La rivolta dei benzinai: uno sciopero sbagliato nel momento sbagliato?

I distributori di carburante italiani sono sul piede di guerra: è stato annunciato uno sciopero che in questo momento non ci voleva affatto.

La rivolta dei benzinai: uno sciopero sbagliato nel momento sbagliato?
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I giorni che stiamo vivendo non sono affatto semplici. Da oltre un mese la Lombardia è messa in ginocchio dal Coronavirus, con le stringenti ordinanze della regione che vietano ai cittadini qualsiasi movimento ingiustificato, compreso lo sport all'aperto e in totale solitudine. Un'emergenza che ovviamente riguarda anche il resto dello stivale, con tutti gli italiani rintanati in casa per decreto, e molti altri Paesi del mondo, compreso il Regno Unito, la Spagna, gli Stati Uniti e il Canada. Sono garantiti soltanto i servizi essenziali, ad esempio supermercati e farmacie continuano a rimanere a disposizione dei cittadini, questi esercizi commerciali hanno però bisogno di costante approvvigionamento - condizione essenziale che potrebbe ora essere messa a rischio. Da chi o da cosa? Dall'imminente sciopero dei benzinai, confermato dalla sera di oggi 25 marzo - prima sulle autostrade, poi in ambito urbano.

Un Paese a rischio paralisi

Una situazione già molto difficile, dal punto di vista sanitario e non solo, rischia dunque di esser messa ancor più all'angolo da una categoria che da una parte chiede maggiore supporto dal Governo, dall'altra minaccia di paralizzare anche quei servizi considerati fondamentali per la vita quotidiana dei singoli cittadini. Se chiudono i distributori di carburante lungo le autostrade e nelle città, per il trasporto su gomma sarà materialmente impossibile continuare a lavorare a ritmi regolari. Una condizione che al momento l'Italia non può davvero permettersi, il rischio è che davvero si crei il panico al di fuori dei supermercati e che una volta terminate le scorte gli scaffali restino vuoti per diversi giorni. Un panorama semplicemente inaccettabile. Ovviamente questo i benzinai e i sindacati di categoria lo sanno bene, la politica del resto è anche strategia...

Più feroci, più lontani

Siamo più che certi che dopo l'annuncio dello sciopero il Governo farà di tutto per accontentare le parti in causa e scongiurare il blocco del Paese. Ciò che ci chiediamo però è: è giusto pensare, in una situazione così delicata come quella attuale, con diversi ospedali allo stremo, posti in terapia intensiva che si contano sulle dita di una mano in alcune zone, migliaia di deceduti che verranno cremati senza avere neppure un ultimo saluto, a uno sciopero indiscriminato dei distributori di carburante? A quanto pare senza neppure fasce orarie di garanzia? Le richieste dei sindacati sono chiare, e comprendiamo come il momento sia disastroso anche per la categoria chiamata in causa: la perdita per i commercianti, visto il traffico regolare fermo, è attorno all'85%, "non si raggiunge neppure il 25% dell'erogato usuale", ha confermato Fenica Cisl, e siamo assolutamente vicini a tutti i lavoratori del settore che stanno stringendo i denti.

In questo preciso momento storico però è necessario che tutte le categorie facciano dei sacrifici, proprio per non mandare a rotoli le ultime certezze che tengono insieme il Paese. Non esiste una sola categoria di lavoratori che non sia preoccupata per la situazione in corso, prendiamo ad esempio i professionisti dello spettacolo che già giorni addietro hanno scritto lettere al Governo per non essere lasciati indietro, o gli operai a rischio cassa integrazione.

Ogni singolo cittadino è colpito pesantemente dalla cristallizzazione delle attività produttive del Paese, probabilmente però lo sciopero forzato non è la soluzione migliore per ottenere qualche risultato. Del resto ogni categoria potrebbe sfruttare questa soluzione, spingendo la nazione verso il caos più assoluto. Cosa accadrebbe se scioperassero di punto in bianco medici e infermieri, che stanno affrontando l'emergenza a testa bassa?
Siamo certi che la maggior parte dei lettori finiti su questo articolo sia stata in qualche modo colpita dall'emergenza Coronavirus (economicamente parlando), il momento però richiede lucidità, coraggio e unità. L'ultimo sciopero annunciato invece tende soltanto ad allontanarci, a renderci ancora più feroci, arrabbiati e preoccupati. Proprio ciò che ora dovremmo evitare.