700 operai in meno per la crisi del diesel: come salvare la Bosch di Bari?

Bosch ha annunciato 700 esuberi da eseguire nel giro di cinque anni presso l'impianto di Bari: è possibile salvare questi posti di lavoro?

700 operai in meno per la crisi del diesel: come salvare la Bosch di Bari?
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Il settore dell'automotive non sta certo vivendo un momento semplice - e se avete provato ad acquistare una nuova auto ve ne sarete certamente accorti. La crisi dei chip e la scarsa reperibilità dei materiali sta mettendo in ginocchio un mondo già piegato già piegato dal COVID-19 (l'anno più difficile per le auto è appena iniziato), che non riesce a produrre volumi sufficienti a coprire tutta la domanda, motivo per cui è esploso anche il settore dell'usato con prezzi alle stelle e pochi modelli disponibili.
Stiamo insomma vivendo un momento di caos assoluto che rischia di diventare anche un'emergenza sociale. Alle questioni di cui abbiamo appena parlato si aggiunge anche la crisi dei motori tradizionali, con i propulsori diesel sempre meno richiesti dal mercato. Proprio a causa di questo Bosch ha annunciato 700 esuberi entro 5 anni su un organico di 1.700 dipendenti presso la sua fabbrica di Bari.

La crisi (sociale) del diesel

Governi e industria hanno ormai scelto il cavallo su cui puntare nei prossimi decenni: ci si muove a passi svelti verso la mobilità elettrica, con pesanti conseguenze per l'intera manifattura, indotto compreso.

Aziende enormi come Volkswagen (inteso come Gruppo Volkswagen), tanto per fare un esempio, hanno ovviamente risorse e possibilità per riadattare i propri impianti e aggiornare i propri dipendenti, senza ricorrere a misure drastiche, un panorama che evidentemente in Bosch non sono riusciti a replicare. L'idea è di ridurre del 40% il personale del polo pugliese, una fabbrica che già nel 2017 aveva navigato in acque burrascose. All'epoca ci fu un ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali e alle uscite volontarie, con 190 dipendenti che avevano accolto gli incentivi aziendali. Oggi invece la corda è talmente tesa che sarà necessario spezzarla, e questo perché l'80% della forza lavoro dell'impianto è ancora focalizzata sui motori diesel. Per comprendere l'intensità della crisi, basti pensare che nel 2017 Bosch produceva 2,1 milioni di pompe per l'iniezione del gasolio CP1H, oggi invece a inizio 2022 la quota è scesa a 400.000 e si andrà verso lo zero assoluto nel giro di cinque anni.

Una via di fuga a due ruote

Il resto degli operai baresi lavorano invece su linee dall'ottimo margine di crescita, pensiamo ad esempio agli elementi per e-bike, un settore in cui Bosch la fa da padrone (e di recente ha anche lanciato il sistema Bosch DualBattery per aumentare l'autonomia).

Alle e-bike Bosch lavorano attualmente 350 persone nell'impianto pugliese e altre 100 si sposteranno a breve, per un totale di 450, le due ruote elettriche però non riusciranno a salvare da sole tutti i posti di lavoro della struttura - o almeno non con i piani aziendali attuali. I sindacati di categoria sono sul piede di guerra proprio per questo motivo: nessuno pretende che si lavori all'interno di uno stabilimento "fantasma", che non produce nulla di utile, al contrario si vorrebbe un nuovo piano industriale per la riqualificazione dell'impianto, che può magari essere riconvertito su altro per non perdere neppure un posto di lavoro. Anche la pompa Bosch CP4 per i motori a gasolio delle auto BMW, Ford, Honda, Volkswagen, Kia, Hyundai, Fiat, Peugeot e Citroen potrebbe presto scomparire, passando dai 720.000 pezzi prodotti oggi a circa 455.000 nel giro di cinque anni. È dunque chiaro che tutto ciò che ruota attorno al diesel ha ormai gli anni contati, motivo per cui si chiede a Bosch una nuova missione industriale per il polo barese.

Rinunciare alla riqualificazione dell'impianto sarebbe un atto inaccettabile, per i sindacati, che hanno ormai deciso di battere forte sul ferro della riconversione, forse davvero l'unica strada per la salvezza dell'impianto. Del resto, aggiungiamo noi, Bosch ha dalla una versatilità invidiabile, che non tutte le aziende del mondo possono vantare.

Se un'azienda produce soltanto un prodotto e questo non si vende più, le sue fabbriche sono destinate a chiudere, Bosch invece opera in diversi settori differenti, produce centinaia di prodotti in materia di IoT e Smart Home, mobilità connessa, mobilità e micromobilità elettrica, sensori, software, servizi, tecnologia industriale, utensili elettrici e quant'altro.
Suoi sono molti dei motori elettrici presenti a bordo di e-bike e scooter a zero emissioni attualmente presenti sul mercato worldwide, le possibilità per riconvertire la fabbrica barese ci sono senz'altro, almeno sulla carta. Speriamo davvero si possa trovare un accordo in questo senso, andando così a salvare 700 famiglie italiane dal baratro e preservando un'industria Made in Italy sempre più massacrata.