Ogni articolo che scriviamo cerca di essere imparziale all'estremo, di evitare toni sensazionalistici e facili esagerazioni, è però davvero impossibile non innamorarsi di una Mazda di nuova generazione "a prima guida". Sin dai primi istanti a bordo della nuova Maxda CX-5 2021 ci siamo sentiti a casa e lo stesso è stato, più o meno, con la MX-30, la prima 100% elettrica del marchio giapponese. Perché "più o meno"? Perché la MX-30 non è una Mazda come le altre. Conserva delle sue sorelle tradizionali la qualità dei materiali, la sicurezza estrema, il piacere di guida (seppur totalmente elettrico), tuttavia sia il design esterno che quello interno possono mettere a dura prova l'automobilista "medio", se così vogliamo chiamarlo. Per questo modello Mazda ha davvero dato fondo a tutta la sua inventiva, portando al pubblico un veicolo dal carattere innovativo ed estroverso, che può piacere o meno ma che è sicuramente "differente".
All'esterno abbiamo a che fare con un crossover ultra compatto: ha le dimensioni di una utilitaria ma una guida leggermente rialzata e comoda. Il bagagliaio è spazioso per la categoria e l'accesso ai sedili posteriori è veicolato da due piccole portiere che si aprono al contrario - non sempre comodissime ma utili a non allungare eccessivamente il passo della vettura. Anche internamente Mazda ha operato una rivoluzione bella e buona, di questo però ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Una Mazda fuori dagli schemi
Le linee interne della MX-30, che noi abbiamo provato nella versione top di gamma Exclusive, fondono alla perfezione i classici controlli tradizionali con alcune idee a dir poco futuristiche. Non un taglio netto come avvenuto con le vetture della famiglia ID di Volkswagen ma qualcosa di più "pacato", di meno esagerato. Abbiamo ad esempio un quadro strumenti "ibrido", che unisce uno schermo LCD a lancette analogiche, un tablet (che poi tablet non è, come vedremo più avanti) centrale e un tunnel fuori da ogni schema. I designer Mazda hanno pensato a un tunnel centrale su due livelli: nella parte bassa e un po' nascosta abbiamo due prese USB A, la 12 V e un "tappetino" utile a poggiare lo smartphone o qualsiasi altra piccola cosa, interamente realizzato in sughero. Una scelta che inizialmente può spiazzare ma che ritroviamo anche in altre parti del tunnel e delle portiere, un modo per sottolineare una volta di più il DNA "green" della vettura, che effettivamente non ha emissioni di CO2 e rispetta l'ambiente anche nella scelta dei materiali. Sempre guardando al tunnel, nella parte superiore abbiamo un display touch utile a gestire la climatizzazione dell'auto, il selettore di marcia, altri tasti funzionali come il freno di stazionamento elettronico e il comodissimo Auto Hold, infine un comodo bracciolo che si apre. Due mini pannelli rivestiti in sughero possono poi andare a chiudere parte del bracciolo, mostrando due comodi portabicchieri.
Insomma, la MX-30 è davvero una vettura pensata fuori dalle righe, capace di sorprendere e di farsi notare. Al di là della scelta particolare del sughero, anche gli altri materiali sono di ottima fattura, anche se forse ci saremmo aspettati qualcosa in più dai sedili in tessuto (disponibili o chiari o scuri in fase di configurazione) e dai rivestimenti delle portiere. Lo spazio interno non è eccessivo, anzi trasportare due passeggeri medio-alti sui sedili posteriori sarà una mezza impresa, se utilizzate però la vettura da soli o in due per la maggior parte delle volte avrete pochissimi problemi - anche se per ovvi motivi non raggiungiamo il comfort della CX-5 2021, di categoria nettamente superiore da questo punto di vista per ovvi motivi dimensionali.
A proposito di sedili posteriori, spostare il sedile anteriore del passeggero può essere poco pratico, quello del conducente invece possiede dei controlli elettrici che facilitano - e di molto - l'operazione, peccato che Mazda non abbia installato la feature su entrambi i sedili. Il bagagliaio fornisce 341 litri di spazio nella versione con impianto audio Bose come la nostra, mentre gli altri allestimenti arrivano a 366 litri. Neanche tanto male per una vettura elettrica lunga appena 4.395 metri, larga 1.795 metri e alta 1.555 mm. A proposito di elettricità, è arrivato il momento di accendere il motore.
Potenza e salvaguardia dell'ambiente
La MX-30 si presenta con un impianto elettrico che è allo stesso tempo croce e delizia dell'intera offerta. L'ottimo motore e-Skyactiv è infatti potente il giusto, offre 143 CV/107 kW e la batteria potrebbe anche essere ritagliata su misura per il modello in questione, visto che è da 35,5 kWh (la nuova Kona Electric 2021 di base ne ha ad esempio una da 39 kWh, più o meno come "taglio" siamo lì). Dove sta allora il problema? Beh nei consumi, dovuti anche al peso dell'auto di ben 1.720 kg a vuoto: questo primo motore elettrico di Mazda ha consumi decisamente alti, anche in città, la casa dichiara infatti senza grossi giri di parole un consumo di 19 kWh/100 km. Calcolatrice alla mano, non siamo neppure a 200 km di autonomia, il range di un'elettrica però dipende da molti fattori. Nella nostra esperienza, sul ciclo misto abbiamo riscontrato un consumo di quasi 18 kWh/100 km; un viaggio da Milano all'aeroporto di Malpensa e ritorno ha portato la batteria dal 98% al 35% dopo appena 103,7 km di strada percorsa. In città i consumi si abbassano leggermente, facendo un po' di attenzione siamo riusciti a portare la media anche al di sotto dei 16 kWh/100 km; considerando che non tutta la capacità nominale della batteria è disponibile (per preservare la sua durata nel tempo), un'autonomia realistica con qualche piccolo sacrificio potrebbe attestarsi attorno ai 170 km in ambito urbano con qualche sortita in tangenziale, in autostrada meno, con consumi in grado schizzare anche oltre i 20 kWh/100 km. Mazda ha difeso le sue scelte spiegando come batterie più grandi di 35 kWh vadano a impattare sensibilmente di più sul pianeta in termini di emissioni di CO2, inquinando a conti fatti più di un motore diesel, spetta poi a noi concordare o meno con questa linea.
Il brand ha in ogni caso dotato la sua MX-30 di un caricatore di bordo alquanto veloce, fino a 50 kW; utilizzando una colonnina Fast Charge infatti occorrono circa 40 minuti per riportare l'auto dal 20% all'80%, poi però la curva della potenza scende sensibilmente per non rovinare la chimica (attorno ai 10 kW), dall'80% al 100% dunque potreste impiegare ulteriori 40 minuti. La MX-30 dunque è un'elettrica per "utenti consapevoli": consapevoli di un'autonomia tutt'altro che infinita, che vi permetterà di girare in città e dintorni ma che difficilmente vi accompagnerà in lunghi viaggi.
Alta tecnologia
La dinamica di guida della MX-30 è a dir poco fantastica, il motore - pur non essendo tarato per spingere quanto una sportiva pura, giustamente - ha un brio eccellente e lasciare indietro le altre auto tradizionali ai semafori è un divertente gioco da ragazzi - nonostante la stazza di questo piccolo pachiderma. Al di là degli scherzi, avere un'ottima accelerazione significa soprattutto maggiore comodità durante i sorpassi, che possiamo così concludere più velocemente e in totale sicurezza. Peccato appunto per i consumi, accelerare molto per sezioni di tempo prolungate purtroppo non vi porterà molto lontani. Un sacrilegio, anche vista la dotazione tecnologia della MX-30: nella versione Exclusive, è presente un'intera suite di guida autonoma di livello 2, una delle migliori che abbiamo mai provato (anche se lo sterzo è leggermente più "passivo" rispetto alla CX-5 2021), che sarebbe perfetta proprio per lunghi viaggi in autostrada, qui quasi impossibili a meno di non fermarsi a ricaricare ogni 130 km. La MX-30 può accelerare e frenare in autonomia, gestire la distanza di sicurezza, monitorare gli angoli ciechi, frenare in emergenza, mantenere la corsia e rispettare i limiti di velocità - con le telecamere di bordo che leggono con precisione millimetrica i segnali stradali, e non solo relativi alla velocità. Ottimo anche lo sterzo multifunzione, con tasti che si raggiungono facilmente a memoria anche senza guardare e la possibilità di disattivare/attivare il mantenimento della corsia attivo, operazione che su altre Mazda è molto più scomoda e distraente.
Abbiamo a disposizione anche un comodo head-up display che mostra molte informazioni utili, leggermente più pratico e discreto di quello della CX-5, senza che vada inutilmente a ingigantire il cruscotto. Eccellente anche la tecnologia applicata ad abbaglianti e anabbaglianti. Vi basta impostare il controllo automatico e la vettura saprà adattare i LED frontali in totale autonomia, con gli abbaglianti che vengono ritagliati ad hoc in base al traffico. Una feature che funziona in maniera ottima di cui sarà impossibile fare a meno, dopo averla provata. Abbiamo piena assistenza anche in fase di parcheggio, con telecamere grandangolari e super grandangolari avanti e dietro, sensori di parcheggio e visione dall'alto, davvero precisa e comoda da usare. Anche su questo fronte, una delle migliori esperienze mai provate.
Ovviamente per risparmiare sul prezzo finale è possibile rinunciare a qualche funzionalità avanzata, la MX-30 Exclusive però rappresenta il non-plus-ultra dell'offerta e vale ogni centesimo speso. Incluso nel pacchetto abbiamo infatti anche un impianto audio firmato Bose davvero avanzato: non è qualitativamente efficace quanto quello della CX-5 2021 ma gode comunque delle stesse tecnologie, ovvero ha la possibilità di ridurre per quanto possibile i suoni esterni all'abitacolo e di farvi viaggiare nel comfort più assoluto, in compagnia della vostra musica preferita. Musica che può arrivare anche da Android Auto o Apple CarPlay, come vedremo fra un attimo. Di serie su tutte le versioni abbiamo poi l'apertura e la chiusura dell'auto "senza chiavi". Avete un telecomando che potete tenere sempre in tasca, con la MX-30 che si aprirà in automatico una volta vicini alla portiera e si chiuderà in maniera altrettanto automatica una volta che sarete 4-5 metri lontani da lei. L'unico elemento che in qualche modo non è automatizzato è il portellone del bagagliaio, che va aperto e richiuso a mano.
Android Auto e Apple CarPlay
Arriviamo così a parlare di infotainment: se lo schermo della nuova CX-5 2021 ci aveva convinto appieno, posizionato alla perfezione e delle giuste dimensioni, sulla MX-30 purtroppo lo abbiamo trovato un po' troppo "lontano", installato fra l'altro all'interno di una piccola conca, una scelta di design che non abbiamo compreso. L'installazione così "arretrata" nella plancia rende più difficile la lettura delle informazioni, o comunque meno immediata dell'esperienza CX-5, avremmo preferito lo stesso schermo avanzato della sorella maggiore, più vicino al conducente e con meno cornici.
In ogni caso è un display che fa il suo lavoro ma non possiede funzionalità touch; come su altre Mazda, il produttore giapponese vi costringe a usare al 100% la manopola cliccabile installata lungo il tunnel centrale, e vista la posizione dello schermo è effettivamente la soluzione più comoda. Inoltre avete a disposizione diverse scorciatoie (come Musica o Navigazione) che possono aiutarvi a velocizzare gli spostamenti, e funzionano anche in Smartphone Replication. Android Auto e Apple CarPlay vengono mostrati a tutto schermo e la velocità del sistema è impeccabile. Certo quando non si usa la Smartphone Replication resta un sistema operativo davvero scarno ed essenziale, da bypassare assolutamente con uno dei sistemi di Google o Apple. Di buono, dell'OS originale, resta sicuramente il riconoscimento vocale: la voce digitale non è naturale quanto Alexa o Siri ma il sistema è comunque in grado di riconoscere molti comandi e di soddisfarli. Quando possibile consigliamo in ogni caso di usare Android Auto o Apple CarPlay, anche se questo significa collegare il telefono tramite cavo vista l'assenza delle funzionalità wireless.
La Mazda MX-30 secondo noi
Come ci è sembrata, in definitiva, la Mazda MX-30? Potremmo dire che "è bella ma non balla", almeno non per tutti gli utenti indiscriminatamente. Abbiamo apprezzato tantissimo il coraggio di Mazda nel proporre un design "diverso" rispetto al solito, sia all'esterno che all'interno, con linee accattivanti fuori ed estroverse dentro. Anche la dinamica di guida e la comodità di bordo sono ad alti livelli, così come tutta la dotazione tecnologica che va dagli abbaglianti adattivi automatici alla vista a 360 gradi in fase di parcheggio. Tuttavia la scarsa autonomia, dovuta a un peso eccessivo dell'auto e a una batteria non proprio gigante, la rende un gioiellino delizioso ma non per tutti gli utilizzi. In città e dintorni la MX-30 può essere un alleato eccezionale, magari come seconda vettura, dopo qualche settimana di utilizzo inoltre si impara a capire il suo funzionamento e anche l'ansia da ricarica scompare - nel senso che all'interno dei 170 km potrete in ogni caso stare tranquilli e organizzare i vostri spostamenti senza ricaricare costantemente (a patto di non prendere autostrade, poiché arrivando a 130 km/h l'autonomia cala). Bisogna però calcolare il fattore prezzo. Questa piccola bomboniera giapponese parte da 34.900 euro nella sua versione Executive per arrivare a 39.350 euro per l'allestimento Exclusive.
Configurando la nostra MX-30 "dei sogni", aggiungendo qualche accessorio e cambiando il colore, siamo arrivati a 44.311 euro - anche se con gli attuali incentivi statali possiamo risparmiare fino a 10.466 euro. Per Mazda si è trattato di un ottimo primo esperimento elettrico, ci aspettiamo però una seconda generazione sicuramente riveduta e corretta in più punti, che lanci sul mercato una vettura adatta anche a viaggi più lunghi e non soltanto agli spostamenti cittadini. Una MX-30 Mark II con almeno 320-350 km sarebbe una EV a cui difficilmente si potrebbe dire di no.
Due settimane con la Mazda MX-30 elettrica: bella ma non balla?
Abbiamo passato due settimane in compagnia della Mazda MX-30, la prima 100% elettrica del marchio giapponese. Scopriamo com'è andata.
Ogni articolo che scriviamo cerca di essere imparziale all'estremo, di evitare toni sensazionalistici e facili esagerazioni, è però davvero impossibile non innamorarsi di una Mazda di nuova generazione "a prima guida". Sin dai primi istanti a bordo della nuova Maxda CX-5 2021 ci siamo sentiti a casa e lo stesso è stato, più o meno, con la MX-30, la prima 100% elettrica del marchio giapponese. Perché "più o meno"? Perché la MX-30 non è una Mazda come le altre. Conserva delle sue sorelle tradizionali la qualità dei materiali, la sicurezza estrema, il piacere di guida (seppur totalmente elettrico), tuttavia sia il design esterno che quello interno possono mettere a dura prova l'automobilista "medio", se così vogliamo chiamarlo. Per questo modello Mazda ha davvero dato fondo a tutta la sua inventiva, portando al pubblico un veicolo dal carattere innovativo ed estroverso, che può piacere o meno ma che è sicuramente "differente".
All'esterno abbiamo a che fare con un crossover ultra compatto: ha le dimensioni di una utilitaria ma una guida leggermente rialzata e comoda. Il bagagliaio è spazioso per la categoria e l'accesso ai sedili posteriori è veicolato da due piccole portiere che si aprono al contrario - non sempre comodissime ma utili a non allungare eccessivamente il passo della vettura. Anche internamente Mazda ha operato una rivoluzione bella e buona, di questo però ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Una Mazda fuori dagli schemi
Le linee interne della MX-30, che noi abbiamo provato nella versione top di gamma Exclusive, fondono alla perfezione i classici controlli tradizionali con alcune idee a dir poco futuristiche. Non un taglio netto come avvenuto con le vetture della famiglia ID di Volkswagen ma qualcosa di più "pacato", di meno esagerato. Abbiamo ad esempio un quadro strumenti "ibrido", che unisce uno schermo LCD a lancette analogiche, un tablet (che poi tablet non è, come vedremo più avanti) centrale e un tunnel fuori da ogni schema. I designer Mazda hanno pensato a un tunnel centrale su due livelli: nella parte bassa e un po' nascosta abbiamo due prese USB A, la 12 V e un "tappetino" utile a poggiare lo smartphone o qualsiasi altra piccola cosa, interamente realizzato in sughero. Una scelta che inizialmente può spiazzare ma che ritroviamo anche in altre parti del tunnel e delle portiere, un modo per sottolineare una volta di più il DNA "green" della vettura, che effettivamente non ha emissioni di CO2 e rispetta l'ambiente anche nella scelta dei materiali. Sempre guardando al tunnel, nella parte superiore abbiamo un display touch utile a gestire la climatizzazione dell'auto, il selettore di marcia, altri tasti funzionali come il freno di stazionamento elettronico e il comodissimo Auto Hold, infine un comodo bracciolo che si apre. Due mini pannelli rivestiti in sughero possono poi andare a chiudere parte del bracciolo, mostrando due comodi portabicchieri.
Insomma, la MX-30 è davvero una vettura pensata fuori dalle righe, capace di sorprendere e di farsi notare. Al di là della scelta particolare del sughero, anche gli altri materiali sono di ottima fattura, anche se forse ci saremmo aspettati qualcosa in più dai sedili in tessuto (disponibili o chiari o scuri in fase di configurazione) e dai rivestimenti delle portiere. Lo spazio interno non è eccessivo, anzi trasportare due passeggeri medio-alti sui sedili posteriori sarà una mezza impresa, se utilizzate però la vettura da soli o in due per la maggior parte delle volte avrete pochissimi problemi - anche se per ovvi motivi non raggiungiamo il comfort della CX-5 2021, di categoria nettamente superiore da questo punto di vista per ovvi motivi dimensionali.
A proposito di sedili posteriori, spostare il sedile anteriore del passeggero può essere poco pratico, quello del conducente invece possiede dei controlli elettrici che facilitano - e di molto - l'operazione, peccato che Mazda non abbia installato la feature su entrambi i sedili. Il bagagliaio fornisce 341 litri di spazio nella versione con impianto audio Bose come la nostra, mentre gli altri allestimenti arrivano a 366 litri. Neanche tanto male per una vettura elettrica lunga appena 4.395 metri, larga 1.795 metri e alta 1.555 mm. A proposito di elettricità, è arrivato il momento di accendere il motore.
Potenza e salvaguardia dell'ambiente
La MX-30 si presenta con un impianto elettrico che è allo stesso tempo croce e delizia dell'intera offerta. L'ottimo motore e-Skyactiv è infatti potente il giusto, offre 143 CV/107 kW e la batteria potrebbe anche essere ritagliata su misura per il modello in questione, visto che è da 35,5 kWh (la nuova Kona Electric 2021 di base ne ha ad esempio una da 39 kWh, più o meno come "taglio" siamo lì). Dove sta allora il problema? Beh nei consumi, dovuti anche al peso dell'auto di ben 1.720 kg a vuoto: questo primo motore elettrico di Mazda ha consumi decisamente alti, anche in città, la casa dichiara infatti senza grossi giri di parole un consumo di 19 kWh/100 km. Calcolatrice alla mano, non siamo neppure a 200 km di autonomia, il range di un'elettrica però dipende da molti fattori. Nella nostra esperienza, sul ciclo misto abbiamo riscontrato un consumo di quasi 18 kWh/100 km; un viaggio da Milano all'aeroporto di Malpensa e ritorno ha portato la batteria dal 98% al 35% dopo appena 103,7 km di strada percorsa. In città i consumi si abbassano leggermente, facendo un po' di attenzione siamo riusciti a portare la media anche al di sotto dei 16 kWh/100 km; considerando che non tutta la capacità nominale della batteria è disponibile (per preservare la sua durata nel tempo), un'autonomia realistica con qualche piccolo sacrificio potrebbe attestarsi attorno ai 170 km in ambito urbano con qualche sortita in tangenziale, in autostrada meno, con consumi in grado schizzare anche oltre i 20 kWh/100 km. Mazda ha difeso le sue scelte spiegando come batterie più grandi di 35 kWh vadano a impattare sensibilmente di più sul pianeta in termini di emissioni di CO2, inquinando a conti fatti più di un motore diesel, spetta poi a noi concordare o meno con questa linea.
Il brand ha in ogni caso dotato la sua MX-30 di un caricatore di bordo alquanto veloce, fino a 50 kW; utilizzando una colonnina Fast Charge infatti occorrono circa 40 minuti per riportare l'auto dal 20% all'80%, poi però la curva della potenza scende sensibilmente per non rovinare la chimica (attorno ai 10 kW), dall'80% al 100% dunque potreste impiegare ulteriori 40 minuti. La MX-30 dunque è un'elettrica per "utenti consapevoli": consapevoli di un'autonomia tutt'altro che infinita, che vi permetterà di girare in città e dintorni ma che difficilmente vi accompagnerà in lunghi viaggi.
Alta tecnologia
La dinamica di guida della MX-30 è a dir poco fantastica, il motore - pur non essendo tarato per spingere quanto una sportiva pura, giustamente - ha un brio eccellente e lasciare indietro le altre auto tradizionali ai semafori è un divertente gioco da ragazzi - nonostante la stazza di questo piccolo pachiderma. Al di là degli scherzi, avere un'ottima accelerazione significa soprattutto maggiore comodità durante i sorpassi, che possiamo così concludere più velocemente e in totale sicurezza. Peccato appunto per i consumi, accelerare molto per sezioni di tempo prolungate purtroppo non vi porterà molto lontani. Un sacrilegio, anche vista la dotazione tecnologia della MX-30: nella versione Exclusive, è presente un'intera suite di guida autonoma di livello 2, una delle migliori che abbiamo mai provato (anche se lo sterzo è leggermente più "passivo" rispetto alla CX-5 2021), che sarebbe perfetta proprio per lunghi viaggi in autostrada, qui quasi impossibili a meno di non fermarsi a ricaricare ogni 130 km. La MX-30 può accelerare e frenare in autonomia, gestire la distanza di sicurezza, monitorare gli angoli ciechi, frenare in emergenza, mantenere la corsia e rispettare i limiti di velocità - con le telecamere di bordo che leggono con precisione millimetrica i segnali stradali, e non solo relativi alla velocità. Ottimo anche lo sterzo multifunzione, con tasti che si raggiungono facilmente a memoria anche senza guardare e la possibilità di disattivare/attivare il mantenimento della corsia attivo, operazione che su altre Mazda è molto più scomoda e distraente.
Abbiamo a disposizione anche un comodo head-up display che mostra molte informazioni utili, leggermente più pratico e discreto di quello della CX-5, senza che vada inutilmente a ingigantire il cruscotto. Eccellente anche la tecnologia applicata ad abbaglianti e anabbaglianti. Vi basta impostare il controllo automatico e la vettura saprà adattare i LED frontali in totale autonomia, con gli abbaglianti che vengono ritagliati ad hoc in base al traffico. Una feature che funziona in maniera ottima di cui sarà impossibile fare a meno, dopo averla provata. Abbiamo piena assistenza anche in fase di parcheggio, con telecamere grandangolari e super grandangolari avanti e dietro, sensori di parcheggio e visione dall'alto, davvero precisa e comoda da usare. Anche su questo fronte, una delle migliori esperienze mai provate.
Ovviamente per risparmiare sul prezzo finale è possibile rinunciare a qualche funzionalità avanzata, la MX-30 Exclusive però rappresenta il non-plus-ultra dell'offerta e vale ogni centesimo speso. Incluso nel pacchetto abbiamo infatti anche un impianto audio firmato Bose davvero avanzato: non è qualitativamente efficace quanto quello della CX-5 2021 ma gode comunque delle stesse tecnologie, ovvero ha la possibilità di ridurre per quanto possibile i suoni esterni all'abitacolo e di farvi viaggiare nel comfort più assoluto, in compagnia della vostra musica preferita. Musica che può arrivare anche da Android Auto o Apple CarPlay, come vedremo fra un attimo. Di serie su tutte le versioni abbiamo poi l'apertura e la chiusura dell'auto "senza chiavi". Avete un telecomando che potete tenere sempre in tasca, con la MX-30 che si aprirà in automatico una volta vicini alla portiera e si chiuderà in maniera altrettanto automatica una volta che sarete 4-5 metri lontani da lei. L'unico elemento che in qualche modo non è automatizzato è il portellone del bagagliaio, che va aperto e richiuso a mano.
Android Auto e Apple CarPlay
Arriviamo così a parlare di infotainment: se lo schermo della nuova CX-5 2021 ci aveva convinto appieno, posizionato alla perfezione e delle giuste dimensioni, sulla MX-30 purtroppo lo abbiamo trovato un po' troppo "lontano", installato fra l'altro all'interno di una piccola conca, una scelta di design che non abbiamo compreso. L'installazione così "arretrata" nella plancia rende più difficile la lettura delle informazioni, o comunque meno immediata dell'esperienza CX-5, avremmo preferito lo stesso schermo avanzato della sorella maggiore, più vicino al conducente e con meno cornici.
In ogni caso è un display che fa il suo lavoro ma non possiede funzionalità touch; come su altre Mazda, il produttore giapponese vi costringe a usare al 100% la manopola cliccabile installata lungo il tunnel centrale, e vista la posizione dello schermo è effettivamente la soluzione più comoda. Inoltre avete a disposizione diverse scorciatoie (come Musica o Navigazione) che possono aiutarvi a velocizzare gli spostamenti, e funzionano anche in Smartphone Replication. Android Auto e Apple CarPlay vengono mostrati a tutto schermo e la velocità del sistema è impeccabile. Certo quando non si usa la Smartphone Replication resta un sistema operativo davvero scarno ed essenziale, da bypassare assolutamente con uno dei sistemi di Google o Apple. Di buono, dell'OS originale, resta sicuramente il riconoscimento vocale: la voce digitale non è naturale quanto Alexa o Siri ma il sistema è comunque in grado di riconoscere molti comandi e di soddisfarli. Quando possibile consigliamo in ogni caso di usare Android Auto o Apple CarPlay, anche se questo significa collegare il telefono tramite cavo vista l'assenza delle funzionalità wireless.
La Mazda MX-30 secondo noi
Come ci è sembrata, in definitiva, la Mazda MX-30? Potremmo dire che "è bella ma non balla", almeno non per tutti gli utenti indiscriminatamente. Abbiamo apprezzato tantissimo il coraggio di Mazda nel proporre un design "diverso" rispetto al solito, sia all'esterno che all'interno, con linee accattivanti fuori ed estroverse dentro. Anche la dinamica di guida e la comodità di bordo sono ad alti livelli, così come tutta la dotazione tecnologica che va dagli abbaglianti adattivi automatici alla vista a 360 gradi in fase di parcheggio. Tuttavia la scarsa autonomia, dovuta a un peso eccessivo dell'auto e a una batteria non proprio gigante, la rende un gioiellino delizioso ma non per tutti gli utilizzi. In città e dintorni la MX-30 può essere un alleato eccezionale, magari come seconda vettura, dopo qualche settimana di utilizzo inoltre si impara a capire il suo funzionamento e anche l'ansia da ricarica scompare - nel senso che all'interno dei 170 km potrete in ogni caso stare tranquilli e organizzare i vostri spostamenti senza ricaricare costantemente (a patto di non prendere autostrade, poiché arrivando a 130 km/h l'autonomia cala). Bisogna però calcolare il fattore prezzo. Questa piccola bomboniera giapponese parte da 34.900 euro nella sua versione Executive per arrivare a 39.350 euro per l'allestimento Exclusive.
Configurando la nostra MX-30 "dei sogni", aggiungendo qualche accessorio e cambiando il colore, siamo arrivati a 44.311 euro - anche se con gli attuali incentivi statali possiamo risparmiare fino a 10.466 euro. Per Mazda si è trattato di un ottimo primo esperimento elettrico, ci aspettiamo però una seconda generazione sicuramente riveduta e corretta in più punti, che lanci sul mercato una vettura adatta anche a viaggi più lunghi e non soltanto agli spostamenti cittadini. Una MX-30 Mark II con almeno 320-350 km sarebbe una EV a cui difficilmente si potrebbe dire di no.
Altri contenuti per Mazda MX-30