I carburanti sintetici salveranno i motori termici: e le auto elettriche?

Grandi marchi dell'automotive come Porsche, Volkswagen e Mazda sono tornati a parlare di carburanti sintetici: gli e-fuel salveranno i motori termici?

I carburanti sintetici salveranno i motori termici: e le auto elettriche?
Articolo a cura di

Negli ultimi giorni siamo tornati a parlare prepotentemente dei rivoluzionari carburanti sintetici, anche detti e-fuel, poiché aziende come Porsche, Mazda e soprattutto Volkswagen hanno puntato le loro carte su di loro. A cosa ci riferiamo esattamente quando nominiamo gli e-fuel? Ma soprattutto: possono davvero prolungare la vita degli attuali motori a benzina e diesel? In questo articolo vogliamo provare a rispondere a queste (all'apparenza) semplici domande, riservando la parte finale per un quesito alquanto scomodo ma impossibile da ignorare, ovvero: se gli e-fuel possono salvaguardare l'ambiente, perché stiamo accelerando in maniera esponenziale sulle costose auto elettriche? Partiamo per gradi.

Cosa sono i carburanti sintetici

Cosa si intende per carburante sintetico? Solitamente questa parola, "sintetico", non preannuncia nulla di buono, sembra un qualcosa di nocivo a prescindere, nel caso dei carburanti però non è affatto così. Si tratta infatti di carburanti rispettosi dell'ambiente ricavati da fonti rinnovabili, che non prevedono l'uso del petrolio nel loro processo produttivo. Una rivoluzione a 360 gradi, con emissioni di CO2 ridotte quasi a zero, che non ha bisogno di interventi particolari sui motori termici attualmente in circolazione.

Un'idea sviluppata con ingenti investimenti soprattutto da Bosch dopo lo scoppio dello scandalo Dieselgate nel 2015. Dopo vari esperimenti, l'azienda è riuscita già a fine 2018 a creare carburanti sintetici in grado di sostituire alla perfezione quelli tradizionali estrapolati dal petrolio. È nel dicembre 2018 che vi abbiamo infatti parlato del Diesel CARE, il gasolio rinnovabile di Bosch che prometteva di ridare nuova vita ai tanto bistrattati motori diesel, tramutati in mostri per antonomasia dopo lo scandalo emissioni.

Anche Volkswagen dal canto suo ha lavorato per moltissimo tempo all'E33 Blue Diesel, anche se in questo caso le fonti rinnovabili sono utilizzate solo per il 33% e le emissioni sono ridotte del 20%. Insomma, alcuni colossi del panorama automotive ci hanno provato sul serio col lo sviluppo degli e-fuel, nessuno però è riuscito a definire uno standard comune e a dare il via a una vera e propria rete di distruzione - o non ha voluto.

La rivoluzione nel cassetto

Ora la questione sembra esser tornata in auge, fra le pagine principali delle riviste specializzate, con grandi aziende come quelle nominate sopra sicure che la vita dei motori tradizionali durerà ancora come minimo 30 anni, in barba ai grandi Stati europei che vorrebbero vederli sparire già entro il 2035. Ma torniamo a una domanda posta nell'introduzione: se i nuovi carburanti sintetici sono in grado di azzerare le emissioni di CO2 utilizzando semplicemente i motori termici in circolazione, perché l'industria e i governi stanno spingendo l'acceleratore sulla diffusione dei nuovi veicoli elettrici? Senza nulla togliere alle BEV (auto elettriche alimentate a benzina), che adoriamo e possono davvero essere sinonimo di futuro, è indubbio che la tecnologia abbia ancora bisogno di alcuni "ritocchi" in campo commerciale.

Le grandi batterie utili ad alimentare le EV costano ancora tanto, cosa che fa lievitare a dismisura i prezzi al dettaglio - con auto elettriche che costano anche 10-20.000 euro di più rispetto alle controparti a benzina. Inoltre le infrastrutture pubbliche non sono di certo pronte ad accogliere uno switch di massa, così come gli impianti fotovoltaici per l'alimentazione solare casalinga sono ancora irraggiungibili per molti. Come non bastasse, i tempi di ricarica delle nuove BEV non sono ancora fulminei come molti vorrebbero, al pari di un rifornimento di benzina o gasolio. Insomma, i dubbi relativi all'elettrico non mancano, e faremo a meno di puntare il dito contro il riciclo delle batterie, la loro vera durata nel tempo (8, 10, 12 anni?), i costi utili alla loro sostituzione, argomenti che non farebbero altro che far aumentare a dismisura le incognite.

Perché dunque spingere gli utenti a comprare una tecnologia forse ancora immatura, per certi aspetti, senza prima portare i carburanti sintetici presso tutte le attuali pompe di benzina del mondo? Rispondere in maniera chiara è ovviamente difficile, bisognerebbe affrontare il tema dei costi dietro la produzione di e-fuel, inoltre - e qui possiamo davvero soltanto supporre... - possiamo immaginare una netta opposizione dei grandi produttori di petrolio, intenti a spremere i loro depositi fino all'ultima goccia utile nei decenni a venire. La speranza è che il chiacchiericcio degli ultimi giorni, con l'ingresso in campo di grandi colossi automotive, possa in qualche modo cambiare le carte in tavola e portare i carburanti sintetici sul mercato di massa. Abbiamo una potenziale rivoluzione chiusa in un cassetto, magari è arrivato il momento di aprirlo.