Come cambiano le auto con il 5G? Inizia l'era della guida autonoma

Il 5G è ormai attivo in diverse città americane, cinesi e anche italiane: come cambierà il settore auto con il debutto della tecnologia?

Come cambiano le auto con il 5G? Inizia l'era della guida autonoma
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Il 2019 sarà l'anno del 5G. Di certo non l'anno della diffusione capillare, poiché ancora sono pochi i dispositivi compatibili con questa tecnologia disponibili sul mercato, ma di certo quello del debutto globale. Un evento di portata storica, poiché parliamo di una modalità di connessione in grado di migliorare di 20 volte le già ottime velocità del 4G LTE - che spesso e volentieri risultano anche meglio, in termini bruti di download e upload, delle connessioni casalinghe FTTC.
Sulla carta, con il 5G si parla di velocità sovrannaturali, comprese fra 1 Gbps e 10 Gbps, e non è escluso che si vada anche oltre prossimamente. Nella pratica, la furia vertiginosa di un collegamento casalingo FTTH da 1 Gbps, con la fibra che arriva sin dentro l'appartamento, rappresenta per il 5G soltanto la base di partenza, un'enormità che servirà non solo a scaricare file multimediali sui nostri smartphone alla velocità della luce, anzi, sarà soprattutto il trampolino di lancio per l'Internet of Things e la guida autonoma.

Ambiente protetto

Poter scambiare dati (inviati e ricevuti) a velocità pazzesche servirà alle automobili del prossimo futuro (che in realtà sono già il presente, come vedremo fra poco) per ottenere e spedire informazioni in tempo reale in merito all'ambiente che le circonda. Questo si traduce soprattutto nella tecnologia chiamata Cellular-Vehicle-to-everything, meglio conosciuta come C-V2X, che immagina milioni di auto connesse (ma anche semafori, pedoni e quan'altro) che si scambiano montagne di dati in modo continuativo e senza lag in una determinata zona, in modo che la guida autonoma di ogni singola vettura sappia esattamente cosa c'è attorno; in teoria, un ambiente costantemente protetto, all'interno del quale è impossibile fallire e generare incidenti, nel caso in cui sia sempre l'auto a guidare, ovviamente.

Ma quanti dati è capace di processare il 5G in tempo reale? Intel immagina che ogni auto autonoma condivida in futuro 20-40 MB al secondo per le camere, 10-70 MB per i dati LIDAR, arrivando a un totale di 4.000 GB al giorno. Possiamo fare questa domanda anche all'inverso, quanti dati gestiscono i chip più avanzati, nel campo della guida autonoma?

Trilioni di operazioni

Prendiamo l'esempio di Tesla, che già nel 2020 lancerà la propria guida autonoma cittadina. Una tecnologia estremamente "consumer", dal costo contenuto (al pubblico, poco meno di 10.000 euro) ma comunque ad alta efficienza, che funziona grazie a due chip in parallelo in grado di elaborare oltre 70 trilioni di operazioni al secondo (36 trilioni per chip). Molti di questi dati restano all'interno dell'auto, buona parte però potrebbe raggiungere la rete e dialogare con altri veicoli; già oggi Tesla raccoglie informazioni in tempo reale per migliorare le prestazioni della sua flotta, possiamo soltanto immaginare cosa succederà prossimamente, quando anche le auto di Elon Musk avranno la possibilità di collegarsi alle reti 5G. Se qui siamo entrati nel campo delle supposizioni, a riportarci in un contesto di realtà tangibile è WeDrive, società americana che sta per portare in Cina le sue prime automobili (20 per l'esattezza, che con il tempo diventeranno 500) con guida autonoma di Livello 4 (quasi il massimo, che è 5) e connessione 5G.
Queste vetture, anche grazie al know-how di un colosso come NVIDIA, che fornisce GPU Turing e la tecnologia Drive AGX Pegasus, sono in grado di processare 320 trilioni di operazioni al secondo, con una ricostruzione della strada e dell'ambiente circostante pressoché perfetta grazie ai numerosi (e costosi) sensori LIDAR a bordo, che monitorano un ambiente di 250 metri.

Chiaramente siamo soltanto all'alba di una nuova era, ci vorranno ancora molti anni perché le reti 5G siano efficienti e diffuse in modo adeguato per lanciare la guida autonoma di massa; inoltre le vetture di Livello 4 e 5 dovranno ottenere permessi di circolazione senza conducente da parte dei diversi governi (per questo motivo WeRide porta le sue auto in Cina, perché lì possono già circolare per strada) e raggiungere prezzi competitivi, il tutto mentre è appena iniziata la guerra commerciale in merito alle auto elettriche.
Tuttavia non parliamo più di fantascienza, come abbiamo visto, ma di assoluta realtà: già numerosi produttori si sono aggiunti alla 5G Automotive Association e un colosso come Ford ha annunciato che la tecnologia C-V2X sarà presente sulle sue automobili a partire dal 2022. Sul fronte delle infrastrutture, Nokia è stato il primo brand (nel 2017) a lanciare una rete MEC (multi-access edge computing) per dimostrare il funzionamento della C-V2X, AT&T in America invece ha lanciato il 5G in 12 città nel dicembre del 2018, mentre in Cina troviamo China Unicom che già offre servizi di questo tipo - non a caso ha legato con WeRide per lo sviluppo della guida autonoma.

E noi italiani come siamo messi? Siamo ovviamente indietro rispetto a USA e Cina, TIM e Vodafone però stanno lavorando alacremente e l'operatore rosso ha addirittura aperto la sua rete 5G ai privati il 16 giugno scorso, in cinque città che diventeranno 100 entro il 2021.
Tutto in discesa sembrerebbe ma c'è da stare attenti: l'Unione Europea sembra contraria all'uso del 5G a bordo delle automobili, soprattutto per motivi legati alla sicurezza generale. Si preferirebbe utilizzare il classico WiFi a raggio più corto, per limitare eventuali danni, la discussione però è ancora in divenire e non si sa ancora come andrà a finire. L'UE rischia di essere esclusa dalla grande rivoluzione 5G (almeno il settore automotive) ma siamo certi che, presto o tardi, si troverà una soluzione che non lasci indietro gli Stati membri. O almeno lo speriamo.