Breve storia della SAAB: dagli aerei ai motori a due tempi

Aerei, rally e motori a due tempi: un viaggio nella tumultuosa e non convenzionale storia del marchio del grifone.

Breve storia della SAAB: dagli aerei ai motori a due tempi
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Nata nel 1937 dall'unione di due società rivali impegnate nella costruzione di aeroplani - Svenska Aero e ASJA - la SAAB (acronimo di Aeroplani Svedesi S.p.a.) si presenta in origine come un'azienda aeronautica. Il suo primo prodotto sarà il Saab 17 (1942), un monoplano militare da bombardamento che si distingueva per la sua robustezza e versatilità, due caratteristiche che il marchio manterrà anche quando, finita la guerra, deciderà di ampliare il suo ramo di affari trasformandosi in una fabbrica di automobili.
Il primo prototipo a quattroruote, la Ursaab (ovvero la "Saab originale"), fedele alla tradizione aviatoria dell'azienda, presentava elementi particolari rispetto alle altre autovetture, quali il fatto di essere stata sviluppata in una galleria del vento (una rarità per l'epoca) e di presentare il 50% in meno di resistenza aerodinamica rispetto alle auto concorrenti. Ha così inizio la peculiare storia dell'anticonvenzionale marchio di automobili svedese.

Le "verdi" origini della Saab

È il dicembre del 1949 quando il pubblico affolla gli autosaloni per osservare la prima creatura della Saab: la Saab 92. Ispirata nelle sue forme alla carlinga di un aeroplano, essa mantiene lo straordinario coefficiente di penetrazione aerodinamica della sorella-prototipo ed è vestita da una vernice verde, l'unica disponibile per questo primo modello dal momento che in magazzino la casa svedese possiede ancora grandi quantità di vernice militare.

L'auto monta un motore che farà la storia del marchio, un due tempi da 25 CV, semplice ed economico da produrre. Trascorrono solo un paio di settimane dalla presentazione che due auto vengono iscritte al mondiale rally con il duplice obiettivo di aumentare l'interesse verso il costruttore e conseguentemente le vendite. Il debutto a Montecarlo vede le due vetture giungere al traguardo ma senza vincere; tuttavia l'azienda non demorde e prima della fine della stagione d'esordio arriva anche la vittoria nell'impegnativo rally di casa, in Svezia. Nel 1955 esce la Saab 93, di serie eroga 38 CV mentre nella sua versione rally arriva fino a 65. Sempre più piloti iniziano a fare pubblicità all'auto ed Erik Carlsson, uno dei maggiori rallisti degli anni Sessanta (soprannominato Mr. Saab per la sua lunga militanza nel team dal 1955 al 1970), dopo il vittorioso rally di Finlandia afferma raggiante come "non si possa guidare un'auto più solida di questa".

L'anno successivo la Saab crea scalpore al Salone di Stoccolma presentando la sua prima auto sportiva: la Saab Sonett Super; un'auto scoperta da competizione a due posti, dalla carrozzeria in fibra di vetro montata su un telaio in alluminio. Il motore è un tre cilindri a due tempi in grado di erogare 57 CV a 5.000 giri. L'auto dalle linee e soluzioni avveniristiche si rivela però un flop, con sole 6 auto prodotte.

Anche automobili più "pratiche" vedono la luce, come la Saab 95, la prima station wagon della Casa, un veicolo slanciato e con una sorprendente quantità di spazio interno. Il decennio successivo è invece aperto dalla Saab 96, auto leggermente più larga e rotonda della precedente, dotata di climatizzatore e di un motore più potente. L'automobile diventa subito il best-seller della compagnia e rimane in produzione per tutto il decennio, contribuendo a far passare la produzione della Casa dai 30.000 agli oltre 50.000 esemplari.

Il passaggio dal due al quattro tempi

Robuste, affidabili e fatte per durare, queste sono le Saab delle origini ma appare anche sempre più chiaro all'azienda come il vantaggio del motore a due tempi (il suo ottimo rapporto peso-potenza) non basti più a compensare i suoi limiti evidenti, su tutti la durata limitata rispetto al fratello a quattro tempi.

Ormai è chiaro che la mancanza di un circuito di lubrificazione dedicato aumenta l'usura delle sue componenti, in più l'olio presente nella miscela provoca un'intensa fumosità allo scarico e con il passare dei chilometri il fumo oleoso tende ad aumentare in modo esponenziale. Mentre gli ingegneri lavorano al sostituto, la Saab prosegue la sua avventura a due tempi nei Rally, ottenendo molte vittorie, tra le quali il celebre rally Montecarlo, conquistato nel 1962 e 1963. Carlsson e le sue vittorie fanno talmente tanto rumore in Svezia che per Gunnar Ljungstrom (storico ingegnere e designer della Casa) non è stato affatto facile ottenere le autorizzazioni necessarie a procedere con lo sviluppo del motore a 4 tempi. Solo dopo lunghe negoziazioni il permesso viene accordato e il frutto degli sforzi ingegneristici della casa di Trollhattan è la Saab 95 del 1966, rivisitata rispetto alla serie precedente e finalmente dotata di un nuovo motore a V a 4 tempi della Ford.

L'auto è un successo ma per il due tempi non è ancora la parola fine. L'ultimo tentativo di proseguire la sua produzione viene fatto quello stesso anno quando viene rilasciata una nuova versione della Sonett, ora ribattezzata Saab Montecarlo, una due posti sportiva che la casa spera possa attrarre gli automobilisti americani. In un mondo in cui i rally europei hanno però pochissima risonanza il due tempi non ha futuro, tanto che nel '68 viene sostituito anche sulla Montecarlo dal V4 e le vendite cominciano a crescere.

Il mito della Saab 99 Turbo

Il due tempi è ormai storia passata e la Saab sta per lanciare il suo modello di maggior successo: la Saab 99. Un'auto completamente nuova. La 95 e la 96 sono ancora in produzione ma la 99 segue l'onda del futuro: estetica rinnovata, motore più grande - prima un Triumph, poi un 4 cilindri prodotto in Svezia - monta la prima trasmissione automatica prodotta dalla compagnia e ancora i tergifari e i sedili imbottiti con poggiatesta incorporati.

È l'auto che trasforma immediatamente l'azienda da un costruttore di auto "strane" e non convenzionali in un produttore di semi-luxury car, sulla scia di modelli quali BMW 2002 (è arrivata la nuova BMW 3.0 CSL) e Alfa Romeo Giulia (la nuova Alfa Romeo Giulia sarà elettrica). Per pubblicizzare la nuova auto la Saab la fa partecipare nuovamente ai rally, scrivendo una pagina storica. Nel 1979 Stig Blomqvist conquista il Rally di Svezia a bordo di una 99 turbocompressa, è la prima auto di questo tipo a vincere una gara nel mondiale e così la Saab Turbo (lanciata nel 1977 al Salone di Francoforte) diventa subito un vero cult. Rapidamente superata come tecnologie dalle concorrenti più ricche, l'avanguardista Saab si ritirerà di lì a poco dalle competizioni. Gli sforzi vengono concentrati sul design e i processi costruttivi, vengono installati nuovi computer e le fabbriche vengono completamente robotizzate. Il risultato di questo investimento è la Saab 900, un successo immediato per un modello che sarà costruito dal 1979 fino al 1993. A brillare è soprattutto la ricchezza della sua dotazione: sospensioni indipendenti, ammortizzatori a molla e quattro freni a disco, paraurti deformabili, sedili riscaldati, un sistema ABS, un sistema di filtratura dell'aria e infine il turbo come optional.

La fusione con General Motors

Dopo la riuscita 900 alla Saab si decide di alzare l'asticella e viene chiesto al designer italiano Giorgetto Giugiaro di disegnare la prima auto di lusso del marchio svedese: la 9000. Con questo modello gli ingegneri puntano a raggiungere i più alti standard in termini di prestazioni, tenuta di strada, comfort, sicurezza e stile.

Capace di toccare i 220 km/h e di andare da 0-100 in 7,85 secondi, la 9000 è una luxury car che sa andare veloce. Questi prodotti sono però sempre più costosi da progettare e mettere sul mercato e così la fine degli anni Ottanta è un'era segnata dalle fusioni. I dirigenti della Saab si rendono conto di aver bisogno di aiuto per poter sopravvivere e guardano all'America. La Ford riesce a battere la concorrenza degli storici rivali della General Motors e ad acquistare uno dei due grandi marchi svedesi, la Volvo. La GM allora, scottata, decide di rivolgere le sue attenzioni alla Saab e i due marchi si uniscono nel 1990. Da un lato la nuova sinergia offre la possibilità alla Saab di crescere economicamente, dall'altra presenta il pericolo che la Casa possa veder danneggiata l'unicità del suo stile. Nel 1994 il mercato attende con ansia il primo frutto della fusione, la nuova 900, che può montare anche il primo V6 prodotto dalla Saab. È la prima volta che un modello preesistente di Saab viene sostituito da una versione completamente nuova che fa parte dello stesso segmento.

La nuova Saab 95 è il frutto di un lungo e approfondito lavoro di ricerca e sviluppo, mantiene le caratteristiche salienti della Saab e punta a superare i suoi già alti standard realizzando l'auto più sicura di sempre. Un'attenzione quella per la sicurezza che la Casa di Trollhattan condivide con i cugini rivali di Volvo.
Gli investimenti fatti dalla GM permettono alla Saab di espandere la sua gamma ma all'uscita dei nuovi prodotti le performance economiche della casa svedese non sono quelle che la GM attendeva e, nel 2000, la casa americana decide di acquisire il controllo completo della compagnia.
È il 2003 quando la casa del grifone annuncia un'auto di diretta concorrenza con BMW, Mercedes-Benz e Audi: la Saab 93 Sport Sedan, sportiva e divertente da guidare, in grado di attrarre anche una clientela più giovane.

L'auto, concepita come "progetto base", servirà da piattaforma negli anni per altre versioni, un'auto costruita grazie al più grosso investimento economico della storia del marchio. La GM spende infatti più di 450 milioni di dollari per le nuove strutture, capaci di trasformare i vecchi impianti in fabbriche nuove di zecca.
Investimenti che danno i frutti quando la 93 diventa la Saab più venduta di sempre grazie anche a un allestimento senza precedenti: non solo un gran motore e un'ottima tenuta di strada ma anche impianto stereo da 300 W con 13 altoparlanti, riconoscimento vocale, cuffie bluetooth, sistema GPS e molto altro ancora. Manca solo la cabriolet, un vuoto che Saab riempie con la 9-3 scoperta, disponibile in due livree, grigio acciaio e giallo lime.

La caduta di Saab

Gli ultimi modelli del marchio, come la 9-2X e la 9-7X hanno davvero poco della magia di Saab e molto di altri veicoli, nell'ordine Subaru Impreza e Chevy Trailblazer.

Il futuro delle auto Saab, ormai da tempo strettamente legato alle fortune della General Motors, precipita definitivamente nel 2008, con la crisi finanziaria mondiale e la bancarotta del colosso statunitense, costretta a vendere diversi marchi: Hammer, Pontiac, Saturn e naturalmente Saab. Nemmeno il passaggio della proprietà al produttore olandese di automobili Spyker riesce ad arrestarne il declino e l'attività di produzione automobilistica Saab si conclude per sempre quando la Saab Automobile AB presenta un'istanza di fallimento nel dicembre 2011. Dopo la chiusura del 2012, l'azienda viene rilevata da una società cinese, Evergrande Group, che nello stesso anno rifonda l'azienda con il nome di NEVS - National Electric Vehicle Sweden.
NEVS può però considerarsi l'erede di Saab: la sua sede è a Trollhättan, proprio nel quartier generale della vecchia Saab, e la sua storia altrettanto travagliata. "Finisce" così nello stesso sbalorditivo, caotico e non convenzionale modo in cui era iniziata l'avventura di uno dei marchi più "alternativi" del settore delle quattro ruote.