Addio alle auto a benzina e diesel: cosa ci serve per lo switch elettrico?

Dal 2035 non si potranno più acquistare nuove auto a benzina e diesel: di cosa abbiamo bisogno per affrontare il passaggio alle auto elettriche?

Addio alle auto a benzina e diesel: cosa ci serve per lo switch elettrico?
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Il destino dell'automotive è ormai scritto, almeno in Europa: dal 2035 i produttori non potranno più vendere nuove auto a benzina, a gasolio oppure ibride. Il futuro è 100% elettrico, con vetture alimentate a batteria oppure a idrogeno. Siamo dunque chiamati a vincere una nuova sfida e oggi proviamo a rispondere a una semplice domanda: siamo pronti per affrontare questo storico passaggio? La risposta è altrettanto semplice: ancora non siamo affatto pronti ma abbiamo 14 anni per prepararci - ed ecco di seguito cosa ci servirà per salutare a dovere lo switch elettrico.
Sono tre gli aspetti chiave su cui governi, produttori auto e aziende del settore energia dovranno lavorare duramente: il primo riguarda l'industria e la produzione di auto elettriche, il secondo le infrastrutture di ricarica e il terzo la provenienza e la pulizia dell'energia elettrica. Iniziamo dunque dal primo punto.

Le auto elettriche come gli smartphone

Quanti fra voi conoscono l'anno in cui è stato creato il primo telefono cellulare? Beh dobbiamo tornare indietro fino al 1973, quando l'ingegnere Motorola Martin Cooper effettuò la prima chiamata della storia da un dispositivo cellulare: il telefono pesava 1,1 kg, era lungo quasi 30 cm, largo quasi 13 cm, alto 4 cm e mezzo e necessitava di ben 10 ore per ricaricarsi.

La sua autonomia in chiamata inoltre non andava oltre i 30 minuti. Perché parlare di telefoni cellulari in un articolo che si occupa del futuro delle auto elettriche? Perché non sono pochi gli automobilisti ancora critici nei confronti della mobilità elettrica, rea di offrire vetture dalla scarsa autonomia, lente nel ricaricarsi, goffe e pesanti.

Così come accaduto per i telefoni cellulari, oggi diventati smartphone leggeri e super intelligenti, maneggevoli ed evoluti, anche le auto elettriche continueranno a evolversi con il passare degli anni, finché non avremo EV con migliaia di chilometri di autonomia, tempi di ricarica irrisori, pesi estremamente ridotti grazie a batterie di nuova generazione (tra l'altro questo più che futuro è già, per certi versi, presente). Questo è ciò a cui sta lavorando l'industria in questo preciso momento, per trovarsi pronta allo switch del 2035 - e non solo. Oggi le auto elettriche prestano ovviamente il fianco a feroci critiche, le cose però cambiano e si evolvono costantemente, con i prezzi medi che subiranno un calo rilevante negli anni a venire, dunque su questo fronte c'è poco da preoccuparsi. Sono i restanti due punti che ci daranno più grattacapi.

La sfida delle infrastrutture di ricarica

La questione dei punti di ricarica è forse la più importante, perché avere milioni di auto elettriche in circolazione, tutte con il bisogno fisiologico di ricaricarsi dopo un tot di chilometri, potrebbe rendere l'esperienza un autentico incubo.

Se per quei cittadini dotati di box, garage, vialetto o uno spazio generico privato non ci saranno grandi problemi, grazie alla possibilità di ricaricare a casa tramite wallbox ed - eventualmente - un abbonamento energetico dedicato all'auto elettrica, andrà molto peggio a chi vive in condominio e non può ricaricare la vettura privatamente. Per questi automobilisti le istituzioni dovranno costruire molte più colonnine di ricarica di quante ne esistono adesso, e in UE ci sono già diversi piani per costruire milioni di stalli di ricarica.

Gli attuali distributori di benzina dovranno convertirsi o comunque offrire anche soluzioni di ricarica (a Milano l'adeguamento degli impianti è già un obbligo), inoltre sarà fondamentale investire in infrastrutture lungo le autostrade e i principali punti di snodo, così che viaggiare in elettrico non sia più un problema. Anche supermercati, grandi centri commerciali, ristoranti e alberghi dovranno adeguarsi e offrire ai loro clienti degli stalli di ricarica; molte strutture offrono un tale servizio (talvolta anche gratis) già oggi, è chiaro però che i numeri delle colonnine dovranno aumentare in maniera esponenziale. È possibile che spuntino anche mini colonnine a scomparsa ai bordi delle strade. Considerando che, come detto poco prima, le EV avranno molti più chilometri a disposizione e tempi di ricarica più brevi, molto vicini a un normale pieno di benzina, la sfida è assolutamente alla nostra portata.

Resta certo l'incognita dell'idrogeno: anche su questo fronte vedremo sempre più stazioni di rifornimento, così che la tecnologia possa trovare il suo giusto spazio sul mercato - e la possibilità di avere tradizionali motori a scoppio funzionanti però a idrogeno, a zero emissioni, è davvero allettante e confortante per molti utenti. Molto presto dunque inizierà la costruzione selvaggia di queste aree di ricarica, e si spera in maniera omogenea su tutto il territorio, non solo al centro-nord. La speranza è che si costruiscano colonnine "scalabili", che si possano aggiornare a nuove potenze con il passare del tempo, perché il rischio di ritrovarsi fra 14 anni con stazioni di ricarica già obsolete e lente è molto alto, confidiamo nelle ultime tecnologie e negli investimenti a lungo termine dei nostri governanti.

Nuove energie rinnovabili

Arriviamo così al terzo punto, davvero chiave per avere una mobilità green non inquinante. Bisogna sin da ora (e diverse aziende e governi hanno già iniziato) investire in fonti rinnovabili per avere un domani GWh puliti, che non sporchino e danneggino il pianeta.

L'UE ha infatti detto basta alle auto a benzina e diesel per un motivo ben preciso, diminuire le emissioni di CO2 nel vecchio continente, uno sforzo che rischia di diventare vano nel caso in cui l'energia per ricaricare le vetture venga ancora da elementi fossili. Molti produttori si sono già adoperati per creare impianti Carbon Free, così da produrre auto green con energia pulita - e molte altre case automobilistiche si adegueranno nei prossimi anni. Governi e aziende del settore energetico dovranno però investire in centrali per la produzione di energia pulita, sfruttando il sole, il vento e altre fonti rinnovabili. Anche da cittadini privati possiamo fare la nostra parte, installando sin da ora (ovviamente laddove possibile) impianti fotovoltaici presso le nostre abitazioni - magari sfruttando l'attuale Ecobonus 110% e tutti gli eventuali incentivi che arriveranno sul tema.

Ricaricare la propria autovettura elettrica quasi a costo zero, con un impianto privato che crea la sua energia dai raggi solari che arrivano dal cielo gratuitamente tutti i giorni, è la vera rivoluzione. Anche molte stazioni di ricarica saranno dotate di pannelli solari per la creazione dell'energia, già Tesla, Porsche e Audi hanno progettato edifici di questo tipo che - oltre a ricaricare i veicoli - potranno anche ospitare gli utenti con caffetterie, negozi, spazi ricreativi e quant'altro.

Il mondo dunque, non solo automotive, sta per cambiare nel profondo e la sfida è perfettamente alla nostra portata. 14 anni non sono un'eternità ma non sono neppure così pochi, se si lavora con cognizione di causa, determinazione e serietà - anche da un punto di vista culturale, preparando utenti privati e professionisti ad abituarsi a un mondo senza più benzina e diesel, almeno per quanto riguarda la mobilità. L'essere pronti o meno allo switch dipende da noi.