La Model Y provata da chi non ha mai toccato una Tesla

Com'è guidare una Tesla per la prima volta? Edoardo, nostro redattore, ce lo racconta nel dettaglio in questa prova speciale.

La Model Y provata da chi non ha mai toccato una Tesla
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Scrivo, in via del tutto speciale, questo articolo in prima persona per chi, come me, ha sempre avuto quel mix di curiosità e diffidenza verso le auto elettriche.
Mi sono sempre chiesto cosa ci fosse dietro al giga-hype di Tesla, negli ultimi anni ho avuto modo di provare svariati veicoli elettrificati e alla fine quanta differenza ci potrebbe mai essere tra il marchio americano e "il resto del mondo?"
Tesla Italia ci ha fornito di recente una Model Y Long Range e qui trovate i nostri cinque motivi per comprare una Model Y, ho così potuto notare di persona il gap che separa il produttore americano dal resto del mercato.

Vita a bordo della Tesla Model Y

Di Tesla ne ho viste moltissime sia dal vivo che in video e un fattore in particolare non l'ho mai completamente assimilato: l'estremo minimalismo degli interni. Non fraintendetemi, da buon ex studente di design ho sempre seguito il mantra "Less is more" di Mies van der Rohe come una Bibbia, ma salire su una Tesla e non avere letteralmente nulla davanti al volante è, almeno all'inizio, un po' alienante.

Mi sono anche sentito un vero boomer chiedendo "Come si accende?" dato che l'auto non ha nemmeno una vera chiave ma si gestisce tutto tramite app - e considerate che io sono nato nel 1993, non nel 1950.
Tempo fa scrissi un articolo sulla dematerializzazione degli interni dovuta al radicale passaggio da analogico a digitale, sottolineando più volte come svariate case fossero prese talmente tanto dall'euforia dei touch screen da dimenticarsi del tutto dell'ergonomia. Qui invece Tesla ha preso da me i primi kudos, grazie a una User Experience che definire pazzesca è dire poco.
Mancano nottolini e levette sulla plancia ma l'UI del sistema operativo v11 della Model Y è talmente intuitiva e ben progettata che si impara tutto in mezz'ora, senza scherzi.
Si passa dai settaggi dell'aria condizionata all'impostazione dell'Autopilot con due tocchi, l'interfaccia grafica l'ho trovata incredibilmente simile a quella di un iPhone e questo ha aiutato molto. Probabilmente un head-up display avrebbe aiutato un pochino l'occhio, ma a mio parere le informazioni sono leggibilissime anche dallo schermo da 15 pollici dell'infotainment. Diciamo senza mezzi termini che per i nativi digitali quest'auto è il prolungamento di uno smartphone, nell'accezione positiva della cosa.
Il fattore che più mi ha sorpreso, però, è stata la comodità disarmante della Model Y.

Nonostante si percepisca comunque la mancanza di raffinatezza negli assemblaggi, gli interni danno comunque un "effetto salotto" veramente notevole.
Niente sfarzo all'inglese o ultratech tedesco ma un ambiente minimale ben curato grazie a sedili di pelle e inserti in alcantara. Il tetto panoramico, di serie, rende lo spazio ben illuminato e accogliente, mentre il tunnel centrale essendo sgombro da leve e pulsanti ha moltissimo spazio per gli oggetti personali e ha anche uno spot dedicato alla ricarica del proprio smartphone (se ne possono caricare due in contemporanea).

Lo spazio a bordo è tanto, nonostante la silhouette coupé suggerisca l'esatto contrario. I passeggeri posteriori, complice il pianale basso, hanno un comfort più che ottimale mentre il vano di carico è veramente generoso, parliamo di ben 1.861 litri con sedili abbattuti (io ci sono stato comodo da sdraiato, per dire). E se lo spazio non fosse abbastanza c'è anche il frunk (o front trunk) da 80 litri, praticamente lo stesso spazio disponibile su una Alpine A110.
La bocca d'accesso poi è gigantesca e il gradino di carico è alla giusta altezza, manca solamente una cappelliera, anche se il vetro privacy risolve parzialmente il problema dei "curiosoni".

Un nuovo concetto di mobilità

Dopo una settimana di prova con questo SUV/Crossover coupé ci si accorge che il brand americano non offre semplicemente una vettura ma una vera e propria rivoluzione di mobilità.

Credo, forse per la prima volta nella mia vita, di aver affrontato il traffico di Milano all'ora di punta senza impazzire proprio grazie a questa Tesla.
Il radar di bordo con visualizzazione 3D, l'insonorizzazione perfetta, la coppia istantanea dell'elettrico e la guida One-pedal con frenata rigenerativa rendono il tragitto urbano molto più vellutato e rilassante di qualunque altra vettura abbia mai provato.
Anche se le dimensioni della Model Y sono tutto meno che trascurabili, special modo per una metropoli, l'auto si muove con discreta agilità nel traffico e grazie agli svariati sistemi di sicurezza come frenata automatica d'emergenza e monitoraggio dell'angolo cieco ci si sente anche tranquilli.
Non sono un grande fan dello 0-100, per me parlare di performance sportive su Model Y è abbastanza fuori luogo, ma vi dirò comunque una cosa scontata: è un missile terra-terra.
Ok, abbiamo un'auto che supera le 2 tonnellate e soprattutto non è stata concepita per avere la tempra di una M4, ma i suoi 351 CV ci sono e si sentono uno per uno. Non sto parlando nemmeno del modello Performance, che di cavalli ne ha quasi 500, ma la Long Range AWD vi insegna in fretta il concetto di 510 Nm disponibili in qualunque istante.

Anche il comportamento battagliero tra le curve mi ha stupito, il telaio rigido ottenuto tramite Giga Press, ovvero una fusione di alluminio da un unico stampo che integra gran parte del pianale, e l'assetto piuttosto rigido - forse un po' troppo dato che non ha impostazioni aggiuntive - non le donano alcun effetto "barcone" anche se la mole comunque si sente, soprattutto sui freni.
In autostrada Model Y parla un po' di tedesco. Non siamo ai livelli degli incrociatori da Autobahn ma grazie all'Autopilot Avanzato, optional da 3.800 euro, non dovrete far altro che dare due colpi in basso alla leva del cambio per dare un'altra piega all'esperienza di viaggio.

Il Cruise Control vi guida autonomamente a destinazione percorrendo addirittura le rampe d'ingresso e uscita delle autostrade e il sistema calcola da solo un percorso che include i Supercharger per la ricarica nel caso in cui l'autonomia non bastasse.
Ammetto che ho avuto qualche difficoltà all'inizio, l'Autopilot è poco indulgente e se la mano non è perfettamente sul volante può arrivare addirittura a disattivarsi fino alla prossima riaccensione. Il cambio di corsia va fatto coi suoi tempi, se si forza il volante il sistema si disinserisce, mentre ho notato che non digerisce bene i lavori in corso e le corsie provvisorie, motivo in più per tenere gli occhi sulla strada e non distrarsi mai - come effettivamente bisognerebbe fare con un sistema autonomo di Livello 2.

La daily car perfetta? Forse

Credo abbiate capito che la Model Y mi è piaciuta parecchio, nonostante fosse una novità assoluta per me. Ci ho pensato a lungo ma sono convinto che questo crossover possa essere, per alcuni, la daily car quasi perfetta.

Se viaggiate tanto e l'autostrada occupa più del 50% dei vostri tragitti allora potrebbe non fare per voi, dei 507 km dichiarati con ciclo WLTP in realtà se ne fanno più o meno 300-350 a velocità di codice e questo potrebbe essere un problema.
Se invece, come me, coprite ogni giorno circa 40-50 km tra urbano ed extraurbano e avete un budget di 60-70.000 euro (68.900 il modello in prova) allora la Model Y deve essere un'opzione da valutare, a mio parere.
Con questo chilometraggio si consuma mediamente il 20-25% di batteria guidando in modalità One-pedal, tradotto significa che se a casa non avete una wallbox ma la classica presa Schuko da 2 kW (o meno) in una notte di ricarica riuscirete a recuperare energia sufficiente per il vostro tragitto quotidiano tipico - anche se consigliamo caldamente l'installazione di una Wallbox di potenza superiore per un'esperienza più completa.
Avendo la fortuna di abitare abbastanza vicino a una stazione Supercharger V3 Tesla ho anche potuto provare la ricarica ultrarapida da 250 kW in grado di reggere ritmi da 1.600 km l'ora. Tempo di aprire il portatile, scrivere un paio di mail (o in alternativa Netflix, già integrato nell'OS) e l'auto è pronta per ripartire.

Capisco bene che al momento la diffusione delle stazioni non è ancora capillare, per questo Model Y non è per tutti, si tratta però di un problema comune a tutte le altre elettriche del mercato, a meno che non viviate in un'area ben servita. Al di là dei vari gimmick come gli show di luce, la Toy Box, Netflix e i giochi preinstallati che io considero un divertente "di più", Model Y mi ha convinto perché nel suo essere tecnologicamente all'avanguardia è anche semplice, cosa non scontata.

Invece funzioni come la modalità Summon, utilissima per entrare e uscire dal box controllando la vettura dallo smartphone (negli USA addirittura Smart Summon funziona entro 60 metri), o la modalità Sentinella, per controllare l'auto a distanza attraverso le telecamere, sono piccoli dettagli che però possono pesare molto sulla scelta di acquisto tra Model Y e una concorrente.
C'è margine di miglioramento su svariati aspetti - finiture, Autopilot e autonomia in primis - ma posso dire di essere rimasto assolutamente colpito da questo modello, una di quelle auto che avrebbe assolutamente senso mettersi in garage. Nonostante le difficoltà, con un minimo di pratica e allenamento gestire un'elettrica è assolutamente possibile. Anche oggi.