Lo scandalo Volkswagen

Il colosso tedesco ha ammesso di aver ingannato i consumatori tramite un software a bordo delle sue auto, in grado di truccare i dati sulle emissioni dei gas di scarico di alcuni modelli durante i test.

Lo scandalo Volkswagen
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Molti di voi ricorderanno lo scandalo riguardante Samsung e i benchmark truccati tramite appositi software. La notizia fece subito il giro del mondo quando si scoprì che la GPU del Galaxy S4 veniva overcloccata quando l'utente avviava appositi programmi per misurare le prestazioni del proprio cellulare.
Anche Volkswagen, il più grande produttore di auto al mondo, ha agito in modo simile, falsificando tramite software i dati sulle emissioni dei gas di scarico di alcuni suoi modelli quando venivano sottoposti a test. La notizia ha ormai fatto il giro del mondo ed è stata riportata da tutti i media. Analizziamo nel dettaglio quanto accaduto e quali ripercussioni ci saranno in futuro per l'azienda.

Dall'annuncio dell'EPA allo scandalo globale

La bufera che ha colpito il colosso tedesco è iniziata la scorsa settimana, quando l'EPA , l'Agenzia per la Protezione Ambientale americana, ha scoperto, grazie ad un'analisi indipendente condotta dai ricercatori della West Virginia University, che alcune vetture Volkswagen emettono normalmente molti più ossidi di azoto rispetto a quelli misurati durante i test appositi. In dettaglio si tratterebbe dei modelli Jetta, Beetle, Golf, Passat e dell'Audi A3, prodotti tra il 2008 e il 2015, equipaggiati con un propulsore diesel 2 litri, denominato EA189, montato a bordo di 11 milioni di auto nel mondo. I propulsori con omologazione Euro 6, secondo quanto dichiarato dal colosso tedesco, dovrebbero essere invece esenti da questi problemi.
L'agenzia americana, dopo una lunga fase di analisi, è riuscita a trovare la causa di questa discrepanza. All'interno della centralina del motore è presente un particolare software in grado di capire quando l'auto viene sottoposta a specifici test sui rulli, con il connettore OBD inserito. In queste condizioni il programma abbassa notevolmente le emissioni dei gas di scarico prodotti dal motore, che tornano a livelli molto più elevati durante il normale utilizzo. Secondo le stime dell'EPA ci sarebbe un'enorme divario tra i due comportamenti dell'auto, con emissioni da 10 a 40 volte maggiori durante l'utilizzo quotidiano rispetto a quanto dichiarato ufficialmente.
Volkswagen avrebbe utilizzato questo stratagemma per favorire le performance delle auto diesel, visto che i sistemi che limitano le emissioni inquinanti aumentano i consumi e soprattutto riducono la coppia, uno dei punti di forza dei propulsori diesel rispetto a quelli a benzina.
Ricordiamo che negli Usa i motori diesel vengono acquistati in misura decisamente inferiore rispetto a quelli a benzina. E', infatti, diffusa l'idea nei consumatori americani che questo tipo di propulsore non sia pulito ed efficiente come quello a benzina.

Le conseguenze al livello mondiale

Martin Winterkorn, amministratore delegato del gruppo, ha ammesso la falsificazione dei dati, poco dopo l'annuncio dell'EPA. Questo ha portato immediatamente a perdite miliardarie in Borsa (per la precisione, quasi il 37% , nei due giorni successivi alla diffusione della notizia).
Ma questo è soltanto l'inizio. Volkswagen ha, infatti, annunciato la sospensione delle vendite delle auto con a bordo i motori quattro cilindri diesel in tutti gli Stati Uniti. Inoltre l'EPA potrebbe condannare Volkswagen a pagare una multa di 18 miliardi di dollari (ma in realtà, potrebbero essere molti meno), senza dimenticare il ritiro dal mercato americano di circa mezzo milione di auto. Inoltre il Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha aperto un'inchiesta penale sull'accaduto.
Molti altri Paesi si stanno ora interrogando se il particolare software sia presente anche sulle auto vendute fuori dagli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, il governo di Berlino era a conoscenza, anche se in modo non specifico, di quanto accaduto. Altri governi, compreso il nostro, hanno richiesto informazioni specifiche alle filiali nazionali di Volkswagen e provvederanno ad effettuare controlli il prima possibile, mentre la Francia ha sollecitato un'inchiesta a livello europeo.
La bufera che ha colpito il colosso tedesco potrebbe essere globale con conseguenze disastrose sul futuro finanziario ed industriale del gruppo tedesco. Per ora Volkswagen ha già annunciato accantonamenti per 6,5 miliardi di Euro per fronteggiare le spese future, cifra che potrebbe aumentare con il passare del tempo.
Questo scandalo, ormai definito "dieselgate", potrebbe continuare ad espandersi nei prossimi giorni. Il gruppo di Wolfsburg potrebbe non essere l'unico ad aver manipolato i dati sulle emissioni dei propri motori. Le autorità americane sono, infatti, alla ricerca di altre possibili violazioni. "Non abbiamo intenzione di starcene seduti preoccupandoci che altri abbiano barato. Li scopriremo. Al momento stiamo intensificando le nostre attività per capire cosa dobbiamo fare con altri veicoli" ha dichiarato al Wall Street Journal, Gina McCarthy, dell'EPA. In particolare l'ente americano amplierà i controlli alla ricerca del software denominato "defeat device", che ha consentito a Volkswagen di modificare i parametri ufficiali sulle emissioni durante i test.

Volkswagen Da tantissimo tempo tutti gli appassionati del mondo dell’auto sono a conoscenza che i dati ufficiali sui consumi e sulle emissioni sono validi solamente in laboratorio e molto lontani dal mondo reale. I costruttori di auto impiegano, infatti, diversi tipi di accorgimenti, tutti perfettamente legali, per migliorare le performance dei loro modelli in fase di test. Ad esempio sigillano i finestrini o usano pneumatici a basso rotolamento per diminuire gli attriti, oppure impiegano particolari tipi di lubrificanti. Infine dobbiamo purtroppo ricordare che questo è solo l’ultimo di una serie di scandali che hanno di recente colpito l’industria automobilistica. Poche settimane fa aveva fatto scalpore la notizia riguardante l’hacking del sistema d’infotainment dei modelli Chrysler che ha consentito di prendere il controllo a distanza di freno, sterzo e trasmissione di una Jeep appartenente al gruppo americano. Da non dimenticare, inoltre, la bufera che ha colpito la General Motors, accusata di aver nascosto un grave difetto sugli airbag montati a bordo delle sue auto. Problema che ha portato alla morte di 124 persone, al ritiro dal mercato di 2,6 milioni di automobili ed una multa di 900 milioni di dollari.