Alle origini della Pagani: il sogno di Horacio tra Fangio e Da Vinci

Dalla piccola Casilda all'Italia, culla del Rinascimento: la parabola dell'uomo che immaginava di creare un'auto e adesso fa sognare con le sue supercar.

Alle origini della Pagani: il sogno di Horacio tra Fangio e Da Vinci
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C'è un'azienda a San Cesareo sul Panaro unica nel suo genere: è la Pagani, un'industria sorta dal sogno di un uomo nato in Argentina ma con l'Italia dei suoi avi nel cuore che un bel giorno ha deciso che avrebbe costruito automobili da sogno e l'avrebbe fatto in Italia. Ancora oggi Horacio Pagani racconta che quando era ragazzo e intagliava automobiline con la balsa nella remota provincia Argentina di Santa Fé alla madre ripeteva sempre che un giorno sarebbe andato a Modena "a costruire automobili vere". Perché proprio Modena? "Perché Modena - culla del motorsport italiano - sprigiona energia".

Pagani tra Fangio e Da Vinci

La storia della Pagani inizia dunque nella nazione stretta fra le Ande e l'Oceano Atlantico, per la precisione a Casilda, cittadina della quale diventerà un giorno governatore l'ex pilota Ferrari Carlos Reutemann. Da giovane Horacio, classe 1955, segue le gare di Reutemann ma ad affascinarlo sopra ogni cosa è il mito di un altro pilota connazionale, quel Juan Manuel Fangio che all'epoca deteneva ancora il record - apparentemente inarrivabile - di cinque mondiali vinti.

Fangio era il modello da seguire non solo per le sue imprese in pista ma anche per la grande correttezza e umanità che dimostrava fuori dai teatri di gara; egli, ad esempio, scelse di non rispondere mai alle parole al veleno che il vulcanico Enzo Ferrari spese per lui dopo la sua turbolenta stagione vissuta alla corte del Cavallino Rampante. Nel 1967 un Horacio 13enne fa un'altra scoperta che gli cambierà la vita. Scorrendo le pagine della rivista "Selezione" si innamora del mito di Leonardo da Vinci, rimanendo colpito da una frase in particolare: "Arte e scienza sono discipline che possono lavorare mano nella mano". Per Horacio quelle parole sono una vera e propria illuminazione; egli comprende infatti che qualcuno prima di lui ha dimostrato che si possono addirittura fondere tra loro la curiosità per la meccanica con la sensibilità per le materie artistiche. Dietro al successo - parola che non piace però ad Horacio, che è solito affermare "solo quando avremo 100 anni di storia si potrà allora parlare di successo" - si nasconde l'anima rinascimentale di questo gaucho argentino dall'animo però profondamente italiano.

"Tra la mente che pensa e la mano che esegue c'è di mezzo il cuore" afferma sempre Horacio, elemento fondamentale che dà a un prodotto il valore aggiunto. Proprio di elementi impossibili da misurare quali cuore e passione non è un caso che strabordino le vetture disegnate da Pagani, supercar di straordinaria qualità prodotte in un numero che l'azienda mantiene sempre limitato a poche decine di esemplari l'anno per conservarne l'esclusività.

Il grande salto in Italia

Horacio conoscerà finalmente il grande Fangio nel 1981 e, l'anno dopo, il campione argentino scriverà per lui cinque lettere di presentazione affinché Pagani potesse provare a realizzare finalmente il suo sogno di lavorare in Italia, in quella che è universalmente considerata la patria dei motori. Una lettera per Enzo Ferrari, una per Carlo Chiti, un'altra per Enzo Serra e una quarta per Alejandro de Tomaso. Sarà solo la quinta però a fare breccia, quella per Giulio Alfieri, ingegnere con un grande passato in Maserati e all'epoca in forze alla Lamborghini. Horacio comincia dunque la sua avventura con la Casa di Sant'Agata bolognese (ricordiamolo, nata poiché Lamborghini voleva sfidare Ferrari) nel 1982.

Da semplice operaio finirà per stringere ben presto uno stretto rapporto proprio con Alfieri, insieme al quale comincerà la sperimentazione di materiali compositi. Gli anni Ottanta sono dunque un lungo apprendistato che termina nel 1991 quando Pagani decide che è arrivato il momento di mettersi in proprio. Non sono però mesi facili quelli perché oltre alle incognite di un salto nel buio sono anche i giorni in cui scoppia la guerra del Golfo e nessuno è in grado di prevedere le conseguenze che quest'ultima potrebbe avere sul mercato dell'automobile.

Ma Horacio è pronto e, a 35 anni, decide che l'occasione che aspettava da tutta la vita è arrivata. La gestazione della sua prima automobile sarà lunghissima, la Zonda infatti, questo è il suo nome, debutterà al Salone di Ginevra solo nel 1999 stupendo il mondo, non ultima per essere motorizzata Mercedes, altro lascito del grande Fangio - che con la casa della Stella a Tre Punte ha scritto pagine indimenticabili dell'automobilismo - il quale, spentosi nel 1995, non avrà mai il piacere di vederla in azione. Ad El Chueco Horacio dedicherà, tempo dopo, un modello particolare, la Zonda F, anch'essa spinta da un propulsore Mercedes e dove la F sta naturalmente per Fangio.
"Il motore Mercedes - afferma ancora oggi Horacio pensando al suo primo modello - fu una sorta di biglietto da visita"; furono in molti infatti a quel salone di Ginevra a pensare che se quell'argentino semisconosciuto era riuscito ad avere il motore della Casa tedesca forse aveva davvero dentro di sé qualcosa di speciale.

Un argentino che oltre a Da Vinci si lascia guidare dall'insegnamento di un altro grande italiano della storia come San Francesco d'Assisi che un giorno disse "inizia col fare il necessario, passa quindi al possibile e di lì a poco ti troverai a fare l'impossibile", un mantra fatto proprio dall'uomo di Casilda.
Solo altri due modelli sono stati prodotti dalla casa italo-argentina dal 2010 - anno nel quale è definitivamente uscita di scena la Zonda - a oggi. Due supercar che rispondono ai nomi Huayra e Utopia, auto rispettivamente da 730 e 864 cavalli ma che più dell'ebbrezza della velocità o la perfezione e la ricercatezza dei loro futuristici materiali hanno il potere di vendere un'esperienza motoristica unica a quei pochissimi e facoltosi clienti che possono permettersi di acquistare il sogno del gaucho Pagani, un uomo con il Rinascimento nel cuore.