quella automotive però non è affatto semplice - soprattutto quando un altro standard ha preso piede e si è diffuso a macchia d'olio.

Il CCS Combo 2, evoluzione del CCS Combo 1 di prima generazione, è ormai a bordo di (quasi) tutte le auto elettriche di nuova generazione sia in Nord America che in Europa (in Cina esistono altri standard, mentre in Giappone per la ricarica DC si utilizza ancora il CHAdeMO). Come ci ha ricordato CharIN (Charging Interface Initiative), il CCS è già stato adottato da marchi come Audi, BMW, Daimler, Ford Motor Company, General Motors, Honda, Hyundai, Kia, Lucid, Lotus, Mazda, MAN, Mercedes-Benz, Navistar, New Flyer, Nikola, Nissan, Proterra, Renault, Rivian, Scania, Stellantis, Subaru, Suzuki, Tata Motors, Tesla, Toyota, Volvo e Volkswagen (la CharIN dice "No grazie" allo standard Tesla). È un tipo di connettore presente a bordo di oltre 50 modelli elettrici, mentre il NACS si trova solo su 4 veicoli Tesla e prossimamente sull'auto a energia solare di Aptera, il primo produttore a lasciarsi ammaliare dalla tecnologia di Elon Musk.

Un altro grande problema riguarda le colonnine di ricarica. Vista la diffusione del CCS Combo 2, praticamente qualsiasi stazione di ricarica DC che non sia Tesla in Nord America offre oggi lo standard promosso dalla CharIN. Addirittura Tesla stessa in Europa monta Supercharger con CCS Combo 2 e produce vetture con questo standard, proprio per non diventare la grande esclusa, dunque aprire il NACS a tutti proprio in questo momento sembra un'azione fuori tempo massimo.

Inoltre l'apertura nei confronti del resto del mercato è arrivata solo l'11 novembre 2022, per 10 anni (dall'uscita della Model S) Tesla ha giocato sul suo stesso campo di calcetto con il suo stesso pallone, senza far entrare nessun altro - ovvero costruendo connettori NACS solo per sé stessa e riservando i Supercharger ai propri utenti. Era inevitabile che nel frattempo il mercato si organizzasse in maniera differente, la possibilità che i Supercharger fossero a disposizione di tutti è arrivata solo nell'ultimo anno negli Stati Uniti - in Italia i Supercharger sono aperti dal 17 novembre 2022.

L'impressione è che Tesla si sia svegliata tardi, o comunque abbia sopravvalutato il suo potere di influenzare il mercato in questo preciso momento storico, quando decine di altri produttori e distributori di energia si sono organizzati e hanno pesantemente investito per creare automobili e stazioni di ricarica con altre tecnologie.

Il difficile cammino del NACS

Riuscirà dunque Elon Musk a piegare al suo volere l'industria automotive? In Nord America qualche flebile speranza c'è, come del resto ha confermato Aptera, il primo produttore ad adottare il NACS, il rischio però è che solo marchi minori e start-up si lascino incantare dalle possibilità Tesla, del resto queste realtà avrebbero solo da guadagnarci (come Tesla ha da guadagnarci con le ricariche ai Supercharger).
I grandi produttori invece, che distribuiscono in tutto il mondo, difficilmente apriranno linee produttive differenti per consegnare in Nord America vetture NACS e in Europa auto con CCS.

Inoltre il NACS è oggi superiore in termini di tecnologia, è però possibile che il CCS venga aggiornato prossimamente, offrendo le medesime se non migliori prestazioni del connettore Tesla, azzerando di fatto lo svantaggio.
Per tornare al parallelismo dell'introduzione: è possibile che NACS e CCS riescano a convivere amabilmente per anni, forse decenni, come stanno facendo Lightning e USB-C nel mondo smartphone, ma che prima o poi qualcuno dall'alto (un giudice, un governo, una commissione) imponga l'utilizzo di un solo standard per tutti a tutela dei consumatori. Lo standard già ampiamente più diffuso, non quello di nicchia che cerca di svettare a tutti i costi...