Il marchio Fiat è sicuramente parte della nostra storia, del nostro Paese. Con la 500 ha condizionato non solo un'intera epoca, quella della sua uscita, anche tutti i decenni successivi, portandola ancora oggi - nel 2019 - a essere un'icona di stile e design. Sono poi arrivate la 127, la 600, ma soprattutto la Panda e la Uno, modelli popolari che hanno letteralmente cambiato la nostra cultura. La Panda del resto è ancora adesso il modello Fiat più venduto in assoluto, grazie al suo prezzo accessibile e al suo aspetto inconfondibile. Negli anni '90 però è arrivato un altro modello chiave della storia Fiat: la Punto, che nel prossimo decennio potrebbe essere il modello della svolta, del taglio assoluto con il passato. Lo scorso 31 ottobre infatti è nato il quarto colosso auto del mondo, FCA si è unita al gruppo francese PSA, un accordo che cambierà per sempre anche il volto della nostra italianissima Fiat (e non solo).
Una Peugeot Punto?
Sembra infatti che proprio la nuova Punto, che sarà presentata nel 2021 per essere venduta nel 2022, sarà il primo modello di punta a subire i grandi cambiamenti aziendali avvenuti nelle scorse settimane. La vettura, che non viene aggiornata dal 2018 ormai, potrebbe essere la prima a fregiarsi della tecnologia francese di PSA, che passerà al marchio italiano non solo la piattaforma, anche i motori PureTech, di fatto dunque potremmo avere a che fare con una "Peugeot rimarchiata", con carrozzeria Fiat ma DNA francese sino al midollo. Era questo che ci aspettavamo dalla fusione dei due gruppi?
Nel corso del fatidico 31 ottobre scorso, sembrava che le quote fra le due società fossero ripartite con estrema equità, 50 e 50, secondo alcuni però non sarebbe esattamente così. Un "sale" di Equita quel giorno ha addirittura scritto ai propri clienti che PSA stava comprando FCA, assicurandosi la maggioranza societaria dopo la fusione.
Addio auto italiana
Guardando alle cifre brute, sembra infatti che PSA sia arrivata all'accordo con 20 miliardi di euro di valore azionario netti sul piatto, mentre FCA con 13,25, il che avrebbe portato i due gruppi rispettivamente al 60,15% e al 39,85%, non 50 e 50 come annunciato in pompa magna sin da subito. Questo non è un dettaglio da poco, poiché con la maggioranza i francesi potranno decidere molte delle sorti di FCA, e di conseguenza di tutti i marchi annessi. Questo potrebbe spiegare il repentino cambio di line-up in seno ad Alfa Romeo, che per il 2021-2022 ha cancellato le sue vetture sportive, l'aggiornamento della Giulietta e un nuovo SUV più muscoloso di Stelvio, per dare il via libera a un B-SUV più compatto di cui ancora non si sa nulla.
Dopo questa notizia è arrivato il turno della Fiat Punto 2022, con struttura per almeno metà di fattura francese. Guardando alle piattaforme, a Fiat (e a FCA) serviva sicuramente qualcosa adatto anche all'elettrico, ma cosa ne sarà dei motori Firefly e Multijet? E dello spirito nostrano, che negli anni ha caratterizzato non solo Fiat, soprattutto marchi come Lancia, Alfa Romeo e Maserati? Certamente dopo l'arrivo degli americani e Sergio Marchionne, qualcosa si era già spezzata, con l'ingresso di PSA però siamo al capitolo finale "dell'auto italiana"?
La nuova Fiat Punto sarà per metà francese: è la fine dell'auto italiana?
La nuova Fiat Punto del 2022 avrà piattaforma e motori francesi, dopo la fusione di FCA e PSA: è la fine dell'auto italiana?
Il marchio Fiat è sicuramente parte della nostra storia, del nostro Paese. Con la 500 ha condizionato non solo un'intera epoca, quella della sua uscita, anche tutti i decenni successivi, portandola ancora oggi - nel 2019 - a essere un'icona di stile e design. Sono poi arrivate la 127, la 600, ma soprattutto la Panda e la Uno, modelli popolari che hanno letteralmente cambiato la nostra cultura. La Panda del resto è ancora adesso il modello Fiat più venduto in assoluto, grazie al suo prezzo accessibile e al suo aspetto inconfondibile.
Negli anni '90 però è arrivato un altro modello chiave della storia Fiat: la Punto, che nel prossimo decennio potrebbe essere il modello della svolta, del taglio assoluto con il passato. Lo scorso 31 ottobre infatti è nato il quarto colosso auto del mondo, FCA si è unita al gruppo francese PSA, un accordo che cambierà per sempre anche il volto della nostra italianissima Fiat (e non solo).
Una Peugeot Punto?
Sembra infatti che proprio la nuova Punto, che sarà presentata nel 2021 per essere venduta nel 2022, sarà il primo modello di punta a subire i grandi cambiamenti aziendali avvenuti nelle scorse settimane. La vettura, che non viene aggiornata dal 2018 ormai, potrebbe essere la prima a fregiarsi della tecnologia francese di PSA, che passerà al marchio italiano non solo la piattaforma, anche i motori PureTech, di fatto dunque potremmo avere a che fare con una "Peugeot rimarchiata", con carrozzeria Fiat ma DNA francese sino al midollo. Era questo che ci aspettavamo dalla fusione dei due gruppi?
Nel corso del fatidico 31 ottobre scorso, sembrava che le quote fra le due società fossero ripartite con estrema equità, 50 e 50, secondo alcuni però non sarebbe esattamente così. Un "sale" di Equita quel giorno ha addirittura scritto ai propri clienti che PSA stava comprando FCA, assicurandosi la maggioranza societaria dopo la fusione.
Addio auto italiana
Guardando alle cifre brute, sembra infatti che PSA sia arrivata all'accordo con 20 miliardi di euro di valore azionario netti sul piatto, mentre FCA con 13,25, il che avrebbe portato i due gruppi rispettivamente al 60,15% e al 39,85%, non 50 e 50 come annunciato in pompa magna sin da subito. Questo non è un dettaglio da poco, poiché con la maggioranza i francesi potranno decidere molte delle sorti di FCA, e di conseguenza di tutti i marchi annessi. Questo potrebbe spiegare il repentino cambio di line-up in seno ad Alfa Romeo, che per il 2021-2022 ha cancellato le sue vetture sportive, l'aggiornamento della Giulietta e un nuovo SUV più muscoloso di Stelvio, per dare il via libera a un B-SUV più compatto di cui ancora non si sa nulla.
Dopo questa notizia è arrivato il turno della Fiat Punto 2022, con struttura per almeno metà di fattura francese. Guardando alle piattaforme, a Fiat (e a FCA) serviva sicuramente qualcosa adatto anche all'elettrico, ma cosa ne sarà dei motori Firefly e Multijet? E dello spirito nostrano, che negli anni ha caratterizzato non solo Fiat, soprattutto marchi come Lancia, Alfa Romeo e Maserati? Certamente dopo l'arrivo degli americani e Sergio Marchionne, qualcosa si era già spezzata, con l'ingresso di PSA però siamo al capitolo finale "dell'auto italiana"?
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