I distributori del futuro non venderanno più benzina: solo elettricità

La rivoluzione elettrica, ormai neppure più tanto silenziosa, è ormai iniziata: ecco perché i distributori del futuro non venderanno più benzina.

I distributori del futuro non venderanno più benzina: solo elettricità
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Se pensate che l'auto elettrica possa essere l'ennesima moda passeggera, al pari di un Fidget Spinner qualunque, probabilmente vi sbagliate. Lo scriviamo guardando a diversi fattori che hanno condizionato il settore automotive negli ultimi 5 anni, non solo all'exploit avuto da Tesla, azienda nata appositamente nel 2003 per costruire auto elettriche alimentate a batteria.
La compagnia di Elon Musk ha accelerato con la produzione soltanto dopo l'uscita sul mercato della Tesla Model 3, con la quale ormai supera le 90.000 unità totali a trimestre e in generale ha già consegnato più di un milione di EV. In alcuni Paesi la Model 3 è addirittura diventata l'auto più venduta, pensiamo soprattutto alla Norvegia e all'Olanda. Ovviamente questo non basta per affermare che le auto elettriche saranno effettivamente il futuro, abbiamo anche altri segni che lo anticipano: pensiamo ad esempio agli investimenti dei Big dell'auto.

L'impegno dell'industria

Il Gruppo Volkswagen ha investito negli ultimi anni la bellezza di 91 milioni di dollari nel settore dell'elettrificazione, denaro che ha portato alla creazione della rinomata piattaforma elettrica MEB e alla famiglia di veicoli ID, che debutterà nel 2020 con la Volkswagen ID.3. A differenza di altri marchi premium, il produttore tedesco ha creato una vettura elettrica "per tutti", che in Europa partirà da poco meno di 30.000 euro con 330 km di autonomia disponibili con una singola carica.
Anche altri brand del Gruppo VW avranno ovviamente dei veicoli 100% elettrici a listino, la rivoluzione investirà Skoda, SEAT, e ha già toccato in maniera corposa Porsche e Audi. Quest'ultima ha di fatto lanciato sul mercato, certo con non pochi problemi e critiche, il SUV e-tron, una sorta di "esperimento su una struttura di grande stazza" che in futuro sarà sostituito da veicoli con piattaforme ancora più ottimizzate - ingegnerizzate in collaborazione con Porsche.

Proprio alla casa di Stuttgart si deve l'uscita della Taycan, la prima sportiva elettrica di alta fascia a sfidare apertamente Tesla in campo tecnologico.
Al di fuori della Germania poi anche il Gruppo PSA e Renault hanno già dei veicoli 100% elettrici a listino, persino FCA alla fine - dopo un periodo di assoluta negazione - ha deciso di riconvertire i suoi impianti, lavorare su una nuova Fiat 500 elettrica e rinnovare i connotati di un brand luxury come Maserati. Oltre il vecchio continente bisogna anche pensare a Ford, che ha persino creato una variante elettrica del suo pickup più venduto, l'F-150, e a tutti i marchi asiatici (Nissan, Toyota e Honda in primis).

Pubblico e privato

Agli sforzi dei singoli produttori bisogna poi aggiungere quelli dei vari Governi del mondo, che stanno investendo (talvolta anche aiutando i privati) nella costruzione di infrastrutture di ricarica. Tesla da sola ha creato oltre 1.600 stazioni in tutto il pianeta, con oltre 14.000 punti di ricarica e molti altri attualmente in costruzione. Esistono però anche altri top player nel mercato, pensiamo a Enel X e IONITY per esempio, con quest'ultimo che vuole arrivare a 400 stazioni di ricarica in Europa entro il 2020, il che significa oltre 2.400 punti di ricarica veloce.
Enel X ha addirittura stretto un importante accordo con la rete Hubject, che a oggi possiede già oltre 200.000 punti di ricarica in tutto il mondo, 8.000 dei quali sono già funzionanti fra Italia, Spagna e Romania. Stiamo dunque parlando di uno switch che va a toccare diversi settori chiave, l'ultimo dei quali è quello della produzione di energia elettrica - che nei prossimi anni dovrà necessariamente spalancare le porte alle fonti rinnovabili.

Presto tutte le nostre abitudini relative alla mobilità e alla micromobilità (anch'essa diventata ormai elettrica grazie ai monopattini, alle e-bike e quant'altro) cambieranno, alle stazioni di servizio non troveremo neppure più la solita benzina o il gasolio ma tutt'altro.

In Norvegia, il più grande mercato elettrico del vecchio continente, la transizione è già iniziata, con diverse compagnie petrolifere che hanno iniziato ad aggiungere le colonnine ai loro distributori di benzina - e talvolta anche a sostituirle con le normali pompe per il rifornimento. Per certi versi è un po' come tornare all'inizio del '900, quando l'arrivo sul mercato dei primi modelli di automobile con motore a scoppio sostituì i cavalli. Questa volta abbiamo a che fare con un passaggio meno traumatico, auto elettriche e tradizionali si somigliano abbastanza fra loro, ma non meno epocale.