Il Paese degli Autovelox: ne abbiamo 23.000, siamo più sicuri o più poveri?

In Italia abbiamo 23.000 autovelox da nord a sud: dovremmo essere uno dei Paesi più sicuri ma rischiamo di essere uno dei più poveri e tartassati.

Il Paese degli Autovelox: ne abbiamo 23.000, siamo più sicuri o più poveri?
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Il 40,8% di tutti gli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2018 è stato causato da distrazione, dal mancato rispetto delle regole di precedenza e dalla velocità elevata. Quest'ultimo dunque è un problema ancora difficile da estirpare, soprattutto per motivi culturali, che le istituzioni e le amministrazioni locali cercano ogni giorno di ostacolare il più possibile.
Se in autostrada il problema è tenuto a bada dai famosi Tutor (o dispositivi simili), con la mortalità ridotta quasi a 0 nei tratti in cui il sistema è attivo, nelle strade urbane ed extraurbane la situazione è decisamente più selvaggia, anche a causa di un sistema di controllo ambiguo, poco efficace e spesso meschino: l'autovelox.
Parliamo di strumenti in grado di rilevare la velocità dei veicoli in modo istantaneo in un determinato punto, non su un'intera area come fa il Tutor, che possono essere aggirati facilmente. O grazie a navigatori e altri strumenti che segnalano la loro presenza, facendoci rallentare all'occorrenza per poi lasciarci liberi di guidare in libertà, o facendo attenzione ai vari segnali posti sulla strada - poiché è illegale nascondere un autovelox agli automobilisti italiani.

Milioni di euro

A ribadirlo una volta per tutte è stata la Corte di Cassazione a fine febbraio 2019, che ha messo nero su bianco come gli autovelox debbano essere ben visibili (al di là dei vari cartelli di avviso) poiché le loro sanzioni siano valide. A cosa serve dunque un sistema così "inaffidabile" in termini pratici, che aiuta pochissimo a ridurre effettivamente la sicurezza sulle nostre strade? Di cui fra l'altro ne abbiamo 1 ogni 100 km, circa 23.000 su tutto il territorio nazionale?
La risposta ce la danno probabilmente i comuni di tutta Italia, che dagli Autovelox guadagnano cifre importanti e a volte fondamentali per i loro bilanci. Nel corso del 2018, nella sola città di Roma le multe per Autovelox sono state 80.000, con il record negativo che spetta alla lunga via Cristoforo Colombo - con 13.000 violazioni accertate. Le casse del Campidoglio hanno guadagnato quasi 9 milioni di euro nell'anno appena passato e a Milano la situazione non è poi così diversa.
Emblematico il caso dell'autovelox di viale Fulvio Testi, che sta facendo parlare di se per via delle 162.379 multe emesse nel 2018, 444 al giorno. In totale, dei sette nuovi dispositivi installati dal comune nel 2017, le multe emesse sono state 213.365, con una media di 584 sanzioni al giorno nel 2018. Questo accade nelle due città più grandi d'Italia, da nord a sud però la situazione all'incirca simile, sia grazie agli autovelox fissi che a quelli mobili.

La tecnologia ci salverà

In buona parte dei casi, è vero come gli automobilisti italiani siano a dir poco indisciplinati, amanti del piede sull'acceleratore, può però anche capitare che gli autovelox siano installati in zone "controverse" a vigilare su limiti di velocità surreali e non adeguati alla strada di riferimento. Inoltre tutti i rilevatori vanno periodicamente tarati, poiché il rischio che calcolino in modo errato la velocità è reale e costante, e questo non sempre accade. Emblematico il caso di un automobilista milanese in gradi di farsi annullare 15 multe prese lungo il famigerato viale Fulvio Testi nominato poc'anzi: il Comune di Milano non è infatti riuscito a presentare certificati di taratura validi al fine di confermare le sanzioni.
Dati alla mano, gli Autovelox sembrano dunque poco efficaci in relazione all'effettiva sicurezza stradale, non sempre risultano affidabili in termini di rilevazione o disposti in modo corretto sulla strada (camuffati in modo eccessivo, posti sulla corsia opposta ecc.); come non bastasse le multe che producono ingolfano costantemente la giustizia, fra ricorsi e contestazioni, alcune delle quali arrivano fino alla Corte di Cassazione.

Probabilmente il futuro è nelle mani della tecnologia e dei singoli produttori di automobili: Volvo ha recentemente annunciato di voler limitare la velocità dei suoi veicoli a 180 km/h a partire dal 2020 anche se questo potrebbe non bastare.
La vera svolta può arrivare dal limitatore smart automatico, in grado di riconoscere in autonomia (grazie a telecamere e GPS) i limiti di velocità di una determinata strada e tenere sotto controllo l'andatura della vettura - che l'Etsc vorrebbe fosse obbligatorio per tutti. Questa tecnologia, in combo con limiti di velocità adeguati, riveduti e corretti strada per strada, potrebbe davvero aumentare la sicurezza sulle strade urbane ed extraurbane. Che per l'Autovelox sia arrivato il tempo del pensionamento, per buona pace delle amministrazioni comunali?