Lancia contro Audi: la più incredibile stagione nella storia dei rally

Senza trazione integrale e con la propria stella a mezzo servizio la Lancia sfida nel 1983 il colosso Audi: lo scontro rimarrà nella leggenda.

Lancia contro Audi: la più incredibile stagione nella storia dei rally
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Alla vigilia della partenza del mondiale Rally 2023, che scatterà il 19 gennaio dai prestigiosi asfalti ghiacciati del Rally di Montecarlo, facciamo un salto indietro nel tempo per ripescare dagli archivi del motorsport una delle più incredibili e appassionanti battaglie nella storia delle quattroruote: quella che nel 1983 vide Lancia sfidare il dominio di Audi (a tal proposito: ecco le 10 auto più iconiche della storia del rally). Una sfida appassionante che recentemente è stata raccontata dal conduttore britannico Jeremy Clarkson nel suo programma The Grand Tour e che a breve finirà sul grande schermo con il titolo 2 Win grazie a Stefano Mordini (l'autore de La scuola cattolica). Una storia tanto irresistibile quanto autenticamente racing.

Lancia contro Audi, ovvero Davide contro Golia

A fine 1981 Audi aveva sconvolto il mondo del rally portando per la prima volta in pista l'incredibile Audi Quattro che poteva contare sulle quattro ruote motrici che offrivano alla vettura tedesca molto più grip sui terreni scivolosi come sterrato, neve e fango.

Un'idea all'inizio accolta con un po' di scherno e perplessità dalle altre case costruttrici per via del maggior peso e dei maggiori costi di produzione che l'innovazione tecnologica avrebbe causato. Tale novità si rivelerà invece da subito incredibilmente azzeccata tanto da vincere, nella stagione di debutto, tre rally molto importanti come la Svezia, il Sanremo e il prestigiosissimo RAC inglese. Nell'82 oltre ad aver migliorato ulteriormente la propria vettura Audi si toglierà anche la soddisfazione di ingaggiare per alcune gare la leggenda Stig Blomqvist aggiungendo le prestazioni dello svedese a una line-up già temibile composta dai due piloti titolari Michèle Mouton e Hannu Mikkola. La stagione sarà dominata agevolmente dall'Audi Quattro, capace di vincere il campionato costruttori con dodici punti di vantaggio sulla Opel e aggiudicandosi ben 7 rally, più di quelli di tutte le altre squadre messi insieme. Per il 1983 pertanto si prospetta un assoluto dominio da parte di Audi che porta ancora una versione aggiornata dell'auto 1982, forte di diverse migliorie tecniche e quasi 50 cavalli in più di potenza.

Qualcosa però sta per mettere il bastone fra le ruote di Audi: si tratta della Lancia 037, due ruote motrici a trazione posteriore, un telaio di derivazione sport prototipi e un potente motore con compressore volumetrico che sviluppa quasi 310 cavalli. Sempre meno dei 340 dell'Audi ma con la casa italiana che poteva contare su un minor peso, di quasi 150 kg rispetto alla rivale tedesca. Due mondi agli antipodi dunque: la compattezza dell'Audi contro la linea aggressiva della Lancia.

La casa italiana per il 1983 aveva poi in serbo un'altra sorpresa, l'ingaggio del due volte campione del mondo (1980-82) Walter Rohrl, unico pilota in grado di contrastare l'anno precedente il dominio di Audi. Ma Rohrl - provato dalle stagioni precedenti - non correrà tutte le gare, limitando il suo impegno solo ad alcune tappe accuratamente selezionate. Due ruote motrici invece che quattro e la propria stella a mezzo servizio ma se c'è una cosa in cui la Lancia è favorita è l'esperienza di un certo Cesare Fiorio, team manager Lancia e Fiat, che nei precedenti 10 anni aveva portato a casa 7 mondiali nei rally come direttore sportivo: quattro costruttori e tre piloti.

Audi vs Lancia: una sfida da film

Comincia così la stagione 1983 e il primo round è, allora come oggi, il celebre Rally di Montecarlo, evento in cui si trovano strade asfaltate per ampi tratti ghiacciate oppure completamente innevate.

Per Lancia è evidente che meno saranno questi tratti e più alte saranno le sue possibilità di ottenere un grande risultato, visto che l'asfalto asciutto è l'unica superficie sopra la quale il vantaggio delle ruote motrici viene meno. È qui che inizia lo show di Fiorio che fa arrivare dall'Italia camion carichi di sale e, fingendosi un comune cittadino, fa addirittura chiamare le autorità locali spiegando che, per la sicurezza di pubblico e addetti ai lavori, le strade andavano pulite. Per i punti di prova speciale completamente innevati e dove il sale non può bastare a sciogliere neve e ghiaccio Fiorio propone una mossa se possibile ancora più ardita e mai vista in un mondiale rally. Poiché il tratto ghiacciato è anticipato da un lungo segmento su asfalto il rischio è quello che i chiodi si possano deteriorare pericolosamente prima di arrivare alla parte innevata. La geniale soluzione studiata è allora quella di un pit stop in prova speciale appena prima della parte innevata. I meccanici italiani cambiano le gomme da asfalto in meno di un minuto, una strategia che lascia di sasso tutti.
Nel regolamento non vi era infatti scritto che si potessero cambiare le gomme nel mezzo di una prova ma l'operazione non era tanto meno vietata. Il team italiano utilizzerà questo vuoto regolamentare per stravincere il primo rally stagionale ottenendo una inaspettata doppietta delle 037 guidate da Rohrl e Markku Alen che lasciano l'Audi di Blomqvist terza a ben 11 minuti.

Dal rally successivo però, in Svezia, interamente su neve - valido solo per il mondiale piloti - il vento cambia immediatamente con Lancia che non si presenta nemmeno preferendo concentrare i propri sforzi sulle gare successive.

È il via libera per un dominio Audi che ottiene uno storico poker occupando tutti i primi quattro posti della classifica. Il terzo round è in Portogallo, un rally che ha subito un parziale riequilibrio del fondo di gara. Pur essendo ancora predominante lo sterrato è stata introdotta una tappa tutta su asfalto. La vittoria per Audi è pertanto tutt'altro che agevole, anche per via di una serie di forature e problemi tecnici. Alla fine però per la Quattro e il finlandese volante Hannu Mikkola arriva il secondo successo di fila. Dopo la tappa lusitana è il momento del Safari Rally (la Porsche 911 di Safari di Ken Block è stata messa in vendita) 5.000 km da correre tra savana e foreste. In questo appuntamento Lancia è assente, la maratona scassa tutto fa infatti paura e a Torino si decide di non rischiare con una vettura ancora troppo giovane e fragile. Audi quindi ha la possibilità di aggiudicarsi una facile vittoria e invece la lotteria africana premia la vecchia Opel Ascona 400 di Ari Vatanen, con Mikkola e la Mouton che si dovranno accontentare di completare il podio. Lo scontro diretto tra Audi e Lancia è perciò rimandato alle strette stradine tortuose, ma soprattutto completamente asfaltate, della Corsica.

La resistenza: il mondiale si sposta sugli sterrati

Cesare Fiorio sa che il suo team non solo deve vincere ma far anche conquistare meno punti possibili ai tedeschi e pertanto vengono schierate ben quattro 037 ufficiali. Anche Audi non si fa trovare impreparata e schiera un'auto evoluta, denominata A2, con quasi 450 cavalli e un dimagrimento di ben 100 kg.

Per tutto il rally però la vettura tedesca sarà afflitta da un endemico sottosterzo mentre le 037 inizieranno da subito a volare, dominando a tal punto che a metà gara Fiorio si potrà permettere il lusso di congelare le posizioni. La situazione di Audi si fa ancora più nera nell'ultima tappa quando Mikkola, nel tentativo di raggiungere almeno il quarto posto, esce di strada e il motore della Mouton decide di ammutolirsi. È un poker Lancia, con Markku Alen primo scandinavo della storia a trionfare in Corsica. Il calendario però da lì in poi non sorride affatto a Lancia con i successivi quattro eventi interamente su terra il primo dei quali, il Rally dell'Acropoli, prevede oltre 800 km di ghiaia e pietre. Pronti via e Audi perde subito la vettura della Mouton, che si ribalta nella prima speciale. La cosa non sconvolge però troppo i piani del team tedesco che, come da pronostico, con Mikkola sta conducendo il rally. Due gravi errori dei meccanici Audi ribaltano però la situazione. Questi ultimi prima dimenticano il tappo del serbatoio aperto sull'Audi di Blomqvist mandandola quasi a fuoco, poi - quando Mikkola sta già pregustando la vittoria - vengono dimenticati aperti sulla sua vettura i ferma-cofano del portellone posteriore.

Le conseguenti sollecitazioni faranno staccare il radiatore della vettura tedesca costringendo Hannu alla resa, regalando così alla Lancia le prime due posizioni del podio con la casa torinese che si presenta al giro di boa del mondiale al comando della classifica costruttori. In Nuova Zelanda in un rally dalle mille sorprese a contendersi la vittoria sono la Quattro di Mouton e la 037 di Rohrl.

La pilota di Grasse fa quel che deve, distanziando la Lancia di oltre 5 minuti ma, nell'ultimo giorno di gara, il 5 cilindri di Audi cede di colpo lasciando così a Lancia e Rohrl un'altra incredibile vittoria. In Argentina, dopo tante sfortune, filerà finalmente tutto liscio per Audi che è nettamente superiore alla concorrenza e infatti piazzerà tutte e quattro le sue vetture al comando. In Finlandia però sembrano tornare i problemi e il rally scandinavo non inizia bene per Audi con un problema al differenziale che, dopo poche centinaia di metri, costringe Mikkola a inseguire partendo dalla 143esima posizione. L'asso finlandese però non demorde e vince con Blonqvist a fargli da scudiero. La Lancia, che con Alen completa il podio, ha ora solo 2 punti di vantaggio sui rivali. Ma è proprio dopo il Mille Laghi che le cose per Lancia sembrano migliorare e, dopo quattro rally su terra nei quali Lancia ha abilmente limitato lo strapotere Audi, finalmente si torna a correre su terreno misto. Il rally seguente è infatti l'attesissimo Rally di Sanremo, gara di casa per Lancia.

Un'impresa memorabile

La gara partiva dalla Liguria passando poi per un tratto intermedio di sterrato in Toscana, per infine ritornare nelle ultime tappe sull'insidioso asfalto ligure. Per il rally di casa Lancia schiera tre vetture ufficiali e diversi non-ufficiali ai quali Audi risponde schierando ben 4 equipaggi. Si prospetta una gara memorabile con le Lancia a tentare la fuga sull'asfalto e poi rintuzzare la rimonta Audi sulla terra.
Dopo le prime sei speciali su asfalto il rally è capeggiato da ben 7 Lancia, ma è con l'ingresso in Toscana che le cose si mettono male per la casa torinese. Blomqvist vince infatti ben 10 speciali consecutive ma, incredibilmente, le Lancia, pur sulla terra, riescono a far segnare tempi non lontani dalle in teoria inarrivabili Audi.

Il poco distacco porta il team principal della casa tedesca a sospettare addirittura che Lancia possa aver inserito sulla propria vettura il sistema di trazione integrale, tutte illazioni rispedite al mittente al banco delle verifiche tecniche: la competitività della vettura è solo dovuta alla strepitosa abilità di guida dei suoi piloti. Costretti a forzare più del dovuto, una dopo l'altra, in Audi si verificano rotture ed incidenti e Lancia può così festeggiare la vittoria monopolizzando tutti i gradini del podio.

La Lancia con questo risultato riesce a conquistare matematicamente, contro ogni previsione, il titolo costruttori. Rohrl e Alen sono primi e secondi in classifica piloti davanti all'Audi di Mikkola, l'azienda italiana però, ampiamente soddisfatta della propria stagione trionfale, decide di non prendere parte agli ultimi due eventi. Hannu Mikkola sarà campione del mondo ma Rohrl terminerà clamorosamente secondo pur avendo corso appena la metà degli eventi.

Si è appena conclusa una delle più grandi imprese del motorsport. La Lancia è riuscita a trionfare contro lo strapotere tecnico di Audi, pur con la sua star a mezzo servizio, dimostrando che con una guida tecnica astuta e risoluta e degli ottimi piloti nel mondo delle corse si può vincere anche senza avere la macchina più veloce.
Già l'anno dopo Audi - risolte alcune problematiche che avevano afflitto l'auto l'anno precedente - tornerà a volare, ottenendo il titolo piloti e costruttori grazie a uno Stig Blomqvist inarrestabile (oggi invece Audi pensa alla RS Q e-tron E2 per dominare Dakar 2023). Il trionfo non cancellerà però l'epico epilogo dell'anno prima, la stagione che sarà ricordata per sempre come quella nella quale Davide ha sconfitto Golia.