Le 10 monoposto Ferrari che hanno fatto la storia della F1

1950-2023: oltre settanta anni di Ferrari in Formula 1 racchiusi in 10 monoposto che più di altre hanno segnato la storia della Scuderia.

Le 10 monoposto Ferrari che hanno fatto la storia della F1
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"La miglior Ferrari sarà sempre la prossima". Con questo augurio ispirato alla citazione del celebre Enzo Ferrari milioni di tifosi della Rossa si approcciano alla stagione 2023 della F1 che scatterà domenica 5 marzo (qui il calendario degli appuntamenti su Sky Sport), in notturna fra le dune del Bahrein. La visione improntata al futuro del grande Drake non ci impedisce però di fare un passo indietro e individuare le 10 monoposto Ferrari che hanno fatto la storia non solo del marchio modenese ma della Formula 1 stessa, categoria nella quale il cavallino rampante è presente fin dagli esordi (1950) e nella quale ha disputato 1.052 gran premi conquistando 242 vittorie, 16 titoli costruttori e 15 piloti; tutti record ineguagliati dalla pur nutrita concorrenza.

Ferrari 500 F2

Non è stata la prima Ferrari nella storia della Scuderia ma è stata la prima a imporsi nei mondiali 1952 e 1953 con il milanese Alberto Ascari, ultimo italiano a laurearsi campione del mondo di F1 e il primo pilota a farlo con una vettura di Enzo Ferrari. Il nome rimanda ai 500cc, la cilindrata di un singolo cilindro del motore.

Una macchina leggendaria non solo perché la prima a portare titoli mondiali a Maranello ma anche perché al suo volante Ascari ottenne l'incredibile record di nove successi consecutivi, rimasto ineguagliato per sessant'anni fino a quando nel 2013 Sebastian Vettel su Red Bull è riuscito a imitare la stessa impresa.

Ferrari 156 F1

Il motore nella mente di Enzo Ferrari è sempre stata la parte più importante delle proprie vetture, tratto distintivo della sua idea di auto sportiva a differenza di quanto accadeva per i "garagisti" inglesi, come li chiamava lui. Ovvero quei maestri dell'aerodinamica "assemblatori" di pezzi (tra i quali il motore) provenienti da diversi fornitori.

Una mancanza ai suoi occhi rispetto ai "veri" costruttori, come Ferrari, che invece producevano tutto in casa. Gli inglesi avevano però dettato la linea anche in tema di motore, collocandolo per primi al posteriore, un'innovazione dirompente che, solo qualche anno prima, aveva fatto storcere il naso al grande Ferrari che aveva affermato di non aver mai visto "mettere il carro davanti ai buoi".

L'auto del 1961 con il "naso di squalo" progettata da Carlo Chiti in collaborazione con Mauro Forghieri non è solo la prima Ferrari a motore posteriore ma anche un'auto in grado di conquistare con l'americano Phil Hill il titolo di campione del mondo.

Ferrari 312B

5 vittorie fra il 1970 e il 1971 per una delle più belle Formula 1 di tutti i tempi. Stiamo parlando della 312 B, un'auto alla quale anche il cinema ha dedicato una pellicola, l'omonima 312 B, diretta dal regista Andrea Marini (10 imperdibili documentari sul motorsport).

È la storia della corsa contro il tempo per restaurare la meravigliosa vettura e partecipare così all'Historic Grand Prix di Monaco del 2017, con protagonisti l'ingegner Forghieri - padre della vettura - e il pilota Paolo Barilla. L'auto non riuscirà a vincere il mondiale ma al suo volante ottennero successi tre grandi nomi della storia del cavallino, il belga Jacky Ickx, lo svizzero Clay Regazzoni e l'americano Mario Andretti.

Ferrari 312 T2

È l'auto di una delle più cocenti e discusse sconfitte della Rossa. È il 1976 quando Niki Lauda, sotto il diluvio del Fuji, torna ai box senza nessun apparente problema regalando il titolo al rivale James Hunt su McLaren, un episodio passato alla storia come il "Grande Rifiuto" che rovinò per sempre il rapporto fra Enzo Ferrari e Niki Lauda, il secondo pilota più vincente nella storia del cavallino.

È però anche la Ferrari dell'impresa, sempre dell'austriaco in grado di tornare in pista a Monza poco più di un mese dopo il rogo del Nurburgring, con un volto ancora sfigurato, per difendere un titolo mondiale che, prima del tragico incidente nella foresta tedesca, sembrava poco più di una formalità. Una Ferrari "da Hollywood" come dimostra il successo cinematografico del film Rush (2013) diretto da Ron Howard, iconica per la sua meravigliosa livrea con un bianco abbondante percorso da un patriottico tricolore; uno stile che sarà ripreso molti anni dopo dalla SF16-H del 2016.

Ferrari 312 T4

Vincere un campionato mondiale siglando una doppietta a Monza in mezzo a una marea Rossa. È questo il dolce destino al quale va incontro l'efficace e affidabile T4 progettata dal mago Forghieri. 6 vittorie ed entrambi i titoli mondiali fanno della wing car guidata da Jody Scheckter e Gilles Villeneuve (insieme a Nuvolari il pilota più amato dal Drake) una delle Ferrari meno "attraenti" che abbiano mai corso in Formula ma, al contempo, una delle più vincenti.

La sua curiosa forma, tozza e spigolosa, era dovuta al fatto che, non potendo ricreare nel retrotreno un vero e proprio tubo di Venturi per generare depressione sotto la vettura, si allungarono le pance laterali il più possibile, fin quasi in corrispondenza dell'ala anteriore. Per ritrovare un nuovo titolo piloti da quel pomeriggio monzese la Rossa dovrà attendere il Nuovo Millennio.

Ferrari 412 T2

Sono tante le aspettative per la vettura dal naso "a formichiere" che omaggia nel nome la sopracitata 312 T2 guidata quasi vent'anni prima dall'asso Niki Lauda. L'auto guidata da Jean Alesi e Gerhard Berger nel 1995 si mostrerà molto facile da assettare ma frequenti guasti meccanici fecero perdere molte opportunità alla affiatata coppia di piloti, giunta al terzo anno di convivenza in Rosso.

Alla fine si conterà un solo successo stagionale, il primo in carriera per il generoso e sfortunato Jean Alesi, in Canada, a giugno, nel giorno del suo trentunesimo compleanno. Non in grado di arginare la concorrenza di Benetton e Williams questa Ferrari entra nella storia perché l'ultima dotata del potentissimo motore a 12 cilindri, iconico marchio di fabbrica della Casa di Maranello. "Come avete fatto a non vincere il mondiale con un motore del genere?" si chiese Michael Schumacher - neoacquisto Ferrari per l'anno successivo - quando ebbe modo di provare la vettura nei test di fine stagione.

F1-2000

È l'auto della redenzione che, dopo 21 anni di delusioni, riporta il titolo piloti (ed anche quello costruttori) a Maranello, mettendo fine al più lungo digiuno di titoli della storia della Rossa.

Dopo quattro stagioni di sconfitte cocenti - di cui ben tre giunte all'ultimo atto - Michael Schumacher e la Ferrari riescono ad agguantare il primo titolo piloti del loro sodalizio, un successo che sembrava scontato dopo l'avvio sprint e che invece era diventato invece una chimera dopo il sorpasso subito da Hakkinen a Spa-Francorchamps. L'8 ottobre a Suzuka è però finalmente l'ora di far festa, nessuno può ancora saperlo ma quello è solo il principio di un dominio quasi incontrastato che si protrarrà fino al 2004.

Ferrari F2004

Non solo una delle più belle Ferrari di sempre, la Rossa del 2004 è forse la migliore vettura di F1 mai costruita. È la Ferrari che chiude un ciclo di successi senza precedenti per la squadra italiana cominciato con il titolo costruttori conquistato nel 1999. È l'auto del settimo sigillo della leggenda Michael Schumacher, la più vincente auto prodotta da Maranello, in grado di vincere 12 delle prime 13 gare disputate per un totale di 15 successi: 13 del tedesco e 2 di Rubens Barrichello.

Un'auto velocissima al sabato e imbattibile la domenica come dimostrano anche i record sul giro e sulla durata in gara, in grado di resistere in qualche caso per oltre un decennio. La vettura è il frutto perfetto del team creato negli anni Novanta dal Presidente Luca Cordero di Montezemolo con Jean Todt alla regia, Ross Brawn al muretto, Rory Byrne alla scrivania e al centro la superstar Michael Schumacher.

Ferrari F2007

Molti elementi contribuiscono a rendere speciale questa vettura: la prima post-era Schumacher e l'ultima in grado di portare un titolo piloti a Maranello. A riuscire nell'impresa è l'erede che il Kaiser in persona ha promosso come suo sostituto in Ferrari, il finlandese Kimi Raikkonen. Il suo titolo arriva in maniera rocambolesca, all'ultima gara di Interlagos, contro le più accreditate McLaren di Lewis Hamilton e Fernando Alonso.

Nella stagione contraddistinta dalla Spy Story arriva anche l'ultimo successo al muretto per Jean Todt, giunto al suo "Last Dance" in Rosso. L'auto è iconica anche per la sua livrea full-red metalizzata e la prima senza sponsor Marlboro, sostituito da una sorta di codice a barre per via delle restrizioni pubblicitarie inflitte ai marchi di tabacco in maniera più evidente a partire proprio da quella stagione. La vettura disegnata dall'italiano Aldo Costa permetterà alla coppia Massa-Raikkonen di conquistare 9 successi e altrettante Pole Position.

Ferrari SF-23

Nel segno del principio chiudiamo la nostra classifica con la prossima Ferrari, la prima dell'era Vasseur con al volante i confermati Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr. La vettura è un'evoluzione della innovativa F1-75 (analizziamo la nuova Ferrari SF-23 2023), auto dalle soluzioni aerodinamiche ardite e originali (come le pance) che ha riportato la Ferrari ai vertici della categoria dopo due stagioni trascorse tra Inferno e Purgatorio.

La neonata di casa Ferrari dovrà però superare i problemi di affidabilità che hanno sensibilmente fiaccato la cavalcata Rossa nel 2022 costringendola ad accontentarsi dei successi di tappa (4 in totale) pur a fronte della cifra record di 12 pole position.
In una stagione ormai sempre più massacrante la chiave di volta sarà la capacità di portare in pista efficaci sviluppi in una vettura che, a differenza di quella dalla quale deriva, sembra avere molti più margini di intervento e miglioramento. Intanto a colpire è la sua livrea, con il nero del carbonio in bella vista e la splendida scritta bianca Ferrari sull'alettone posteriore.