Il marchio Jeep dalle origini a FCA: il fuoristrada diventa icona

Ripercorriamo la storia del marchio Jeep dalle origini (prettamente militari) al boom commerciale negli USA e nel mondo - approdando infine a FCA.

Il marchio Jeep dalle origini a FCA: il fuoristrada diventa icona
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Mentre il mondo è sconvolto dalla Seconda Guerra Mondiale, nel 1941 l'esercito americano è alla ricerca di un veicolo leggero da ricognizione in grado di sostituire la motocicletta; è da questa concreta esigenza che nasce la leggenda della Jeep.
Nel 1908 John North Willys acquista la Overland Automotive, azienda che, dopo quattro anni, rinomina in Willys Overland Motor Company e saranno poi le esigenze del fonte più che quelle civili a guidare in prima istanza il destino del marchio. L'esercito degli Stati Uniti necessita infatti di un veicolo leggero a quattro ruote motrici adatto a ogni tipo di terreno. Sebbene l'appalto sia rivolto a oltre 130 costruttori, solo tre aziende presentano dei progetti potenzialmente validi: la American Bantam, la Ford e la Willys.

Il prescelto sembra essere il modello della Bantam ma quest'ultimo non appare in grado di soddisfare da solo le esigenze del Dipartimento della Guerra americano e, per questa ragione, i suoi progetti vengono rivelati alle due aziende rivali, che subito allestiscono modelli simili.
Tra Ford GP e Willys MB a uscire vincitore dalla contesa è quest'ultima grazie a un motore più potente (60 CV, ovvero quasi due volte e mezzo la potenza del Kubelwagen tedesco) abbinato a una carrozzeria leggera e ai suoi minori costi di produzione. A dimostrazione del suo folgorante successo ne saranno prodotte circa 650.000 unità, cifra che consentì al Willys di diventare il veicolo più costruito durante il secondo conflitto mondiale, utilizzato anche dagli alleati, soprattutto sovietici.

L'origine del nome Jeep

Molte leggende aleggiano sull'origine del nome Jeep, iconica etichetta con la quale tutti conoscono il veicolo e che al giorno d'oggi è spesso impiegato anche come sinonimo di "fuoristrada", genere di cui il Willys è senza dubbio il capostipite. Dal fatto che il nome fosse già in uso nel gergo militare ai tempi della Prima Guerra Mondiale, per definire le reclute o i prototipi meccanici, al legame con il personaggio (ideato nel 1936) del celebre cartone animato Braccio di Ferro Eugene the Jeep - un animaletto magico in grado, come il veicolo, di raggiungere qualunque luogo e risolvere i problemi - l'opzione più probabile ricade sulla sigla "GP" (General Purpose, usata per identificare i veicoli destinati a impieghi multipli), semplicemente "Jeep" nello slang dei soldati americani.

Impiegata nei più disparati teatri di guerra, dai boschi europei alle dune nordafricane fino agli atolli del Pacifico o alla penisola coreana (1950-53), la Willys, d'ora in poi "Jeep", a partire dal 1946 decide di allargare i suoi confini con il modello CJ, approdando nella società civile con l'efficace slogan "Born for war, ready for peace".

La CJ - "Civilian Jeep" è sì un veicolo civile, come preannuncia il nome, ma in questa fase rinuncia comunque a quasi ogni forma di comfort, mostrandosi ancora intrinsecamente legata al suo background militare ma con una spiccata vocazione agricola. Dai campi coltivati al giardino di casa il passo è breve ed ecco che, negli anni Cinquanta, l'azienda acquistata nel 1953 dalla Kaiser comincia a sfornare veicoli sempre più "civilizzati" come la Jeep DJ Dispatcher del 1950. Sarà però negli anni Sessanta, sotto la dicitura (a partire dal 1963) Kaiser-Jeep, che il marchio leader del settore del fuoristrada scriverà una nuova e grandiosa pagina della sua storia.

Gli anni Sessanta - per il mondo un decennio di rivoluzione e spiriti liberi - sono il momento ideale per Jeep di mostrare al mondo il suo nuovo concetto di auto, antesignano di quello che oggi siamo soliti definire SUV, una sigla che sta per Sport Utility Vehicle e che identifica macchine che hanno il merito di combinare in un'unica soluzione il pragmatismo di un'automobile con la robustezza e l'audacia tipica di un fuoristrada.

La produzione del Jeep Wagoneer

Anno di svolta è il 1963, quello, per la storia, del tragico assassinio a Dallas del presidente John Fitzgerald Kennedy mentre per l'automobile dell'inizio della produzione della Jeep Wagoneer; uno dei primi SUV della storia e capostipite dei fuoristrada di lusso, trionfo del perfetto incontro tra eccellenza tecnica ed estetica, caratterizzata - quest'ultima - da elementi di design che faranno la storia del brand come la griglia anteriore a feritoie e il taglio squadrato dei passaruota.

L'intento è quello di andare incontro alle esigenze della famiglia media americana, pronta a percorrere le immense strade che attraversano il continente senza però rinunciare al bisogno di spazio e comodità. Non a caso la vettura proponeva soluzioni piuttosto rare per l'epoca, come il piantone dello sterzo regolabile in altezza, aria condizionata, radio e illuminazione interna.

Prodotta nello stabilimento di Toledo, Ohio, dotata sia di trazione posteriore (eliminata dall'offerta nel 1973) che 4x4, la Wagoneer nasceva sulla piattaforma SJ di Jeep, rimasta inalterata anche durante i successivi passaggi di mano, fino al 1991, anno nel quale cessò la sua produzione, divenendo così una delle vetture prodotte per più tempo senza cambiare piattaforma nella storia dell'automobile.

La vettura lunga 4,7 metri e larga 1,9 per 2.048 chilogrammi di peso, equipaggiata con motori 6 cilindri in linea 3,8 litri o V8 si distingueva per soluzioni tecniche innovative quali le sospensioni anteriori a ruote indipendenti e il cambio automatico; il primo veicolo 4x4 ad averlo in dotazione.
Dal punto di vista dello stile, la Wagoneer conobbe diversi restyling con l'aggiunta - nel 1971 - dei particolari in legno che ne divennero tratto distintivo.
In quei mesi del '63 vede la luce anche il pickup Gladiator - ancora oggi il più famoso dei pickup sfornati dalla famiglia Jeep a partire dal lontano 1947 - e veicolo con il quale il Wagoneer condivideva la sua architettura di base, la parte frontale e l'abitacolo.

Jeep nelle mani AMC

La Kaiser-Jeep, in crisi economica, viene poi acquistata dalla AMC (American Motors Corporation) nel 1970. I nuovi proprietari migliorano la gamma riducendo i costi di produzione, incrementando il comfort su asfalto delle 4×4 "yankee" e facendo debuttare il primo sistema automatico di trazione integrale permanente, il Quadra-Trac. Nel 1974 è giunto il momento di sfornare un altro veicolo iconico: la Jeep Cherokee SJ, veicolo sportivo e potente caratterizzato dalla trazione integrale e una bellezza selvaggia. Un modello con quasi cinquant'anni di storia e oltre quattro milioni di unità vendute in tutto il mondo.

Il suo nome deriva dal popolo indiano nativo delle Great Smoky Mountains. La parola indigena "Cia-la-ki" significa letteralmente "coloro che vivono sulle montagne" e la Jeep Cherokee, prima che un SUV, è a tutti gli effetti un fuoristrada in grado di destreggiarsi alla grande sui terreni impervi, quali quelli montuosi, grazie alle dimensioni compatte e alle marce ridotte.

La prima generazione della Jeep Cherokee risale al 1974 e nasce come un modello rivolto ai giovani, basato sul telaio della più lussuosa Wagoneer ma dotato di una carrozzeria con due sole porte laterali (la prima con quattro porte arriva nel 1977), una soluzione piuttosto originale considerata la lunghezza generosa di 4,74 metri.

All'interno c'è però spazio per sei passeggeri, visto che al posto delle poltrone anteriori c'è un largo divanetto. Il look è massiccio e muscoloso, grazie al tetto e al cofano piatti, alla grande mascherina anteriore con tante feritoie verticali e alle fiancate levigate, a disposizione ci sono un benzina a 6 cilindri 4.2 e un V8 5.9 litri.

La Jeep Cherokee in Italia

La Jeep Cherokee sbarca in Italia solo però con la seconda generazione, quando sono ormai scoccati gli anni '80 (è il 1983). Dimensioni esterne più compatte (nonché più adatte al mercato europeo) rispetto all'antenata e un design iconico contraddistinto da linee spigolose ed eleganti la rendono con molta probabilità la versione esteticamente più riuscita della 4×4 "yankee".

La versione XJ è molto diversa dalla prima, più corta di oltre mezzo metro e sottoposta a una robusta cura dimagrante e a un sostanzioso restyling. Per quello che dagli esperti è considerato il primo esempio di SUV di medie dimensioni (qui trovate una breve storia dei SUV), Jeep investì qualcosa come 250 milioni di dollari. Il risultato fu un piccolo capolavoro che rimase costantemente in cima alle classifiche di vendita dei SUV compatti per ben 17 anni ritagliandosi uno spazio nella storia delle quattro ruote. In Europa la Cherokee sbarcò con motore Renault (un turbo diesel 2.1 litri da 88 CV) poiché nel frattempo - nel 1979 - la casa francese aveva rilevato l'americana AMC che deteneva il marchio Jeep.

Negli anni seguenti, tra la Grand Wagoneer (1984) - massimo standard dei SUV di lusso con i suoi pannelli laterali in legno, interni in pelle e climatizzatore - e la Grand Cherokee (1993), c'è ancora spazio per un'altra iconica creazione: la Jeep Wrangler. Introdotta nel 1986 per sostituire la Civilian Jeep, la sua prima versione è rimasta in commercio dal 1986 al 1997.

Il suo punto di forza resta l'offroad, anche se la qualità generale e l'attenzione per il comfort crescono a dismisura ponendola sul mercato come la perfetta risposta alla crescente richiesta di veicoli compatti a trazione integrale da parte di quella clientela che da un lato cercava ancora la praticità della serie CJ, dall'altro voleva anche tutti i "comfort" delle berline.
Pur avendo una carrozzeria scoperta simile a quella del CJ, la nuova Wrangler presenta pochi componenti in comune con il celebre predecessore e molte più parti in coabitazione invece con la Cherokee. La peculiarità maggiore è però data dai suoi fari dalla forma quadrata, utilizzati per la prima volta su questo modello e anche ultima, viste le numerose critiche.

L'arrivo di Chrysler Corporation

Il 5 agosto 1987, dopo circa un anno dall'introduzione della Wrangler, la società American Motors Corporation viene venduta a Chrysler Corporation e il famoso marchio Jeep entra a far parte della divisione Jeep/Eagle di Chrysler - Chrysler che poi finirà nel gruppo FCA.
La storia infine approda ai nostri giorni con la Jeep che diventa a tutti gli effetti un brand globale nel 2014 quando per la prima volta un suo modello viene costruito al di fuori dei confini statunitensi e più precisamente in Italia, a Melfi.

Sono questi gli anni del Renegade, altro veicolo di successo della casa a stelle e strisce, dal 2009 ormai nell'orbita Fiat. Un marchio iconico che ha raggiunto una popolarità tale da indicare con il suo stesso nome non solo le proprie vetture ma un intero settore off-road dell'industria automobilistica, il tutto grazie alla sua straordinaria "heritage" che affonda le radici nel dramma della guerra ma che è poi stato in grado di fiorire negli anni del "Peace & Love".