Nuove Giulia e Stelvio: sono le Alfa Romeo 2020 che ci aspettavamo?

Con la presentazione delle nuove Giulia e Stelvio 2020, Alfa Romeo ha indicato indirettamente la strada che ha intrapreso, e potrebbe non piacere a molti.

Nuove Giulia e Stelvio: sono le Alfa Romeo 2020 che ci aspettavamo?
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Alfa Romeo ha presentato da pochissime ore le nuove versioni 2020 di Giulia e Stelvio, in pratica i suoi modelli di punta attuali, aspettando che la nuova line-up 2021-2022, sulla quale è ricaduto certamente anche lo zampino del Gruppo PSA, prenda effettivamente forma.
Nei prossimi 2-3 anni vedremo infatti un nuovo aggiornamento di Giulia e Stelvio (MY2021) e due nuovi SUV di segmento differente, C e B. Il C-UV di Alfa avrà anche una versione PHEV ibrida, mentre il B-UV più compatto offrirà anche una variante totalmente elettrica, possibile grazie alla piattaforma CMP del gruppo francese, da poco "fuso" con FCA. In questo quadro generale, presente e futuro, come si collocano le nuove Giulia e Stelvio 2020? Sono le Alfa Romeo che aspettavamo?

Le prestazioni non sono più importanti?

Purtroppo per gli appassionati più incalliti del DNA sportivo di Alfa Romeo, queste nuove auto MY2020 non fanno che confermare il nuovo trend intrapreso dalla compagnia, comprensibile certo ma allo stesso tempo criticabile. A partire dagli stessi comunicati di lancio delle due vetture, ciò che si nota in primo piano è soprattutto la nuova tecnologia in forze su Giulia e Stelvio 2020, che guadagnano una guida autonoma (opzionale) di Livello 2, un nuovo sistema di infotainment, una miriade di servizi connessi e - questo sì da tradizione - vari livelli di allestimento basati soprattutto sull'eleganza, materiali pregiati e comfort a 360 gradi.
Sappiamo bene come comodità e tecnologia, per un marchio premium odierno, vadano ormai a braccetto, ma dove sono i motori? E il divertimento offerto da un cambio manuale? I comunicati ufficiali di Alfa Romeo non menzionano da nessuna parte che tipi di motore avremo sulle nuove Giulia e Stelvio, potrebbero essere di fattura italiana come francese, sappiamo soltanto alcune delle cilindrate disponibili a listino. Ad esempio di base dovremmo avere un 2.2 turbodiesel da 136 CV a trazione posteriore e cambio automatico, i dettagli diffusi dalla compagnia però terminano qui.

Benzina avremo poi un 2.0 da 200 CV a partire dall'allestimento Super, affiancato da un diesel da 160 CV a trazione posteriore. Sulla Business avremo un diesel 190 CV All-Wheel Drive, mentre sulle Giulia e Stelvio Veloce potremo contare su un benzina da 280 CV e un diesel da 210.
Tutti i restanti caratteri del comunicato di lancio, e sono migliaia, convergono interamente sulla qualità dei vari allestimenti, su tutti i servizi Alfa Connect, il nuovo infotainment con doppio schermo (uno centrale principale e un secondario incastonato nel quadro strumenti), la guida autonoma di Livello 2 (con tutti gli ADAS annessi e connessi), le colorazioni, i vari livelli di personalizzazione e le possibilità di noleggio con la società Leasys del Gruppo FCA.

Re-branding di design

Dalla line-up 2021-2022 sono già scomparse le sportive GTV e 6C, inoltre è stato tagliato di netto l'aggiornamento della Giulietta e il SUV ad alte prestazioni che avrebbe dovuto scavalcare persino Stelvio. In cosa si sta trasformando dunque Alfa Romeo?
Guardando ai fatti, in una compagnia certamente premium, in grado di offrire allestimenti di qualità eccelsa, addirittura con le varianti Ti (Turismo Internazionale) abbiamo inserti in legno e sedili in pellame pregiato, oltre alle numerose tecnologie al servizio del conducente, a discapito però del DNA sportivo, delle motorizzazioni (diventate talmente secondarie da non meritare neppure un paragrafo sulle varie prestazioni, come se fossero un elemento marginale), del divertimento di guida (abbandonando del tutto i cambi manuali e facendo sempre più spazio alla guida autonoma, seppur di Livello 2, che richiede ovviamente costante attenzione da parte di chi è seduto al volante).

Il neo-arrivato Gruppo PSA potrebbe inoltre avere "colpe" marginali in questo, poiché sia la nuova line-up che queste Giulia e Stelvio 2020 potrebbero essere frutto di un re-branding pensato già tempo fa - e solo avallato dai cugini transalpini. La speranza è che la nostra percezione sia in qualche modo sbagliata, se negli articoli di ieri però non avete trovato molte informazioni a proposito dei nuovi motori di Giulia e Stelvio MY2020 non è stato per via di una nostra mancanza ma di una scelta aziendale ben precisa. Che potrebbe far storcere il naso a molti, purtroppo.