Marcia indietro sull'Euro 7: la rivoluzione green dei motori è rimandata

Sì al futuro a basse emissioni ma non da subito. Questo il risultato della revisione UE: il settore dell'Automotive tira un sospiro di sollievo.

Marcia indietro sull'Euro 7: la rivoluzione green dei motori è rimandata
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La novità di maggior rilievo - concordata dopo una lunga trattativa - emersa dalla riunione del Consiglio Competitività dell'Unione Europea, riunitosi a Bruxelles lo scorso 25 settembre sulla proposta di Regolamento Euro 7, riguarda l'estensione del periodo entro il quale le nuove disposizioni saranno applicate (l'Europa approva un Euro 7 più morbido). Da 24 mesi dopo l'entrata in vigore del regolamento per le auto e i furgoni si è passati a 30 mesi per i nuovi modelli e a 42 mesi per le nuove immatricolazioni di modelli esistenti già omologati.
Per i veicoli commerciali pesanti si prevedono 48 mesi per i nuovi modelli e 60 mesi per i veicoli nuovi. Per auto e furgoni la proposta iniziale della Commissione indicava rispettivamente metà 2025, per i veicoli pesanti metà 2027, periodi più stretti. Il nuovo Regolamento tratta dell'omologazione dei veicoli a motore e dei motori, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli, per quanto riguarda le loro emissioni e la durata delle batterie.
La suddetta normativa - che per la prima volta copre auto, furgoni e veicoli pesanti in un unico atto giuridico - mira a stabilire norme più adeguate per le emissioni dei veicoli e a ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti atmosferici derivanti dal trasporto stradale.

Si mantiene l'obiettivo ma si dilatano le scadenze

Questo in breve ciò che emerge dall'attività del Consiglio. Il risultato è un testo annacquato rispetto alla proposta originaria della Commissione, un compromesso tra Stati in perfetto stile europeo.

L'accordo tra i 27 Paesi membri in seno al Consiglio Competitività sui veicoli Euro 7 fa cantare vittoria alle forze conservatrici e del centrodestra degli Stati continentali, Italia compresa, che ritengono di aver vinto un braccio di ferro con chi sosteneva istanze più fortemente ambientaliste. Il testo adottato - fondato sulla proposta della presidenza di turno, in capo alla Spagna - sarà la base negoziale del Consiglio dell'Unione in vista delle discussioni con il Parlamento europeo.
"L'Europa è rinomata in tutto il mondo per le autovetture di alta qualità e a basse emissioni che produce. Vogliamo continuare a perseguire l'obiettivo di migliorare la qualità dell'aria. La nostra posizione è quella di continuare a guidare la mobilità del futuro e fissare livelli realistici di emissioni per i veicoli del prossimo decennio, aiutando nel contempo la nostra industria a compiere un salto definitivo verso automobili pulite nel 2035". Queste le parole di Héctor Gómez Hernández, ministro ad interim spagnolo dell'Industria, del Commercio e del Turismo.

Su Euro 7 "ha prevalso la ragione"

"Il fronte della responsabilità sul regolamento Euro 7 è riuscito in quello che molti ritenevano impossibile: un vero ribaltamento delle forze in campo, che cambia la maggioranza in UE. Il testo approvato oggi, profondamente migliorato rispetto alla proposta iniziale della Commissione, risponde a una visione finalmente concreta, realistica, pragmatica più volte reclamata dall'Italia. Prevale finalmente la ragione sull'ideologia".

A dirlo è stato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine del Consiglio Competitività in corso a Bruxelles. Secondo il ministero di Urso, l'accordo consente di ridurre "in modo significativo i costi per le imprese automobilistiche che dovranno distogliere minori investimenti per l'adeguamento alle nuove tecnologie, di conseguenza meno costi anche per i consumatori". Sarà così possibile "indirizzare da subito più risorse per gli investimenti sulla transizione all'elettrico".

I nuovi accordi soddisfano anche Acea

L'accordo dei ministri sugli standard Euro 7 "è un passo nella giusta direzione, ma la pressione dei costi resta alta". L'Associazione europea costruttori di automobili (Acea) esprime la sua soddisfazione dopo l'ok del Consiglio Ue Competitività. "La posizione degli Stati membri rappresenta un miglioramento rispetto alla proposta Euro 7 della Commissione europea - spiega la direttrice di Acea, Sigrid de Vries - tuttavia, rispetto a quanto in vigore oggi, la norma richiederà ingenti investimenti aggiuntivi da parte del nostro settore in un momento in cui sta già investendo tutte le sue risorse nella decarbonizzazione".

Più in dettaglio, il Regolamento Euro 7 prevede l'utilizzo di tecnologie avanzate e strumenti di monitoraggio delle emissioni, ma mantiene le condizioni di prova e i limiti di emissione esistenti (come stabiliti nella normativa Euro 6 in vigore dal 2014) per i veicoli M1 e N1 (autovetture private e furgoni), per i veicoli M2 e M3 (autobus e pullman) e per i veicoli N2 e N3 (veicoli commerciali pesanti).
I limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adattate rispetto a Euro 6/VI, in linea con una frenata nell'attuazione degli obiettivi climatici relativi a certi settori industriali.

Il testo varato dal Consiglio UE rafforza inoltre l'allineamento dei limiti relativi alle emissioni di particelle dei freni e al tasso di abrasione dei pneumatici con gli standard internazionali adottati dalla Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite e tiene conto dell'obiettivo di zero emissioni di Co2 per il 2030 recentemente proposto per gli autobus urbani.
Stabilisce inoltre scadenze chiare per l'adozione di atti di esecuzione (da parte della Commissione UE) per fornire agli operatori economici chiarezza e certezza giuridica.

Una soluzione auspicata da molte voci del settore automotive come traspariva già negli scorsi mesi delle parole di Luca de Meo che chiedeva a Bruxelles di rivedere quelle normative che segneranno per sempre il settore automobilistico del Vecchio continente. "Sull'Euro 7 voglio essere chiaro", aveva detto all'Ansa l'amministratore delegato del Gruppo Renault.
"Le regole vanno completamente riviste, conservando comunque la nuova attenzione all'inquinamento che proviene da freni e pneumatici. Ma per i motori è assolutamente impossibile soddisfare i limiti Euro 7 entro il 2025 con regole che non sono state a oggi ancora definite. Non è possibile farlo. E l'Euro 6 final va benissimo". Una richiesta parzialmente accolta oggi dai massimi sistemi del Continente: la scure pendente sui motori termici è stata per ora posata.